Lei è Chiara Gualzetti, lo scenario è il territorio a cavallo tra Modena e Bologna, una zona frequentata di sera, così come l’area in cui abitava la ragazza prima di essere uccisa intorno alle quattro di notte: lei sedici anni tra poco tempo, lui un conoscente con cui c’era una conoscenza prolungata non un rapporto sentimentale, che ha già confessato l’omicidio ai carabinieri che, in coordinamento con le guardie forestali, hanno celermente trovato il corpo esanime delle ragazza nella boscaglia. Erano presenti ferite da taglio sul suo collo e le ricerche relative alla dinamica del misfatto, si allargano agli interrogatori di amici e conoscenti ed analisi del profilo social della vittima. La ragazza minorenne apparteneva con picere ed onore ad una compagnia di arcieri che ricalcavano la storia del posto ma si lamentava anche dei reiterati assalti al suo corpo da parte di cinici uomini che ne lodavano instancabilmente l’intelligenza.

I genitori della ragazza hanno pubblicamente ringraziato le forze dell’ordine per la solerzia con cui hanno dipanato il caso, recapitato il cadavere ed inchiodato il colpevole, altro minorenne ora in una struttura detentiva.

Si alza imponente il grido di allarme verso i giovani e giovanissimi iperstimolati da fattori ed icone sessuali e insegnamenti a sfondo erotico da parte di tutti i media, i social, le pubblicità, apparentemente sempre più insensibili alle sfaccettature intellettuali, caratteriali e culturali, degli individui, che esulano dalla mera estetica. Ancora ragazzi obliati da strumenti di didattica a distanza straniante, solitudine, incomunicabilità con genitori e consimili, ma anche facilmente messi di fronte ad utilizzo nonchè facile acquisto di stupefacenti, alcool e conoscenza di soggetti perniciosi.

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