Giorno Della Memoria Tra Accuse Ai Nazisti Ucraini

Di Rita Lazzaro

27 gennaio, giorno della memoria. Un giorno da scolpire nel cuore e da ricordare ai nostri figli affinché le vittime dell’Olocausto restino solo una della pagine più buie della storia dell’uomo dove l’umanità divenne barbarie.Le vittime di questo abominio furono quelle persone private del diritto di vivere da esseri umani, a seguito delle misure di persecuzione razziale e politica, di pulizia etnica e di genocidio, messe in atto dal regime nazista del Terzo Reich e dai loro alleati, tra il 1933 e il 1945.
Secondo i dati dello United States Holocaust Memorial Museum la % delle vittime secondo un numero approssimativo fu la seguente:
Ebrei (Jews) 42% 6 milioni.
Polacchi , Ucraini e Bielorussi (Ethnic Poles, Ukranians & Belarrussians) 22% 3.5 / 4 milioni.
Prigionieri di guerra sovietici (Soviet POWs) 20% 3 milioni.
Politici (Politicals) 10% 1.5 / 2 milioni.
Jugoslavi (Jugoslavia) 3% 320.000 / 350.000 (serbi); 20.000 / 25.000 (sloveni).
Rom 2% 196.000 / 300.000.
Disabili (Disabled) 1% 250.000 / 270.000.
Altri (Other) 1% 5.000 / 15.000 (omosessuali); 1.900 (testimoni di Geova); piccoli gruppi di afro-europei; ecc.
Dati agghiaccianti dei quali fu complice anche la nostra Nazione. Infatti il contenuto delle leggi razziali fasciste fu annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste dal dittatore Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città. Ma tra gli italiani ci fu anche chi si oppose a questo scempio di civiltà.
Tra questi da ricordare Giorgio Perlasca, un commerciante italiano che nell’inverno del 1944, durante la seconda guerra mondiale, fingendosi console generale spagnolo, salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi, strappandoli alla deportazione nazista ed alla Shoah.
Oggi, in occasione di questa data tanto amara quanto pesante, parleremo proprio di quest’uomo coraggio.
Ne parleremo con Marco Sonseri, autore del fumetto che racconta la storia di un italiano simbolo di lotta e di resistenza.
Un lavoro ReNoir Comics realizzato nel 2011 con la prefazione di Franco Perlasca, figlio del protagonista del fumetto, e che la Fondazione Perlasca continua a far girare nelle scuole durante i suoi incontri. Un fumetto che si può ordinare su Amazon, sul sito Renoir Comcis (www.renoircomics.it) o che si può richiedere andando in libreria o fumetteria, facendoselo ordinare.
1)Marco, cosa l’ ha spinta a realizzare un fumetto su Giorgio Perlasca?
” Volevo raccontare una bella storia, una di quelle che lascia a bocca aperta per le imprese che vengono compiute.
Una storia in cui spirito di sacrificio e amore per la vita si fondono. La storia di Giorgio Perlasca è sicuramente questo tipo di racconto” .
2)Qual è l’aspetto della vita di quest’uomo che l’ha particolarmente colpita e che ha quindi voluto mettere maggiormente in evidenza attraverso il suo lavoro da fumettista?
“Sicuramente l’intraprendenza e la grande umanità.
Giorgio Perlasca non riusciva a sopportare l’idea che in Ungheria, dove si trovava per lavoro, venissero massacrati gli ebrei.
E così, inaspettatamente, quando la situazione precipita e la stessa Ungheria diviene per gli ebrei un carcere a cielo aperto, decide di fare qualcosa.
Un uomo comune, come me o come chi ci sta leggendo, per esempio, che è riuscito a fare la differenza”.

