Pedofilo incastrato dopo più di dieci anni

di Rita Lazzaro

«Ero così piccola e mi faceva male. Mi ha rovinata. Stavo zitta, nella mia testa pensavo di fare un torto a mia mamma perché le stavo rubando il fidanzato», ha spiegato ai giudici la ragazza. Gli abusi si consumavano quando loro madre non c’era, quando la donna era al lavoro. «Mia sorella ha tirato fuori il cellulare. Gli ha detto: Ti ho registrato. Ora lo dico a mamy. Lui ha cacciato un urlo profondo, come di terrore. Le ha strappato il telefono, l’ha lanciato sull’armadio e ha rotto lo specchio. Lei si è come sopraelevata. È salita su una sedia per essere alla sua altezza. Gli ha urlato: “Ti mando in galera”. E gli ha fatto il dito medio. Lui è come esploso, le ha tirato un pugno in un occhio. Poi ha preso i vestiti, quelli sporchi e quelli puliti, e li ha messi in una valigia», questa è la testimonianza della più piccola della sorelle oggi 19enne che all’epoca aveva 7 anni mentre la maggiore 10.

A quel punto l’uomo è fuggito in Sicilia, interrompendo anche la relazione con la madre delle due bambine. Ma, prima del suo ritorno in Sicilia, le violenze si verificavano ogni giorno, soprattutto a casa di lui. «Anche a Natale, anche al mio compleanno. Sempre. Neanche un giorno mi ha lasciata libera. Persino quando stavo male e avevo la febbre”» Nel corso del tempo non l’hanno mai denunciato. Solo a distanza di anni, la giovane ha trovato il coraggio di raccontare tutto agli assistenti sociali a 17 anni. A far scoppiare la sua rabbia è stata la denuncia da parte della madre, che aveva scoperto che fumava le canne: «L’ha fatto per aiutarmi», ha raccontato la giovane in tribunale. Ma è stata anche l’occasione per raccontare tutto e togliersi quell’enorme peso che si portava dentro da troppo tempo.

Adesso l’uomo di origini siciliane, ex compagno della madre e ormai 70enne, è finito a processo. A interrompere la lunga e terribile catena di violenze sessuali sarebbe stata la sorella maggiore, registrando un video con il quale il loro aggressore è stato incastrato.

L’episodio è successo a Torino, dove in questi giorni è in corso il processo che vede protagonista l’ex compagno della mamma delle due vittime. L’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata e continuata su minore ma, a causa dell’età, ha scampato il carcere poichè i fatti risalgono a più di 10 anni fa. La vittima più giovane, infatti, adesso ha 19 anni e ha testimoniato per oltre due ore in aula contro l’ex patrigno, protetta da un paravento, e raccontando l’incubo vissuto da lei e la sorella, quando di anni ne aveva solo 7.

Una storia di violenza che dovrebbe far riflettere e accendere maggiormente i riflettori, della politica in primis, su questi abomini, visti gli effetti devastanti che la pedofilia comporta nel corpo e nella psiche delle piccole vittime, danneggiandole lo sviluppo fisico, psicologico, emozionale e sociale, portandole addirittura al suicidio.

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2 commenti

  1. Ottimo articolo di inchiesta, per far riflettere su come molti mostri si annidano nella porta accanto, e non bisogna “mai” voltarsi dall’altra parte ma denunciare…

    1. Author

      Grazie! Se vuoi fruire anche di controinformazione entra nella sezione tabloid e blog di francescopaolotondo.com

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