Di Paolo Paoletti

IL DISASTRO NAPOLI NON SALVA NESSUNO: LA SQUADRA GIOCA CONTRO ADL, CALZONA RESTA UN ‘SECONDO’, DI LORENZO NON E’ UN CAPITANO. LE 4 MOSSE IN EXTREMIS: 1. RITIRO AD OLTRANZA, 2. ADL IN PANCHINA, 3. GIOCHI SOLO CHI VUOLE RESTARE, 4. TREGUA CON I TIFOSI OFFRENDO UN GRANDE MANAGER.

I numeri del disastro di quest’anno dopo 33 partite sono: 3 allenatori cambiati, 31 punti in meno in classifica, 10 partite perse, 50 gol fatti (contro i 69 dello scudetto), 41 subiti rispetto ai 23 della scorsa stagione. Dire che le colpe sono di tutti è un assunto vero quanto semplicistico.

Ad esempio c’è da chiedersi: perchè se De Laurentis volle tagliare gli stipendi del 30% dopo aver vinto uno Scudetto, come ha svelato Lozano, i giocatori avrebbero dovuto mantenere lo stesso standard prestativo?

Il Napoli ne ha perse 2 delle ultime quattro ed era da 25 anni che non subiva gol per 12 partite di seguito. E la contestazione dei tifosi ad Empoli, con Di Lorenzo chiamato sotto il settore ospiti, e le protesta al rientro della squadra a Napoli, sono tappe dello sfacelo progressivo.

De Laurentis è sceso ancora negli spogliatoi nell’intervallo, inutilmente. Questo Napoli non segue più nessuno… l’ho detto e scritto ben prima del Castellani.

Il cinepresidente vuole la squadra in ritiro fino a fine campionato ma non vuole deciderlo lui. Sarebbe il secondo ritiro punitivo e come a gennaio, quando c’era ancora Mazzarri, i giocatori non vogliono accettarlo.

La situazione ormai è pubblica: sono volati ancora gli stracci nello spogliatoio e pure in campo i gesti: i giocatori si sono mandati a quel paese, in un tutti contro tutti ingovernabile.
Calzona è stato costretto a sostituire Natan diventato capro espiatorio e molti se la sono presa anche con Osimhen sopportato solo quando segna. In tutto questo bailamma non si salva nessuno proprio come la squadra che è assente con encefalogramma piatto.

Calzona dice: “Responsabilità mia. Manca la voglia di vincere. Il problema è la testa, le gambe vanno. La squadra si porta dietro le scorie dell’annata. Provo a scuoterli anche con durezza e pretendo il massimo impegno fino all’ultima partita. I giocatori devono capire che siamo in debito con la città e con la società che ci paga ed abbiamo il dovere di finire il campionato nel migliore dei modi. Questa apatia mentale, ci porta ad essere apatici anche nel gioco, ci fanno gol ad ogni minima sbavatura. Credo al problema mentale, non trovo altre spiegazioni”.

Dai numeri, le dichiarazioni e le ricostruzioni, emergono 3 fattori:

  1. la squadra è contro De Laurentis.
  2. Cantona non sa cosa fare perchè è un secondo. Lo ha fatto per tutta la carriera e non ci si improvvisa allenatori.
  3. Lo spogliatoio non ha un Capitano. Di Lorenzo non lo è e non è capace del ruolo.

Cosa fare nelle ultime 5:

  1. certamente la squadra deve andare in ritiro, deve ordinarlo De Laurentis assumendosene la responsabilità e le conseguenze.
  2. il cinepresidente deve andare in panchina, smettere di nascondersi e stare lì a bordo campo dove tutto è più chiaro. Dove si capisce chi gioca e chi fa finta di giocare. Chi vuole restare a Napoli e chi dovrà andarsene obbligatoriamente.
  3. Calzona deve scegliere 14-15 giocatori e puntare su di loro. Solo loro fino alla fine. Restino fuori tutti quelli che non vogliono restare…
  4. Chiedere una tregua ai tifosi offrendo loro i maggiori responsabili del disastro. A cominciare da De Laurentis che dal prossimo anno deve impegnarsi a restare fuori da ogni scelta tecnica, affidando il Napoli ad un manager di chiara fama e provata esperienza.

Solo così si può sperare di entrare in Europa, anche quella di serie C, ovvero la Conference League. Restare fuori da tutto, proprio nell’anno delle 5 italiane in Superchampions e delle 3 semifinaliste italiane, è la peggior bocciatura per ADL, Chiavelli e tutta la famiglia.

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