Stellantis dopo quello che e’ stato definito un recente tonfo in borsa a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi inerenti il piano commerciale del secondo semestre 2024, ebbene il gruppo automobilistico attualmente egemone nel Vecchio Continente, deve rintuzzare attacchi multipli specialmente dall’Italia, e sopratutto in riferimento ad uno dei suoi maggiori azionisti: ovvero l’italo-canadese John Elkann a capo della finanziaria Exor cui afferiscono le innumerevoli attivita’ della famiglia Agnelli. Anche se e’ probabile una vittoria giuridica della fazione familiare attigua alla madre di John Elkann per cio’ che si configura come una classica e speciosa causa ereditario-aziendale che vede Margherita Agnelli contro il trittico di figli piu’ celebri avuti da Alain Elkann, la struttura di controllo societario della Fiat e della Exor, non cambierebbe in modo sostanziale; rispetto ad ora che e’ plasmata sulla guida e strategia di John Elkann. Quest’ultimo e’ stato recentemente crivellato da invettive od attacchi discreti che hanno avuto inizio da Montezemolo ex n1 Ferrari, fino all’ingegner Carlo de Benedetti, proprietario di Cir, nemesi di Exor ed ex amministratore delegato di Fiat medesima.
Montezemolo espresse un paio d’anni addietro, su la 7, rammarico e desolazione a causa di quello da egli definito un passaggio di proprieta’ di Fiat, rispetto all’Italia, su mani francesi. Infatti l’ex presidente Alitalia e Ferrari nonche’ cofautore del gruppo ferroviario Italo, ha enfatizzato la perdita di controllo e centralita’ di Torino, nell’ambito di Fiat gia’ fusa con Chrisler e tale modello aggoli viene replicato tuttavia, in Francia. Con Parigi sede di fatto centrale, per le decisioni, gli investimenti e la pianificazione della maggiore multinazionale privata d’Italia; e nessun calo clamoroso delle produzioni automobilistiche, binariamente a tenute ed aumenti di produzione Stellantis, in Spagna e Polonia. Questi dati vengono slatentizzati alla luce delle dichiarazioni di Giorgetto Giugiaro contro le decisioni verticistiche Stellantis, che recide i contratti con una dovizia di piccoli produttori di componentistica italiani che versano in condizioni difficili. Nel pantano che avvolge la proprieta’ Stellantis si aggiunge anche l’azionariato per poco piu’ del 6% nell’aggregato automobilistico italo-americano-francese, da parte dello stato francese: situazione sprovvista per l’Italia che si ostina a mantenere gravosa la tassazione per aziende e privati, ed a un livello superiore a Parigi. Gia’ Marchionne esecrava l’Irap come gabella ai limiti dell’illecito ed antiproduttiva per cui le difficolta’ Fiat, Alfa, Maserati, di raggiungere adeguati volumi di vendita nel Bel Paese vessato da crisi altalenanti e potere d’acquisto ridimensionato. Fino alla svolta della sede fiscale in Olanda, paradiso fiscale rifugio per le principali multinazionali forestiere operanti in Europa, cui la Fiat di Elkann ha saputo equiparare per mezzo di record ed operazioni finanziarie spericolate, tra cui spiccano l’acquisizione totale di Chrysler attuata da Marchionne oppure la recentissima scalata a Philips concretizzata dal nipote prediletto di Gianni Agnelli. Exor risulta arrembante nel planetario finanziario globale, interna a produzioni militari, aeree e ferroviarie italiane, oltre che dietro il prosieguo della storia Juventus, che continua ad essere squadra piu’ vincente d’Italia ma al contempo tra le maggiori a livello mondiale. John Elkann e’ stato descritto da de Benedetti come pavido e non veramente italiano, anche a causa della svendita del gruppo editoriale Gedi acquistato dal proprietario di Cir e non consolidato al punto da rimettergli i conti in ordine. De Benedetti in una recente dichiarazione, ha biasimato John Elkann come scevro di visione per le sue aziende, ed affezione nei confronti dell’Italia: gli ha tuttavia riconosciuto un’encomiabile mente e capacita’ finanziarie con cui e’ in grado, John Elkann, di barcamenarsi tra le difficolta’, espandersi a livello industriale, ed assicurare dividendi costanti od in crescita per i suoi azionisti. Citando i ringraziamenti da parte di John Elkann per aver realizzato la Panda con cui la Fiat degli anni di Piombo usci’ dallo stallo e si riaffermo’ gruppo egemone in Europa, l’ingegner de Benedetti racconta della miopia gestionale del gruppo Fiat, nell’esimersi dal coinvolgere Giugiaro che era il miglior carrozziere di Torino, unicamente perche’ si era precedentemente licenziato dalla multinazionale di Torino. Carlo de Benedetti inoltre, contrattacca alle accuse a suo carico nell’ambito della sua esautorazione dalla Fiat in quanto accusato di volerla scalare con l’ausilio di capitali di matrice sionista: de Benedetti rimarca l’infondatezza