Sono più agguerriti che mai, apparentemente, e progressivamente più numerosi con lo scorrere dei giorni, gli amministratori locali del meridione approdati a Bruxelles per una petizione pubblica, politico-giuridica, che esorta a gran voce la perequazione del 60% dei soldi europei relativi il Recovery Plan, verso il suditalia. Come originariamente espresso dall’Europa con il beneplacito di Conte, e poi Draghi, i fondi del Recovery fund erano predisposti per ottemperare alle esigenze produttive, aziendali, infrastrutturali del sud, mentre pare siano stati stornati nella stessa misura al nord invece dello stremato meridione. Pino Aprile, autore del best seller “Terroni” e direttore del “Quotidiano del sud” esecra tali provvedimenti politici che inficiano l’Italia più povera, contemporaneamente alle pagine “Terroni” e “Movimento di equità Territoriale”-250000 affiliati-, le quali pubblicano la foto della salernitana ministra Carfagna alla firma di questo provvedimento esiziale per il rimanente del tessuto economico e sociale del Mezzogiorno. Ad ogni modo l’agone tra ministri e politici locali capeggiati da de Luca ed Emiliano va avanti ad oltranza pur rimanendo le città come Napoli scevre di luci notturne per molte ore a causa di lacune nella liquidità. Frattanto gli asili pubblici nella capitale del sud sono andati avanti per tutto l’anno a metà orario, cioè nove-dodici o nove-tredici in antitesi all’orario dovuto di 9-16, con nocumenti per famiglie e lavoratori. Le liste di attesa per prestazioni ospedaliere pubbliche presso il Cardarelli, principale ospedale del sud, si sono allungate ulteriormente e le offerte di lavoro più numerose figurano quelle annesse ai call center da meno di mille euro mensili, in tutto il meridione. La manutenzione stradale nelle arterie periferiche del meridione è peggiorata, con voragini nel peggiore dei casi, invece de Magistris, affiliato al movimento pro Recovery fund al sud, afferma che gli introiti fiscali versati a comune e regione dai napoletani e dai campani, basterebbero a smussare disservizi come i mezzi di trasporto pubblico del 1992 non del tutto sostituiti. Tuttavia le imposte racimolate sui territori vanno a Roma per tornare assai decimate nei luoghi da cui sono ricavate. Le recriminazione dei politici meridionali si protraggono da un pò e finiranno in seguito alla assegnazione lecita dei fondi europei garantiti al territotrio più indigente e degradato d’Europa-motivo per cui è stato scelto quale destinatario della somma monstre di denaro a debito. Viceversa stornando la maggioranza della liquidità europea al settentrione, Pino Aprile afferma che come al solito i debiti europei verranno scaricati sul suditalia, in ottica politica dell’ultimo secolo e mezzo; il chè poggia suò fondamento sui dati pubblicati dal giornalista tarantino in “Terroni” che vedono il reddito milanese superiore a quello napoletano dal 1938 in poi: ossia oltre mezzo secolo dopo l’unificazione nazionale.

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