Roma, 29 settembre 2023 – In una nota Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, istituzione liberale ispirata al Premio Nobel americano, è intervenuto sulle politiche economiche del Governo.
“Gli esponenti del Governo che difendono ancora una volta la tassa sugli extraprofitti bancari, già bocciata dalla BCE, non hanno ancora capito che non ci troviamo in una campagna elettorale permanente, ma che queste misure si riveleranno presto dei gravi errori in materia economica. C’è bisogno di un governo che sia ispirato da una visione politica chiara di medio-lungo periodo, che stabilisca con saggezza e visione le proprie politiche economiche, senza casualità e improvvisazione.
Quella tassa non è stata altro che una misura pauperista e populista, come altre promosse in questo periodo, che rappresentano soltanto delle tasse indirette nei confronti di tutti gli italiani. Le banche, così come non dovrebbero ricevere sussidi da parte dello Stato, non dovrebbero subire trattamenti fiscali diversi dalle altre aziende.
Non si è mai visto al mondo un governo di Centrodestra che sancisce il principio per il quale sia lo Stato a stabilire quali profitti dei privati siano giusti e quali siano sbagliati, definendoli extra e tassandoli.
Abbiamo visto misure simili per quanto riguarda il tetto al prezzo dei voli aerei, i prezzi calmierati e la riforma dei taxi, oltre che la difesa delle concessioni dei balneari.
Difendere le corporazioni non significa tutelare il libero mercato, ma bensì il contrario. Torniamo a chiedere alla maggioranza di Governo di riprendere i principi liberisti che hanno ispirato il programma economico in fase elettorale, perché è proprio per quei principi che gli italiani li hanno votati.
Chiediamo ancora una volta al Presidente Giorgia Meloni di scegliere, da leader dei conservatori europei, quale sia il modello politico di riferimento a cui ispira la sua azione?
Il Regno Unito della Tatcher, gli Stati Uniti di Reagan o il Venezuela di Maduro e la Cuba di Castro? Alcuni esponenti del suo esecutivo sembrano essere proprio dei nostalgici dei modelli di riferimento per chi ama il socialismo.
Il Governo è a un bivio, ma ora è chiamato a scegliere una volta per tutte.”. Il governo per ora ha archiviato qualsiasi emendamento propedeutico alla tassazione delle banche, anche se l’acredine popolare nei confronti del sistema liberare promosso dal think thank summenzionato, monta in maniera inesorabile. E in relazione agli extraprofitti realizzati dalle banche private coadiuvate dalla Bce, delle multinazionali del farmaco, delle armi, della tecnologia e dei media, sono numerosissime le persone inficiate dalla crisi annosa ed enfatizzata con il Covid, l’inflazione e la guerra, a reclamare una perequazione degli incassi. A maggior ragione a causa della cesura del reddito di cittadinanza da parte di Meloni.
Si assiste ad un agone ctonio, nella societa’, tra costituzionalisti e ordocapitalisti, con i primi a caldeggiare prezzi calmierati e ripristino della sovranita’ monetaria, politica ed economica, a fronte dei secondi che aborriscono interventi statali a favore di collettivita’ e piccole-medie imprese svincolate dal settore macrofinanziario; e suffragando da una parte le deregolamentazione dei mercati, dall’altra la collettivizzazione delle perdite con la privatizzazione degli utili, in guisa difforme cosi’, alle prescrizioni costituzionali non solo italiane, bensi’ europee. Ad ogni modo il numero di indigenti del mondo, il declino economico del blocco euroamericano, dimostrano che le politiche che hanno contrassegnato la Tatcher siano inferiori, in quanto a benefici, a quelle interrotte nell’Italia di un trentennio fa che commistionavano socialismo e liberismo secondo i crismi della Costituzione, sfociate nell’affermazione del Bel Paese in qualita’ di quarta potenza mondiale, con la classe media piu’ sviluppata e facoltosa del mondo; infine per l’Italia dove vigeva un connubio fra Liberismo e Socialismo, si appropinquava nel ‘2000, secondo le proiezioni targate ’92 dal Financial Times, il sorpasso ai danni della Germania verso il terzo posto tra le potenze mondiali. Risultato troncato con l’ingresso dell’Italia nell’Euro da un lato, e nel sistema monetario internazionale “Sme”, dall’altro.