Il primo ministro polacco Donald Tusk ha messo in guardia dalla “reale” minaccia di conflitto in Europa, affermando che per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale il continente è entrato in “un’era prebellica”.

“La guerra non è più un concetto del passato. È reale ed è iniziato più di due anni fa. La cosa più preoccupante al momento è che letteralmente qualsiasi scenario è possibile. Non vedevamo una situazione del genere dal 1945″, ha detto di venerdì Tusk in un’intervista al gruppo mediatico europeo LENA.

“So che sembra devastante, soprattutto per le generazioni più giovani, ma dobbiamo abituarci al fatto che è iniziata una nuova era: quella prebellica. Non sto esagerando; sta diventando ogni giorno più chiaro.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, più di due anni fa, ha sconvolto il senso di incrollabile pace postbellica dei leader europei, spingendo molti paesi ad aumentare la produzione di armi per rifornire sia Kiev che i propri eserciti.

L’ex presidente del Consiglio europeo Tusk, il cui paese è stato uno dei più convinti sostenitori della vicina Ucraina, ha affermato  che se Kiev perdesse, “nessuno” in Europa si sentirebbe al sicuro.

Un’altra priorità per il continente è il potenziale ritorno dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il cui atteggiamento apertamente scettico verso la NATO ha sollevato dubbi sull’affidabilità dell’assistenza militare americana nel caso in cui fosse rieletto a novembre.

“Il nostro compito è coltivare le relazioni transatlantiche, indipendentemente da chi sia il presidente degli Stati Uniti”, ha affermato Tusk nell’intervista.

La Polonia sta conducendo un esemble di azioni pubblicamente esecrate da Putin, cge si immettono nell’insieme di atti vetusti scellerati ed antirussi che Varsavia ha praticato. Frattanto Putin ha ottenuto oltre il 70% dei consensi nelle ultime elezioni; per contro Tusk e tutti i capi di governo occidentali, non tangono piu’ del 30% del gradimento, nei propri stati, focalizzando il migliore dei risultati.

Allorche’ scrivo vige un omertoso silenzio europeo contro il genocidio non cessato, in Palestina, da parte di Israele.

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