Di Paolo Paoletti

NAPOLI SUL BARATRO: FUORI DALL’EUROPA E’ FALLIMENTO. CALZONA COME MAZZARRI E PEGGIO DI GARCIA: 1,28 DI MEDIA PUNTI. L’ATALANTA HA VINTO 3 VOLTE: IN CAMPO, NELLA VISIONE E GESTIONE SOCIETARIA. CONTE? MANNA? PRIMA VENGONO STADIO, SETTORE GIOVANILE, SECONDA SQUADRA. DE LAURENTIS CEDA LA MAGGIORANZA A CHI PUO’ GARANTIRE COSTANTI INVESTIMENTI.

Ora tutti scrivono del fallimento Napoli. Bisognerebbe avere il coraggio di dire prima certe cose, ovviamente comprendendole.

Innanzitutto il fallimento, molto più che colpe, è comunque di De Laurentis, del suo Napoli all’insegna dell’uomo solo e incompetente al comando. Del suo immaginario progetto che non esprime alcuna progettazione se non quella del faccio tutto io.
Una società senza strutture e risorse umane di livello.
Un club che vive solo della prima squadra, intenta ad aumentare il cash in banca della proprietà.
Ora siamo arrivati al dunque…
L’Atalanta ha fatto emergere quanto ADL abbia PERSO 3 VOLTE contro Percassi, che con tutto il rispetto non è Inter, Milan, Juventus. E neanche la Roma….
Milan, Inter e Roma squadre delle 2 più importanti città italiane e Torino dove la Juventus è il club italiano più titolato con 70 trofei conquistati, seguita dal Milan con 49 titoli e dall’Inter con 45 competizioni vinte. Al 13º posto generale tra i club europei con più titoli, 7º posto considerando i campionati principali.

LA PRIMA SCONFITTA è certamente quella sul campo: un 3-0 mortificante in cui anche Gasperini ha notato l’assenza di entusiasmo, coraggio, motivazione degli azzurri.

LA SECONDA è nel raffronto di modelli gestionali tecnici: Gasperini tecnico della Dea da 8 anni; Calzona 12° allenatore dei 20 anni delaurentiani, di cui 6 esonerati e 6 fatti fuggire da De Laurentis. Tutti da ricordare:

  1. GIAN PIERO VENTURA, esonerato: 4 mesi e 7 giorni;
  2. EDOARDO REJA, subentrato ed esonerato: 4 anni e 1 mese;
  3. ROBERTO DONADONI, subentrato ed esonerato: 6 mesi e 25 giorni;
  4. WALTER MAZZARRI 1, subentrato: 3 anni e 7 mesi;
  5. RAFA BENITEZ, 1 anno e 11 mesi;
  6. MAURIZIO SARRI, 2°, 3°; 2° posto: 3 anni e 1 mese;
  7. CARLO ANCELOTTI, esonerato: 1 anno e 5 mesi;
  8. GENNARO GATTUSO, subentrato: 1 anno e 6 mesi;
  9. LUCIANO SPALLETTI: 3° scudetto: 1 anno e 11 mesi;
  10. RUDI GARCIA, esonerato: 136 giorni
  11. WALTER MAZZARRI 2, subentrato ed esonerato: 3 mesi;
    12: FRANCESCO CALZONA, subentrato…

A proposito di guida tecnica – unico ruolo che De Laurentis ancora non ha svolto (almeno ufficialmente) – Garcia aveva lasciato il Napoli in Champions e quarto in classifica. Il suo Napoli viaggiava a 1,75 di media (12 partite e 21 punti). Dopo Mazzarri ha fatto 12 partite, 15 punti: media 1,25. Calzona è a 1,28 con 9 punti in 7 gare.

LA TERZA SCONFITTA è sul modello aziendale.
A. SOCIO USA al 48% (il 55% dell’86% dei Percassi, proprietario della Dea dal 4 giugno 2010), gruppo di lavoro integrato, co-presidenza.

Dal 2022, il socio dei Percassi è Stephen Pagliuca ‘Managing Partner e Co-owner dei Boston Celtics, oltre che Co-chairman di Bain Capital, uno dei principali fondi di investimento al mondo’.
Una cordata che comprende professionisti di primo piano con profonda esperienza nel calcio e lo sport in genere.

Tutti peraltro rispettosi del restante 14% dei soci di minoranza della DEA Srl che non ha cambiato proprietari. L’altro 38,7% è in mano ai Percassi.

B. STADIO DI PROPRIETA’. A settembre 2024 sarà terminato il nuovo stadio di Bergamo con i 4 settori rinnovati: 25 mila posti a sedere (meglio dei 19.000 di prima) di cui 18 mila nelle due curve (settore ospiti da 1.500 compreso), per quello che sarà l’impianto più ‘popolare’ d’Italia. Investimento da 100 milioni, offrendo ai tifosi un’esperienza migliore e più coinvolgente.

C. CENTRO SPORTIVO ZINGONIA. Un gioiello all’avanguardia per gli allenamenti della prima squadra, un fortissimo settore giovanile, medicina dello sport, nutrizionismo.