di tutto cio’ attribuendo la colpa al banchiere Cuccia all’epoca affiliato al leggendario Gianni Agnelli. E si presenta come una sorta di patriota che il primogenito Elkann non sarebbe. Mentre Giugiaro attacca Fca per una mancanza di visione verso l’approccio tutto italiano all’automobile, attualmente ed a differenza del passato, il capo Exor puo’ vantare un incremento patrimoniale Stellantis ed il primato europeo nelle vendite annuali, avendo scalzato i tedeschi della Volkswagen, ma a margine del calo Fiat dell’ultimo trimestre, John Elkann ha spiegato che nel nuovo alveo Stellantis, Fiat e’ stato il marchio con vendite maggiori. E la nuova 500 sara’ gia’ quest’anno, commercializzata anche nella versione a benzina, diversamente dal principio esclusivamente elettrico. Inoltre Alfa Romeo sta riscontrando proseliti crescenti a livello mondiale, e non soltanto continentale, binariamente alla Ferrari che in formula 1 si appresta a ricostruire le annate auree che hanno caratterizzato la prima decade del nuovo millennio. Infine Ferrari si riconferma egemonica a livello di dream car e sotto tutti i punti di vista, nell’agguerritissimo contesto internazionale. In questa congiuntura che vede il mercato automobilistico italiano annaspare a causa dello sfaldamento economico della classe media e della assoluta precarieta’ economica dei giovani e giovanissimi, si configura un sempre piu’ tangibile rilancio dello storico marchio Lancia, con una forte ripresa identitaria e la possibilita’ di preordinare la nuova Lancia Y che si presenta come un connubio tra la diffusissima ex Y 10 sempre piu’ evoluta, una piccola Tesla ed una stratosferica Stratos, analizzando il posteriore. Con la promessa di rivedere la mitica Lancia Delta sfrecciare sulle strade, dalle identiche peculiarita’ di quella originaria. Anche se in Italia viene disprezzato l’elettrico che di fatto sara’ onnipresente nelle macchine venture, Lancia ed Alfa, e’ veramente predisposta dal gruppo Stellantis, anche una versione ad alimentazione classica per ogni nuovo ed attuale modello. Ed oltre a Delta e nuova Y, Lancia preconizza anche una Thema ed un suv, in un futuro non troppo anteriore. A quanti lamentano l’adozione di una piattaforma francese per le ultime Alfa, va doverosamente ribattuto che da un lato tutte le maggiori case di produzione auto, anche se apparentemente disparate, da anni utilizzano piattaforme comuni. Viceversa Fca per Giulia ha sviluppato la vincente e propria piattaforma Giorgio che, intuitivamente, non verra’ dismessa integralmente, ma altresi’ non ha garantito volumi di vendita sufficienti da essere autonomi, a livello Fiat, da questo punto di vista. Tutto cio’ sebbene Giulia e Stelvio derivate da Giorgio, si configurano quanto o poco superiori, a livello aggregato, rispetto alle nemesi americane, europee, asiatiche.
Le critiche al numero 1 di Exor focalizzano anche la questione degli incentivi esosi all’esodo, binariamente alla cassa integrazione in ascesa per l’Italia, alla vendita dello stabilimento Maserati-nonostante essa rappresenti un punto fermo nel gradimento del settore luxury dell’auto, tutto italiano-: il presidente Exor e Stellantis ha a tal proposito replicato che sono in fase di studio piani di partecipazione agli utili aziendali, per i dipendenti italiani del gruppo, e strategie di buone retribuzioni dirette ed indirette, nei confronti degli operai italiani ex Fiat. Va in questo pantano sociopolitico e geoeconomico asserito, altresi’, che le strategie di Marchionne incentrate sulla continuazione del possesso, da parte di Fca odiernamente Stellantis, verso Lancia ed Alfa, sono state pedissequamente seguite dalla famiglia Elkann, ad onta di offerte sesquipedali per appropriarsi di Alfa Romeo per cio’ che riguarda il gruppo Volkwagen, forte di un piano gia’ stilato anche dopo l’inserimento di Pininfarina e da Silva nel conglomerato auto; ed infine interesse ed offerte appetibili per rilevare Lancia sebbene la flessione del mercato europeo apparisse irreversibile. Fiat non ha ceduto ed attualmente i risultati per i marchi italiani, compresa Lancia, risultano in costante e graduale ascesa. Quest’anno il quarto gruppo auto piu’ importante del mondo, per mezzo dei ricavi entusiasmanti ottenuti, ha stanziato l’aumento della mercede per l’amministratore delegato portoghese Carlos Tavarez, che ha intascato 35 milioni. Il sottoscritto non ha avuto alcun tipo di finanziamento, diretto od indiretto da parte della proprieta’ Exor, per redigere tale editoriale a mo’ di panegirico, tuttavia ha inteso sciorinare dati e realta’ effettivi e per lo piu’ antitetici alla dialettica politica ed economica in auge nel Bel Paese, per una questione di pluralismo dell’informazione ed assoluta completezza di essa.