Luxuria (Forse) espulsa dal PC sferza Il segretario

LA MEDAGLIA DI VLADIMIRO. Si intitola cosi’ un post in guisa di editoriale appunto “post moderno”, del segretario del partito comunista italiano, Marco Rizzo; unico oratore e politico di lungo corso da sempre antitetico alle nuove visioni ideologiche suffragate dal Pd, dal macrocosmo che vi gravita e dai movimenti e partiti che ineriscono Berlusconi e la Lega in fase di disfatta irrefrenabile.
“Alla mia età di quasi 63 anni, la politica riserva ancora qualche soddisfazione: non me ne vogliano, ma un gruppetto di ingenui e appassionati compagni di Milano ha pensato bene di non limitarsi al voto contrario, in netta minoranza al Comitato Centrale, in relazione alla nostra strategia di costruire un’ampio fronte con tutte le forze che si battono contro Draghi, la guerra ed il disastro economico e sociale del nostro Paese, per un’Italia del lavoro, sovrana, indipendente, fuori da UE e NATO e che lotti per la sanità pubblica e contro le multinazionali dei vaccini e del controllo sociale; ma per esaltare il loro contrasto hanno avuto la brillante idea di usare, violando i regolamenti, la pagina Facebook di quella Federazione, per annunciare la supposta espulsione fake del segretario generale del Partito Comunista Marco Rizzo. Apriti cielo! Una linea politica importante ed unitaria snobbata dal mainstream è divenuta patrimonio di tutti i giornaloni, ottenendo una indubbia ed inaspettata risonanza mediatica. Dulcis in fundo, arriva il post di commento di lui: il Vladimiro Guadagno, alias Luxuria, i cui commenti sono davvero una medaglia, da portare con orgoglio. Grazie compagni, grazie Vladimiro”. Cosi’ infuriano polemiche, azioni tese a creare disordine e scompiglio, con il corollario di invettive, falsita’ e movimenti di espulsione, contro il progetto in edificazione di riunire tutto il dissenso su Draghi e sul neoliberismo strabordante che irretisce l’occidente ed indirizza Nato, Italia, finanza ed istituzioni non solo continentali ma mondiali. Marco Rizzo guida un pieno di proseliti che destano sgomento rispetto al passato, corroborando l’immagine del principale presidio politico comunista esogeno la Russia, e sfida apertamente banche, multinazionali ed i loro “vassalli” politici, cercando aderenze politiche per rovesciare questo esecutivo ed abrogarne accordi e trattati nelle elezioni del prossimo anno.

Luxuria, icona transessuale, ha salutato con brio e letizia la melensaggine dell’espulsione di Rizzo dal partito che guida in modo cronico, definendolo omofobo, filoputiniano, antioccidentale ergo antitaliano ed oppositore della transizione ecologica indicata come esiziale per imprese e contribuenti proprio dal politico troskysta. Rizzo alla luce dei numeri elettorali si dice estremamente fiducioso di vincere le elezioni

accompagnato da Ingroia, ex magistrato diffamato ed oscurato a causa di foto relative una propria sbornia. Ed auspica pubblicamente unita’ verso tutti gli scettici italiani come Paragone, verso l’euro, l’attuale Ordine Mondiale e Draghi; cosi’ Rizzo afferma di vincere in maniera sicura ma solo per mezzo di unita’, altrimenti la disfatta sara’ ineludibile. Marco Rizzo non ha esitato a scagliarsi recentemente, contro i comitati, il credo, le iniziative Lgbt, sposando una certa visione cattolica di tali situazioni, pur professandosi ateo. Alla stessa stregua dei vaccini, che rimarca sovente come inutili, perniciosi, pur essendo vaccinato, ecco che Rizzo sta scavando un solco rispetto agli altri partiti, che lo vede in ascesa indefessa anche per la propria linea patriottica ma pacifista, europeista ma non dal punto di vista monetario, a favore degli omosessuali ma non dal punto di vista della didattica e degli sposalizi religiosi, a supporto delle imprese ma non dal punto di vista neoliberista. Cosi’ il figlio di un operaio Fiat nato a Torino ma residente a Roma, si corrobora anche sui social dall’alto delle centinaia di migliaia di sostenitori, primo comunista ad esecrare ogni forma di incremento fiscale, la transizione ecologica, la dismissione della proprieta’ privata di cui si vocifera nei consessi di Davos e similari. Ma Rizzo desta scalpore ed anche livore da parte di molti sedicenti democratici per aver immantinente smontato il costrutto politico fallimentare delle Sardine che oggi vedono il proprio caporione come consigliere comunale in quel di Bologna ed autore letterario improvvisato; oltre alla fronda ideologica che accompagna il comunista Rizzo verso il Pd, come un nuovo bastione di sinistra contro la deriva della antiquata sinistra che ha dato i natali a Prodi ed affini ma che risulta il primo partito italiano con il 20% delle preferenze.

Marco Rizzo ha tenuto un arringa sferzante contro il sistema politico e capitalistico nazionale ed internazionale, da un affollatissimo palco di Roma, plasmato sullo zelo di moltiplicare, per l’Italia, le postazioni di Uber che inficiano i diritti dei tassisti, a vantaggio della multinazionale insita nella Silycon Valley: alla stessa stregua di Uber Eats e similari, infatti, il sistema elettronico di prenotazione e pagamento per tali fattispecie di servizi, si conforma come un ingente costo ulteriore a carico delle imprese e dei professionisti, gia’ oberati dal fisco; binariamente al costo fisso ormai, per fruire di un sito internet, di visibilita’ social e di quella su Google.

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