L’arte, la trascuratezza e i giovani

Qualche anno fa, il 30 marzo 2010, è stata diffusa la notizia “sconsolatoria” che un’altra parte del
soffitto della leggendaria “Domus Aurea” di Nerone, a Roma, abbia ceduto perché soggetta a piogge, vento, traffico e alle radici degli alberi del giardino sovrastante (creato negli anni ’30).
Meno dannosa è la presenza, sopra la parte occidentale, di un campo da calcio occupato da immigrati extracomunitari che impedisce di proseguire lo scavo e l’esplorazione.. La Domus Aurea era un grande palazzo costruito per l’imperatore Nerone dopo il drammatico incendio che devastò
Roma nel ’64. La stravaganza della dimora che si estendeva per 2,5 chilometri, deriva dagli estesi rivestimenti in oro, con i soffitti stuccati incrostati di pietre semipreziose e lamine d’avorio ed enormi padiglioni per feste. Il cortile ottagonale era sormontato da una cupola con un gigantesco
abbaino centrale che lasciava entrare la luce del giorno, mentre le due sale da pranzo principali erano progettate in modo che fiancheggiassero il cortile. I mosaici, precedentemente riservati ai pavimenti, furono posizionati per ordine di Nerone sui soffitti a volta; questa tecnica fu imitata moltissimo in seguito, fino a diventare un’elemento fondamentale nell’arte cristiana.
Il terreno della Domus Aurea venne restituito al popolo romano dopo la morte dell’imperatore, e Vespasiano utilizzò lo spazio in cui era stato scavato il lago artificiale per costruirvi il mitico Anfiteatro Flavio. Anche le terme di Traiano e il Tempio di Venere e Roma si ergono sul terreno
occupato dalla Domus Aurea, che fu completamente sepolta sotto nuove costruzioni; tuttavia questo permise ai dipinti di conservarsi grazie all’azione della sabbia che li ha protetti dall’umidità.
Il crollo di parte della soffitta di questo straordinario monumento, la Domus Aurea, ha scatenato le critiche multilaterali al ministero dei beni culturali sulla gestione e manutenzione del patrimonio artistico, per il quale nel nostro paese non si fa mai abbastanza. La questione delle opere d’arte in Italia è estremamente seria perché lo stato di abbandono di molti monumenti e musei oltre che di importanti siti archeologici e la risposta disinteressata del pubblico, destano preoccupazione in chi ha veramente a cuore il rilancio dell’Italia tutta come meta privilegiata del turismo di massa.

Nel nostro paese purtroppo sembra mancare, nonostante la creazione del Ministero del turismo, una strategia di investimenti e di valorizzazione dell’intero patrimonio artistico-culturale presente nella
maggior parte del territorio. Non è sufficiente mantenere il turismo che irrora ricchezza a Roma o Venezia, perchè vi sono anche città come Potenza che nel loro piccolo offrono opere d’arte e bellezze architettoniche da visitare, e questo non viene supportato ed incentivato a dovere dagli enti preposti, che investono poco. Sul fronte dei musei c’è un modo per avvicinare i giovani all’arte, facendola diventare fruizione di massa a 360 gradi: bisognerebbe ritardare gli orari di apertura e chiusura dei musei in modo da renderli visitabili ai lavoratori ed ai giovani che hanno un po’di
tempo libero la sera; se come si vede gli stessi musei aprono la mattina per chiudere alle 18:00, non possono che essere visitati in maggioranza da scolaresche poco interessate e pensionati, i quali non rappresentano certo la porzione importante e produttiva della società, dunque dell’eventuale business pieno dei musei e dell’arte in Italia. Quella attuale che regola gli orari dei musei e forse anche di tutta la fruizione artistica in Italia, in quanto sbagliata, non può che cambiare per andare incontro al futuro che non potrà fare mai a meno dell’arte e del “bello” che risiedono in Italia piu’ che in qualunque altra parte del mondo.

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