Meloni attacca e viene lodata

Next generation Eu è evidente a tutti che non è più sufficiente” perché “non poteva tenere in considerazione l’impatto della guerra in Ucraina che ha inficiato le nostre economie. Bisogna fare di più oggi a livello Ue, partendo dal caro energia”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in collegamento con il festival delle Regioni in corso a Milano. Il presidente del Consiglio italiano ed anche presidente dei conservatori europei non si esime dal rimarcare la necessita’ di coprire i costi maggiorati per l’Italia, da parte della Bce, che ineriscono le migrazioni massive e reiterate, binariamente all’inflazione incipiente, il calmieramento dei prezzi che avvincono i beni di prima necessita’, la cesura delle tasse per le aziende, il gravame di imposte che impediscono aumenti fattivi in busta paga od alle pensioni; oppure la mera recisione dei prezzi dei carburanti e del gas. Il Next Generation Ue si innesta sulla svolta ecologica in guisa climatica con tecnologie improntate all’elettricita’ ed alla computerizzazione di tutto, al consolidamento dell’intelligenza artificiale eludendo, tuttavia, le problematiche connesse ai costi annosi delle materie prime, i temi come la sovranita’ alimentare, energetica, farmaceutica che vengono caldeggiati da fette crescenti di imprenditori e consumatori. Tale quadro si interseca con la situazione della Germania, che ha affermato di non poter produrre componenti elettriche alle attuali condizioni di mercato, alla luce della recessione della propria produzione industriale. Meloni sul futuro dell’Africa esorta immani investimenti europei onde creare sviluppo locale, barriere marittime di matrice europea per scongiurare sbarchi illegali ed accordi con i paesi africani tesi al collocamento locale degli immigrati.

Sul versante dei costi al dettaglio l’Italia vede il prezzo dell’olio che inficia i ristoratori, catapultato a novanta euro al barile dagli iniziali trenta, con perfino il pollo allo spiedo venduto a 12€ a Napoli e provincia, dagli 8€ di qualche tempo fa. Discorso analogo per i mattoni, il calcestruzzo ed i materiali edilizi, che fronteggiano una situazione parossistica lamentata da tutti. Cosi’ la pressione di Meloni in Europa sta riscontrando apprezzamenti da coloro che auspicano un allontanamento del Bel Paese da Bruxelles, sopratutto in questa fase in cui tutti o quasi i materiali per l’informatica, provengono dalla Cina.

Personalita’ del calibro del professor Malvezzi rimarcano che il Pnnr ed il Next Generation Ue di cui il primo si fregia, consistono in realta’ nell’occultamento della Troika in Italia, con eufemismi di sorta ed alludendo al mancato recapito dei soldi promessi nei tempi prestabiliti, con conseguente inasprimento della crisi italiana. Secondo invece altri opinionisti tutto il temporeggiamento dell’Europa sui temi cruciali per l’erario, e’ deittico della consapevolezza dell’impossibilita’ di posizionare la Troika e tassare gli immobili con le privatizzazioni del caso, le recisioni delle pensioni e l’aumento dell’Iva in Italia, da parte dell’Unione europea. Cio’ si pone in una congiuntura in cui si palesa sempre piu’ opportuna, una palingenesi politico-finanziaria che in Italia rilanci in modo ingente gli investimenti a deficit: quelli indirizzati verso aumenti salariali, pensionistici, investimenti pubblici verso i servizi, le infrastrutture, le aziende di stato e la cesura delle gabelle delle industrie.

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