Brunetta difende Draghi


Francesco Carrino e’ un commercialista lucano con un grande seguito social, che esprime quotidiani e gratuiti pareri con direttive di stampo economico e fiscale, ma ha anche due giorni da alluso al motivo per cui Draghi risulterebbe vitale per l’Italia, parafrasando Brunetta, professore, ministro e famigerato politico di lungo corso: Draghi per Brunetta e’ impossibile da far cadere altrimenti il giorno seguente l’Italia sarebbe in bancarotta, alla stessa stregua di cio’ che staziona in Grecia gia’ da un lustro, con tagli colossali alla spesa pubblica, ai salari, alle pensioni ed ai posti di lavoro. Draghi, alla luce dell’augusta considerazione che gode al di fuori dei confini nazionali, starebbe garantendo la tenuta economica dell’Italia, gravata per Brunetta da un debito insostenibile.
Alla luce di quanto emerso da Brunetta ed amplificato da Carrino, tuttavia, non si sono fatte attendere le reazioni di scherno ma anche le critiche ad entrambi, da parte del quartetto di finanzieri, commercialisti, manager e professori con visione diametralmente opposta alle direttive governative, ossia Grossi, Malvezzi, Micalizzi, Galloni. Anche se il temuto e prestigioso Giulio Tremonti ormai condivide apertamente il parere di questi periti di economia disallineati, la situazione debitoria dell’Italia e’ pienamente sotto controllo in quanto la maggioranza del debito e’ detenuto dagli italiani, i fondamentali economici dell’Italia sono encomiabili, i depositi privati pingui e l’indebitamento privato esiguo ed i servizi pubblici ancora decenti. Se l’Italia uscisse dall’euro avrebbe un prodromo di qualche anno di probabile stallo e depauperamento maggiore di oggi, tuttavia dopo un poco tornerebbe a crescere a ritmi entusiasmanti, concordano tutti gli economisti. Anche se per eludere la bancarotta in maniera immediata, secondo Grossi, sarebbe opportuno emettere una lira con valore uguale ad un euro teleologica a non recidere i guadagni ed i risparmi attuali, pagare tutto il debito ancora in mano ad istituti e privati forestieri, disinnescando cosi’ la bancarotta per l’Italia. Ancora Malvezzi, tra gli economisti che smantellano i timori di Carrino e Brunetta, caldeggia per un ritorno pubblico nel settore infrastrutturale italiano e immettere centinania di miliardi garantiti dalla Banca d’Italia a favore del meridioni per ripartire con maggior potere economico della Germania. Binariamente a Malvezzi Guido Grossi enfatizza un riancio statale di ogni tipo di industria interessante ed artigianato al fine di non risentire per nulla del contraccolpo finanziario del ritorno alla lira.
Alberto Micalizzi, finanziere in Svizzera e Londra, vocifera della creazione di un titolo pubblico garantito da stato e banca d’Italia a buon interesse per i correntisti italiani forti della terza maggior quota di liquidi al mondo-2000 miliardi bramati dalla finanza speculativa: in tal guisa debito ed interessi, binariamente a crescita pil a doppia cifra, verrebbero immantinente pagati.
Con trecento sessanta miliardi tutti italiani investiti dai duemila attuali in titoli ad alto rendimento e senza debito, a parere di tutti i suddetti esperti, scomparirebbero precariato e disoccupazione dall’Italia, oltre ad ogni debito pubblico. Se a cio’ si aggiunge che ogni debito pubblico e’ inestinguibile per natura, l’ottimismo torna. Mentre Gallone suggerisce una valuta parallela di stato-statonote-non vietata dai trattati europei, per congelare i debiti, crescere in modo sontuoso e ripagare in contanti e non in molto anni, i debiti sottoscritti con Europa, America e Cina.

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