Alberto micalizzi è un mirabile perito di finanza, docente in ambito di investimenti finanziari, operatore di massimo grado a Londra, ora residente in Svizzera ma con la sua patria Italia nel cuore ed all’apice dell’operato: dal suo iperseguito profilo social il ricercatore indipendente e consulente di investimenti finanziari per molteplici grandi investitori privati, Micalizzi ha pubblicato un grafico paradossale seppur inconfutabile: l’andamento di Wall Street che ha guadagnato negli ultimi quindici anni, oltre il 450%; in parallelo a ciò Micalizzi ha asserito che in questo lasso di tempo trascorso dalla mastodontica crisi del 2007 le banche centrali, a dispetto delle credenze dell’opinione pubblica, non hanno mai smesso di emettere moneta, moneta illimitata ad onta delle prescrizioni sull’austerità finanziaria piazzata da Monti in Costituzione; tuttavia tale mole spropositata di denaro è stata introiettata dalle banche a detrimento di piccole e medie imprese, classe media e lavoratori-senza alludere ai servizi pubblici sempre più scadenti in giro per il mondo-. Nello stesso grafico Micalizzi ha focalizzato l’andamento delle borse finanziarie mondiali, palesemente tutte agganciate a Wall Street, senza la emissione monetaria delle banche centrali: ebbene si evince un’ecatombe degna di un film dell’orrore futuristico, con insolvenze e perdite mondiali inenarrabili, altro che l’espansione finanziaria del 450%. Da qui si evince quanto multinazionali del calibro di Fca, ma anche Ferretti o le altre oriunde, con i tassi di vendita sempre insufficienti della modernità, sarebbero implose. Ecco dunque l’imperativo categorico che non vuole privare finanza e multinazionali di ausili monetari pubblici, bensì allargare la platea di tali sostegni, anche a lavoratori, pensionati, professionisti, piccoli e medi imprenditori, settore pubblico ed infrastrutture: in tal guisa non esisterebbe più ridimensionamento dei consumi, così come la crisi, l’indigenza, il precariato, la disoccupazione e la dipendenza dalla Cina.

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