I Percassi sono tornati all’Atalanta in serie B, stagione 2010/11, vincendo subito il campionato cadetto. Ed in 14 anni, negli ultimi 8 con Gasp allenatore, hanno conquistato l’Europa per ben 6 volte. Dando a Bergamo, piccola provincia lombarda di appena 120.000 abitanti, il piacere di sfidare i più prestigiosi club europei, quest’anno il Liverpool, sfiorando due anni fa la semifinale Champions contesa addirittura al PSG dello Sceicco.

Il successo nel calcio è dovuto alla competenza specifica: Antonio Percassi (1953) è stato infatti un ex difensore di Atalanta e Cesena, prima di diventare proprietario e presidente della Dea.

Occupa il 36º posto nella lista dei più ricchi d’Italia secondo Forbes, con un patrimonio di 1,3 miliardi di dollari.

A capo della holding Odissea Srl, di cui fanno parte marchi propri (nella cosmetica KIKO, Madina, Womo e Bullfrog, nelle calzature Vergelio), una serie di centri commerciali e l’Atalanta. Si occupa anche della gestione e dello sviluppo delle reti di vendita di grandi marchi internazionali: ZARA, LEGO, Starbucks, Victoria’s Secret, Nike, Gucci.

Niente male per un ex calciatore. Eppure 2 anni fa ha capito che doveva cedere almeno parte dell’Atalanta per garantire al club e i tifosi un futuro stabile, sereno, importante.

Di questa visione imprenditoriale e da appassionato di calcio che ha permesso il successo dei Percassi, De Laurentis non ha nulla, impegnato solo ad arricchirsi, senza un’idea di Progetto Napoli, di patrimonializzazione del club attraverso le strutture sportive, della strutturazione della società con dirigenti di alta e rodata esperienza.

L’ultimo 3-0 è stato quindi molto di più della sconfitta che taglia definitivamente le speranze di qualificazione Champions ma mette in dubbio anche la partecipazione all’Europa di serie B (Europa League) e C (Conference League).

Da qualche giorno ADL fa scrivere che è sulle tracce di Antonio Conte, il quale, invece, al momento, aspetta la Juve.
E anticipa di aver soffiato Giovanni Manna, 35 anni, primo collaboratore di Cristiano Giuntoli, anima della Next Gen, nella stagione in corso, Head of First Team al fianco del direttore tecnico.

Tecnico e DS, sono scelte importanti, ma meno del progetto da perseguire.
De Laurentis deve dire che Napoli vuol fare, vuol proporre ai napoletani.
Deve dire se investirà e quanto nel settore giovanile.
Se farà la seconda squadra, ormai indispensabile (invece di spendere soldi della SSCNapoli per il Bari).
Se e quando costruirà un centro sportivo all’altezza e di proprietà;
Se è quando farà il nuovo stadio di proprietà, invece di blaterare ipotetici sogni – becere provocazioni – su Bagnoli.

Dopo tutto ciò, e secondo quanto di queste lacune colmerà, potrà essere credibile sul futuro della prima squadra.

Lo scorso anno, avrebbe dovuto chiudere con Thiago Motta al quale bisognava dare il compito di portarsi dietro il DS Sartori, protagonista del grande Chievo, della mirabile Atalanta ed oggi del sorprendente Bologna. La riposta invece fu: “Thiago chiedi del DS, non ti basto io?”

Motta rifiutò, come ha rifiutato Tudor, dopo aver chiarito di non essere andato alla Lazio per la durata del contratto…

Allenatori entrambi oggi messi meglio in classifica del Napoli.
Il Bologna addirittura tornato ai tempi di Negri detto Carburo, difesa solida con Furlanis, Tumburus, Janich e Pavinato; centrocampo intelligente con Fogli, Bulgarelli, Haller. E poi l’attacco di Perani, Harald Nilsen e Pascutti, ovvero gioco, gol, spettacolo, attraverso il 4-3-3 futurista di Fuffo Bernardini.

Ma perchè i napoletani, cittadini della Terza Metropoli italiana, devono vedere Bologna e Atalanta, avanti non solo in classifica ma nettamente nelle idee dei rispettivi proprietari dei club?

Perchè il Napoli scudettato deve avere la peggiore difesa (36 gol subiti) tra le prime 10 del campionato. Subito prima di Monza e Genoa a 37?

Perchè bisogna continuare a subire angherie da un romano, originario di Torre Annunziata, cresciuto ai Parioli, il quale solo grazie a Franco Carraro e ai soldi anticipati a Corbelli per salvare Ferlaino, si ritrova oggi proprietario della squadra più importante del Sud Italia, attraverso un imbroglio perpetrato dal Tribunale di Napoli ed il contratto di fitto di ramo d’azienda già firmato e stracciato a Gaucci? Come VOLLE vent’anni fa IL SISTEMA!!!

P.S. Chi vuole rivangare l’assenza di magliette e palloni, post fallimento o il 3° fresco scudetto, merito di Spalletti, cambiasse giornalista.

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