Campania prima regione per malattie

Antonio Marcella denuncia una nuova, miserrima e spaventosa tendenza, della regione Campania, con dati veramente allarmanti.

Il report Osmed 2021 (fine luglio 2022) sul consumo di farmaci in Italia certifica che la Campania primeggia. Questo pur restando la Regione più giovane di Italia e, per questo motivo, la Scienza ci dice che il “consumo sanitario” specie di farmaci dovrebbe essere inferiore. Su questa base scientifica pertanto il Ssn eroga per la Campania la quota capitaria più bassa di Italia con circa 200 milioni di euro/anno in meno.

“Fa veramente impressione per un competente tecnico come me – titolare dell’incarico di Farmaco economia presso il prestigioso IRCCS Pascale sin dal luglio del 2001, e, per questo, diventato Presidente dei Medici dell’Ambiente di Napoli – dovere prendere atto di come, con estrema attenzione da parte di tutti i “tecnici” campani intervistati sull’argomento a cominciare dai sindacalisti medici, si eviti persino di pronunziare la locuzione “degrado e disastro ambientale” alla base del danno sanitario da deprivazione economica, che invece si cita in eccesso quale determinante patogenetica prioritaria del danno gravissimo alla salute pubblica che ormai tutti i circa tre milioni di cittadini campani che vivono nella cosiddetta Terra dei Fuochi campana sperimentano ogni giorno sulla propria pelle. Cio’ con roghi tossici immensi e quotidiani in questa quarta fase, mentre il nostro Presidente Vincenzo De Luca nega ancora che ne esista una prima.

Cosa nasce prima ed è più importante anche come base scientifica per chiedere adeguato ristoro sul fondo del Ssn? La deprivazione economica, con “colpa” quindi da addossare ai soli cittadini “poveri” che in quanto tali lavorano in eccesso anche in nero, o un degrado ambientale grave, pluridecennale e ingravescente, dovuto innanzitutto ad una politica becera e clientelare che non vuole affrontare i dovuti controlli preventivi sulle aziende manifatturiere – specie per evitare l’eccesso di lavoro nero.

L’eccesso di lavoro nero e conseguente “smaltimento a nero”, derivante dalla “deprivazione economica” da oltre trenta anni, ci ha reso ufficialmente i cittadini più giovani ma più malati di Italia. Ma attenzione, quasi esclusivamente nelle province di Napoli e Caserta. A conferma di ciò:
a) i dati inoppugnabili che certificano l’assenza di significative differenze in aspettativa di vita tra provincia di Napoli e resto d’Italia negli anni Settanta, pur da sempre registrando Napoli il dato più basso in termini di Pil pro capite;

b)Non consumiamo farmaci in eccesso soltanto perché più poveri (la povertà così come la vecchiaia non è sinonimo di malattia), ma perché la deprivazione economica è fedele spia metodologica,

ma non unica e sottostimante, di un degrado sociale e civile con eccesso di lavoro nero e dominio incontrastato della camorra che determina il maggiore degrado ambientale (Terra dei Fuochi che non si deve neanche nominare), vera causa del danno alla salute pubblica da ormai oltre trent’anni.

Dispiace e addolora che persino i sindacati medici si allineino alle richieste della politica di non nominare non solo Terra dei Fuochi, ma anche “degrado ambientale” quale principale causa patogenetica del danno alla salute pubblica provocata dal malgoverno ultratrentennale della nostra martirizzata regione Campania, allineandosi alla “versione ufficiale” della sola “deprivazione economica” quale unica causa di tale disastro sociale e ambientale divenuto ormai soprattutto sanitario.
Nasce prima l’uovo o la gallina? In ogni caso la responsabilità del malgoverno ultra trentennale nella mia Regione sul piano della Prevenzione Primaria e del mancato controllo del territorio e delle attività industriali manifatturiere in nero risulta ampiamente una determinante patogenetica maggiore della sola e misera “deprivazione economica”, sottostimante e falsata come dato in Campania proprio dall’eccesso di lavoro nero.

Quindi non solo i problemi non li si nomina in modo da non affrontarli ma, mentre la gente continua a morire, le possibilità di salvare la propria vita si riducono drasticamente attraverso una ripartizione del fondo sanitario nazionale ingiusta e penalizzante che certifica un genocidio di massa che non fa rumore al sud”. Si sfoga Marcella.

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