Petrolio: situazione Italia/Usa/Cina

Le quotazioni del petrolio restano in netto calo in avvio di giornata sulla scia della possibilità di un rilascio delle riserve Usa: il greggio Wti passa di mano a 102,5 dollari al barile, con un calo del 5,37% rispetto alle quotazioni di ieri sera a New York.

Cede nettamente anche il Brent a 108,2 dollari con un calo del 4,58%.

Il petrolio è in brusca correzione dopo le indiscrezioni sul rilascio delle riserve strategiche su base quotidiana da parte degli Usa per compensare i problemi di fornitura sui mercati causati dalla Russia con la guerra contro l’Ucraina: il West Texas Intermediate (Wti) cede nelle contrattazioni asiatiche il 5,21%, a 102,20 dollari al barile, mentre il Brent cede il 4,23%, a 108,65 dollari.

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L’amministrazione Biden starebbe valutando la possibilità di sbloccare circa un milione di barili di petrolio al giorno dalle riserve strategiche Usa.

Lo riferisce Bloomberg citando fonti informate.

La Borsa di Tokyo apre la seduta col segno meno, seguendo la contrazione delle piazze azionarie Usa, mentre prevale lo scetticismo sui negoziati per il cessate il fuoco nel conflitto tra Russia ed Ucraina.

Il listino di riferimento Nikkei cede lo 0,74% a quota 27.818,58 con una perdita di 208 punti.

Il rublo recupera sul dollaro e torna di slancio ai valori pre-aggressione russa contro l’Ucraina, attestandosi a quota 76 (-5,263%): per l’acquisto di un dollaro, in altri termini, servono adesso 76 rubli, contro gli 84,95 del 24 febbraio e i 139,7 registrati il 7 marzo nel momento di massima debolezza.


Il trend rialzista ha beneficiato dell’ipotesi non esclusa dalla Cina di usare rubli o yuan nel commercio di fonti energetiche, in base a quanto riportato dalla Tass, citando il ministero degli Esteri di Pechino, secondo cui “gli operatori del mercato sono liberi di scegliere la valuta negli accordi bilaterali”.

Vladimir Potanin, presidente del colosso dei metalli Norilsk Nickel e considerato l’uomo d’affari più ricco della Russia, ha messo in guardia il Cremlino contro la confisca dei beni delle società fuggite dopo l’invasione dell’Ucraina, sottolineando che una simile mossa riporterebbe il Paese ai tempi della Rivoluzione d’ottobre del 1917.

Lo riporta la Cnn citando un post del magnate sull’account Telegram del gruppo Norilsk Nickel: “In primo luogo, ci porterebbe indietro di cento anni, al 1917, e le conseguenze di un tale passo – la sfiducia globale nei confronti della Russia da parte degli investitori – si farebbe sentire per molti decenni”. In secondo luogo – aggiunge Potanin – la decisione di molte aziende di sospendere le attività in Russia è, direi, di natura alquanto emotiva e potrebbe essere stata presa a causa di pressioni senza precedenti su di loro da parte dell’opinione pubblica all’estero. Quindi molto probabilmente torneranno. E personalmente, manterrei una tale opportunità per loro”.
    Potanin è il miliardario più ricco della Russia con oltre 22,5 miliardi di dollari, secondo Bloomberg, nonostante abbia perso circa un quarto della sua fortuna quest’anno a causa del crollo delle azioni di Norilsk Nickel: i titoli della società hanno perso oltre il 90% negli scambi londinesi prima di essere sospese, nonostante l’impennata dei prezzi delle sue materie prime.

La Russia ha affermato di considerare inaccettabile la presenza di qualsiasi infrastruttura militare statunitense o Nato nei paesi dell’Asia centrale al

confine con l’Afghanistan: lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, secondo quanto riportato dalla Tass. Lo ha detto alla terza conferenza ministeriale dei Paesi vicini all’Afghanistan (Russia, Cina, Iran, Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) in corso in Cina. – Se gli Usa dovessero dispiegare i missili di medio raggio in Europa, la Russia sarebbe costretta a prendere di mira i paesi che li ospitano-. Questo l’ avvertimento lanciato dal leader russo Vladimir Putin in conferenza stampa con il premier Giuseppe Conte a Mosca, dopo che Donald Trump ha annunciato il ritiro dal trattato Inf., opzioni mai piu’ rinnegate.

La Russia è pronta a dichiarare un cessate il fuoco temporaneo a Mariupol e ad aprire un corridoio umanitari verso Zaporizhzhya a condizione che Kiev soddisfi determinate condizioni.

Lo rendono noto fonti militari russe, riporta Interfax.

“Chiunque abbia la licenza di portare un’arma, questo è il momento di avere l’arma con sé”. Lo ha detto il premier Naftali Bennett rivolgendosi ai cittadini israeliani all’inizio della riunione di governo sugli attacchi terroristici subiti dal Paese in questa settimana. Il premier ha anche annunciato la creazione di una nuova unità denominata ‘Brigata della Guardia di Frontiera’ a cui, ha affermato, saranno assegnati incarichi “strategici”.

La Banca d’Italia chiude il 2021 con un utile lordo, prima delle imposte e dell’accantonamento a fondo rischi, di 9,2 miliardi di euro, 1 miliardo in meno del 2020. E’ quanto ha annunciato il governatore Ignazio Visco all’assemblea dei partecipanti al capitale sottolineando come “la riduzione è imputabile per 0,8 miliardi ai risultati da negoziazione (nel 2020 si erano registrate plusvalenze da cessioni azioni e quote fondi) e per 0,5 miliardi al margine di interesse”.

In terreno positivo ma appena sopra la parità, così apre le contrattazioni la Borsa di Milano. Le cesure al prezzo degli idrocarburi in Italia hanno omologato i gestori per soli cinquanta centesimi, pur in presenza di alcuni di essi che espongono prezzi di 1,70€ al litro e che accalcano clienti in modo sesquipedale.

I primo indice Ftse Mib ha segno positivo (+0,06% a 25.313 punti) e conta sul rialzo di Saipem (+2,6%), Pirelli (+0,8%), Unicredit (+0,8%) e Tim (+0,75%).

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