La parata del G20 indetta e diretta da Draghi e’ figurata essere un rispolvero a Roma del G8 alla luce del potere finanziario ed industriale di quell’Italia all’epoca richiedente asilo nel G5. Tuttavia mancavano Russia e Cina per esplicito disappunto sulla linea politica ed economica che ad oggi contraddistingue il pariglia Usa-Europa.
Il commercialista e consulente finanziario conosciuto mondo informatico, Francesco Carrino, ha citato il coinvolgimento di Draghi per il programma discusso a Roma la scorsa settimana, di fondi d’investimento legati a Bill Gates, Jeff Bezos, Elon Musk e la banca mondiale oltre al Fondo Monetario internazionale, relativamente la macrotransizione ecologica del mondo occidentale con Italia in testa. Da qui Draghi avrebbe replicato il bistrattato ed ironizzato “Whatever it takes” per salvare l’euro, assicurando l’uditorio riguardo la capacita’ di spesa infinita per raggiungere l’obiettivo ritenuto primario della ricostruzione in tema ecologico di tutto. Il vertice italiano infatti ha legittimato ed avviato il processo di ritrasformazione mondiale con tecnologie ambientaliste, che per Carrino sara’ foriero di indebitamento pubblico e privato, oltre che ridimensionamento dei risparmi causato dalla mole sesquipedale di inflazione che ne derivera’.
Gli incentivi pubblici in procinto di estensione per tutti, oltre che le aziende, teleologici alle ristrutturazioni green ed all’elettrificazione di auto e similari, per Carrino e Malvezzi provocheranno indebitamento privato dei cittadini ma anche per le imprese. Infatti a tal proposito i crediti d’imposta italiani non sarebbero adeguati a stimolare l’economia ma nemmeno il guadagno privato e quello aziendale per cui andrebbero plasmati in un’ottica di tangibile beneficio. Lo stato inoltre, a detta di Micalizzi e Malvezzi ma non solo, non sconta per tempo tali crediti d’imposta.
Ancora il denaro erariale rappreso nel Pnnr con cui attuare la transizione ecologica nazionale e’ a debito dunque da ripagare a fondi d’investimento e banche affibiate alla bce sottoforma di sgravi di spesa pubblica ed aumento delle gabelle che collocano l’Italia al primo o secondo posto in Europa per pressione fiscale.
La Cina ha gia’ affermato di non voler recidere le proprie emissioni emulata dalla Russia, mentre si leva il grido di allarme di geologi e scienziati disallineati sulla impossibilita’ di frenare il cambiamento climatico in quanto stazioniamo in piena fase post-glaciale irreversibile. A cio’ l’arcivescovo Vigano’ enfatizza la melensaggine del cambiamento climatico come mossa speculativa per guadagnare da parte di multinazionali e soggetti ad esse aderenti, a detrimento di cittadini e stati: con conseguente depauperamento popolare e pubblico da scongiurare con preghiere, unioni, azioni pacifiche ma inesauribili.
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