Risale alla notte del 28 giugno la perforazione del polmone di un giovane con precedenti di spaccio e piccoli reati, sparato da un trentatreenne pregiudicato e posto a fermo dalla polizia; vicenda amara nella quale è stata trovata l’arma del delitto con il corollario di caricatori e munizioni, pistola non regitrata; ciò che in questa vicenda di Taranto desta scalpore inerisce la causa del misfatto, che sarebbe slegata dalla criminalità organizzata la quale comunque allacciava le vite di ambe due gli uomini; bensì ci sarebbe in mezzo una donna, precisamente ex fidanzata dell’omicida con cui il fratellastro della vittima ha una relazione. La vittima ha pertanto tentato una difesa del famigliare da parte dell’ira del tretatreenne aggressore, che non accettava la cesura del rapporto con la donna.

Nella Taranto dell’Ilva, acciaieria più grande e vessata d’Europa, si registra ad ogni modo un massiccio sviluppo del settore ittico, i cui mitili sono esportati in tutta Europa; si spera che la legislazione europea che li classificava inadeguati alla vendita continentale per dimensioni troppo grandi, sia stata smussata a favore di questa produzione meridionale. E’ di Taranto anche il famigerato giornalista ed autore di “Terroni” Pino Aprile, che ne ha sempre denunciato le condizioni ambientali difficili. Mentre pare essere molto ridimensionata la criminalità organizzata pugliese:”Sacra Corona Unita”, le opportunità di lavoro legate a Taranto ed al territorio regionale cui afferisce, soffrono dell’isteresi cui è sottoposta la Tav Bari-Napoli e della penuria di progetti di collegamenti ferroviari, aerei, portuali, tra tutto il sud, che inficiano maggiormente la crescita pugliese e quindi tarantina.

Pino Aprile nella pagina facebook Terroni ha affermato che il Recovery plan consiste in un debito da scaricare sul meridione intero, senza intaccare il territorio a nord di Taranto; e la questione di Foggia sempre più commercialmente desertificata preoccupa l’opinione pubblica, con aumenti vertiginosi di delinquenza locale. Il porto di Bari infine, sembra politicamente non venir sfruttato con le sue potenzialità, come avviene per gli omologhi di Trieste e Genova. L’Ilva oggi privatizzata non si sa bene se, dopo la chiusura di due altiforni, stia attuando un pogramma ecologico di messa a norma teleologico alla sua ripartenza ed espansione.

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