Stamane e’ toccato a di Marzio, terrorista ultimo ricercato dalle autorita’ italiane, l’arresto a Parigi, in seguito allo sfuggimento nella retata di aprile ed al pronunciamento della Corte d’Assise di Roma, sul mancato raggiungimento della prescrizione ai primi di luglio. Di Marzio era latitane in Francia ed e’ accusato del mancato sequestro tra anni settanta e ottanta, del vicepresidente del centro di collocamento per la provincia di Roma, e dell’ l’omicidio del capo della Digos nell’82, allorchè l’assassino si presentò travestito da postino con tuta e blocchetto note in mano. L’agente secondo l’Unità, quotidiano dell’epoca, aprì la porta armato e sparò due colpi di difesa prima di essere atterrato da tre pallottole sul volto.

Si confida, a livello diplomatico, in un gesto solidale della Francia nel rilascio del brigatista presso il suo paese natio, in concomitanza con le condizioni di proteste urbane, guerriglia e disordini antigovernativi che asserragliano la Francia, contro l’obbligo della vaccinazione per sanitari ed in seguito cittadini; proteste enfatizzate dalle mosse dei Gilet Gialli che da mesi esecrano Macron. Il neoliberismo esasperato delle oligarchie francesi, il progressivo precariato lavorativo, il giogo governativo in Africa con il Cfa deittico di sbarchi clandestini irreversibili. Ancora le rivolte di piazza in Francia rimarcano il diniego al Green Pass e alla cesura programmata di servizi pubblici, emolumenti, pensioni, binariamente al ridimensionamento inveterato della classe media e della libertà di stampa. Spiccava, a tal proposito, pubblicata da un utente social, l’icona della gigliottina presso una piazza centrale della politica, in segno di esasperazione dei cittadini francesi attanagliati da varianti, epidemia, crisi economica. Ancora la Francia figura attualmente teatro di proteste contro lo sgretolamento delle piccole e medie imprese. Frattanto all’interno del sito italiano “numero6”, acerrimo nemico dei politici e banchieri, vige una intervista in incognito di un ex amministratore di spicco svizzero, nel mondo finanziario, che rimarca l’intenzione di limitare molto la Svizzera per mezza della propria autonomia monetaria e politica da Bruxelles. Senza poter poi esplicitare nomi e date il dimissionario operatore bancario cita le banche ticinesi come assai temute per i loro forzieri aurei nonchè utilizzate da servizi segreti e politici di alto rango, per pagare sicari politici con denaro immenso e non tracciato. Il top manager in tale intervista sulla piattaforma italiana antipolitica, ha citato la Gladio italiana nonchè il periodo delle Br come oleate da fondi svizzeri non messi a bilancio, e allude ad una restaurazione di Gladio a livello globale, nel caso il potere perdesse il controllo in questa fase di polemiche, rivolte popolari, accanimento politico, finanziario, farmaceutico e grand’industriale a detrimento delle nazioni.  

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