Tra che cosa? “Ma tra la vita e la morte di tanta altra gente”.
Il premier Giorgia Meloni ha condannato più volte le leggi razziali e ogni forma di razzismo.
3)Cosa ne pensa a riguardo, visti i continui attacchi di fascismo contro il nuovo governo?
“Le parole hanno sicuramente un peso, soprattutto per spiegare le proprie posizioni e fugare eventualmente dei dubbi.
Diciamo che sono la prima mossa da fare, ma non l’unica. La Premier Meloni ha condannato apertamente le leggi razziali, è vero.
Ricordo chiaramente le sue dichiarazioni.
Tuttavia all’interno di Fratelli d’Italia, per esempio, si sono verificati episodi estremamente imbarazzanti e fin troppo recenti che non hanno sicuramente supportato le parole della loro leader.
Tutti ricorderanno, al riguardo, l’intervista che ha rilasciato il fratello del senatore La Russa a La Zanzara. Episodi come quelli gettano ombra su qualsiasi dichiarazione, soprattutto se non vengono presi dei provvedimenti.
Ecco, la storia di Perlasca, invece, ci ricorda come è importante far seguire i fatti alle parole se si vuole provare a migliorare le cose”.
Primo Levi raccomandava sempre di vegliare perché “torneranno”. 4)Secondo lei, questo rischio si è attutito oppure è sempre più vigente o si è addirittura realizzato?
“No, realizzato no. Ma Primo Levi non poteva dire diversamente e vista la sua esperienza, fin troppo concreta e drammatica, il suo monito era più che pertinente.
Ci sono forme di governo che se analizzate sotto il profilo storico, quindi avulse diciamo da ogni passione politica, non possono che generare timori. Anche in questo caso devo citare però Perlasca, perché ricordava ai più giovani che non bisogna girarsi mai dall’altra parte.
E questo vale anche quando dal grembo politico fuoriescono delle aberrazioni.
E il secolo scorso ne è stata la prova. E non solo per il fascismo. Se c’è per ora questo rischio concreto? Voglio pensare di no”.
Lei ha cercato di raccontare la storia di “un uomo comune” attraverso un fumetto.
5)Perché proprio questo titolo?
“Perché siamo tutti bravi a delegare.
L’idea dell’eroe è un’idea affascinante ma pericolosa. Ci pensa lui, che è bravo, io mi limito a guardare. Questo pensiero porta all’inattività. Invece Giorgio Perlasca era un uomo comune, come me o lei, ma che ha deciso di intervenire. Ed in questo modo ha fatto la differenza”.
6)A proposito di fumetti, a suo avviso, il mondo della fumettistica è sensibile a queste tematiche o si dovrebbe fare di più ed in che modo?
“Si, il mondo del fumetto è molto sensibile a questi temi. Oggi si è arrivati ad un punto importante nell’editoria fumettistica: con il fumetto si può raccontare tutto. Non è che prima non si potesse fare, attenzione, ma ora certe proposte narrative si possono anche commercializzare con molta più facilità”.
7) A proposito di agire per sensibilizzare su simili orrori, cosa condanna alla politica e alla società, scuola e famiglie incluse, e cosa invece la rincuora?
“La politica ha un grosso vulnus: è letteralmente spaccata. Guelfi e Ghibellini. E così non va. All’interno del rispetto delle proprie identità, bisogna trovarsi. Ma è ben lontana dal farlo. Anzi, non lo vuole fare affatto.
Ed a pagarne il prezzo sono l’Italia e gli italiani.
Mi rincuora invece il fatto che c’è tanta, tantissima gente perbene e pronta a rimboccarsi le maniche per costruire una società più equa”.
8) Sulla base di ciò che vede e sente, cosa si aspetta dal futuro soprattutto riguardo i giovani su simili abomini che hanno segnato ma anche insegnato?
“Giovani e adulti. Dobbiamo imparare a condividere. Esperienze, prima di tutto. È questo che mi aspetto da loro e da me stesso. La condivisione è il segreto della felicità” .

Condivisione ossia spartire insieme con altri, sicuramente un passo decisivo per la raggiungere la felicità.
Dopotutto, come scrisse Aristotele,” l’uomo è un animale sociale “.

Risulta di questi tempi tuttavia opportuno citare la presenza acclarata di militanti e truppe naziste che sotto l’effige di Azov, danneggiano l’Ucraina da alcuni anni, nel ripudio della comunita’ social consapevole e nell’omerta’ apparente dei principali mezzi di informazione. Cosi’ come va focalizzata e rimarcata, all’interno della comunita’ ebraica ubiquitaria, la presenza di frange estremiste come i sionisti che inficiano i mirabili e pacifici ebrei tradizionali.

Lascia il tuo commento
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail