UE provvedimenti censura

L’allarme e’ lanciato dalla Ong filoconservatrice “Citizen go” con parole al cardiopalma:”Il tuo diritto di libertà di espressione è in grave pericolo! Non solo la tua libertà è in pericolo, ma anche quella di milioni di cittadini europei: la Commissione europea ha proposto di allargare l’elenco dei crimini dell’Unione europea inserendo anche quelli inerenti ai “discorsi e ai crimini d’odio”. Sai cosa significa questo? Significa che le tue idee su temi quali sessualità, matrimonio, famiglia, educazione e aborto saranno considerate al pari di “discorsi d’odio” perché offensive nei confronti di altre minoranze, come la comunità LGBTQ e le femministe radicali”.

Essere considerati criminali a causa delle proprie idee e dei post social e’ cosi’ esiziale ormai. Ogni cittadino cristiano dovrebbe inoltre preoccuparsi seriamente per quanto sta accadendo, secondo i redattori di questa unione trasversale di professionisti e cittadini di matrice cattolica e pro famiglia classica. Infatti, se l’elenco dei crimini legati ai “discorsi d’odio” verrà esteso, la predicazione del Vangelo potrebbe diventare, in un futuro remoto, oggetto di censura.

Una dovizia di persone a tal proposito credono che si stia esagerando. Cio’ tuttavia sta già accadendo da tempo in diversi paesi nel resto del mondo, Turchia e Cina comprese, per cui non e’ improbabile che questa “ordalia” venga replicata nel binomio Europa-America. Ma ora l’UE sta cercando di rendere questa legittimazione censorea una realtà in tutta Europa. Come evitare di permetterlo? Per ora e’ possibile raccogliere firme di fronda sul sito di Citizen go, in alternativa o in contemporanea con proteste di piazza.

La sessione di voto per attuare tale programma è stata prevista per il 9-10 giugno. Alzare la voce insieme, per fermare questa deriva, e’ lo scopo di una pletora di associazioni come Citizen go, la quale tuttavia chiede reiteratamente sostegno economico.

Matteo Fraioli e tutto il gruppo di CitizenGO esortano massima condivisione di tali notizie e strumenti di partecipazione, allegando le fonti pubbliche da cui sono ricavate tali informazioni

Si tratta, con tutti questi provvedimenti, dell’ennesimo progetto europeo a sostegno delle lobby LGBTQ e pro-aborto per imbavagliare la libertà di espressione su tematiche quali il diritto alla vita, affettività, sessualità, educazione, famiglia e libertà religiosa. Una versione europea del DDL Zan atta a perseguitare tutti coloro che non si piegano al diktat del politicamente corretto, ma questa volta estesa anche nei confronti di chi difende la vita di bambini innocenti. Se questa proposta verrà approvata, essere trattati come criminali a causa delle posizioni in favore della vita e della famiglia, non solo in Europa, ma anche in Italia, diventerebbe prassi, secondo gli scettici.

I dibattiti su questa legge sono ancora in corso, ma il voto finale oramai è vicino. Si puo’ intervenire immediatamente facendo pressione nei confronti dei delegati degli Stati membri dell’UE, in particolare di Mario Draghi e Marta Cartabia, affinché votino contro assurdo provvedimento. Se questa proposta verrà sostenuta dal Consiglio, le ricadute sul piano politico, sociale e democratico in Europa saranno devastanti, avvertono molteplici giuristi. Non sarà più possibile difendere i nostri valori e l’Europa si trasformerà in un sistema totalitario, rincarano.

Non si sa infatti, se sarà ancora possibile affermare che: La vita inizia dal concepimento?
Che un bambino ha bisogno di un padre e di una madre?
Che l’utero in affitto è una pratica ignobile?
Che siamo contrari alla folle educazione gender?
Che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna?
Che i sessi, come i generi, sono solo due, maschio e femmina, e che non sono interscambiabili?
Ma soprattutto, sarà ancora possibile manifestare pubblicamente la propria fede e i suoi principi senza essere accusati di “incitamento all’odio”?

Infatti, stiamo assistendo sempre più spesso a casi in cui le leggi contro i “discorsi d’odio” vengono usate impropriamente per perseguitare persone con opinioni diverse. Basti pensare al caso di Päivi Räsänen (uno dei tanti), criminalizzata e portata a processo con l’accusa di “incitamento all’odio” solo per aver condiviso pubblicamente le sue opinioni bibliche su matrimonio, famiglia e sessualità.

Le nuove leggi sull’odio proposte dalla Commissione da aggiungere all’articolo 83, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sono formulate in modo vago proprio per essere poi arbitrariamente utilizzate in guisa impropria da politici, giudici e attivisti favorevoli all’aborto e al gender, secondo gli accusatori.

Per l’introduzione delle nuove leggi sull’odio, i delegati del Consiglio Giustizia e Affari Interni di Lussemburgo devono votare all’unanimità. Ciò significa che se si riesce a convincere alcuni delegati degli Stati membri dell’UE a votare contro, si puo’ vincere e salvare la completa libertà di parola.

Al contrario, se si perde… si sara’ costretti ad affrontare processi e rischiare addirittura il carcere a causa delle posizione pro-vita, pro-famiglia e pro-cristiane.

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