Paragone/Amodeo/Malvezzi: piovono accuse di tradimento/bugie ed abusivismo

Sono due tra i più seguiti giornalisti, di cui uno anche parlamentare e capopartito, ad inveire all’unisono contro Draghi e l’esecutivo italiano: Francesco Amodeo, redattore di inchiesta, autore della “Matrix europea” ed editore con Matrix edizioni si piazza nella postazione di “sparo” limitrofa a quella dell’ex senatore 5 stelle e precedente conduttore di talk show anticonformisti Paragone, nel puntare Draghi come canchero italiano nonché possibile fellone per la replica di un lavoro endogeno che antepone gli interessi statunitensi a quelli italiani, afferma Amodeo, in assonanza a quanto già accaduto nel 1992 con lo scandalo Britannia in cui si è attivato il processo di privatizzazioni delle multinazionali pubbliche a prezzi di saldo. Ai microfoni di Radio Radio il giornalista iperseguito ed acclamato nel panorama social Francesco Amodeo, ha rincarato su Draghi definendolo autore di ausilio agli interessi politici ed economici americani a detrimento dell’Italia, costretta alla guerra russa con rincari monstre sulle bollette di imprese e privati, e prospettive infauste: medesimo protocollo attuato da Draghi per salvare l’euro che sarebbe un paravento dell’imperialismo americano, nel 2008 e nel 2011 strumentalizzando ed enfatizzando lo spread ed il debito pubblico per deflagrare Berlusconi ed innestare Monti, che avrebbe smantellato porzioni sesquipedali di industrie, professionisti ed apparati pubblici. Gianluigi Paragone invece, autore dell’incremento repentino e massiccio del proprio partito “Italexit”, in contemporanea con il giornalista partenopeo Francesco Amodeo, sta rimarcando il carattere di incostituzionalità con cui Draghi appronta un’Italia belligerante, si ostina a reinviare le armi in Ucraina che sbarcano nelle mani di gruppi terroristici e di militari ufficiosi causando un aggravio e prosieguo della guerra russa: essa potrebbe per Paragone travolgere l’Europa con l’Italia prima pedina a cadere. Ma secondo Paragone il primo ministro italiano ha aborrito il permesso europeo di recidere al 5% l’Iva sui settori martoriati dalla crisi, in concomitanza con l’offerta fiscalmente allettante per far stabilire in Italia le multinazionali oriunde.

Da qui Paragone cavalca l’abbrivio del comunista Rizzo che recentemente riportava i dati di chiusura per 7000 bar italiani a fronte dell’installazione di Starbucks anche a Roma. Cosi’. Paragone suffragava il concione alludendo alle cartelle esattoriali gia’ recapitate alle imprese che dovranno ristornare gli ausili economici pandemici e la cesura agli emolumenti dei dipendenti restii al vaccino con multe da oltre trecento euro. Paragone ha spiazzato l’uditorio parlamentare e quello telematico con la decisione statale di maggiorare il prezzo del gas e dei carburanti in prospettiva, acquistandoli dall’America e dai suoi paesi satelliti che lo producono in modo più dispendioso e nocivo. A tal proposito il senatore e volto noto de La sette ha etichettato il governo non eletto ergo illegittimo per attuare tali direttive, oppure fellone.

L’accusa indiretta di sedizione per Draghi inoltre, l’ha scaturita Francesco Amodeo, impegnato in analisi economiche, politiche e giuridiche quotidiane con cui fa la fronda agli indirizzi esiziali che il governo degli ultimi trent’anni concretizza in Italia nell’omertà e subordinazione collettive. Per il giornalista editore napoletano Draghi sta difendendo il dollaro con l’interventismo economico e militare su suolo russo, pena l’indigenza crescente che attanaglia l’Italia, come ha sempre fatto ed in cambio di una ricompensa ventura, cioè la guida della Nato. Frattanto il sistema economico italiano annaspa nel menefreghismo politico e, con il professore Malvezzi che palesemente lo asserisce, si evince un futuro di ulteriori cesure di spesa pubblica a fronte di incassi fiscali maggiorati e prezzi in aumento per l’Italia. Così l’economista ed imprenditore promuove un ritorno all’economia del lavoro al posto di quella attuale dei capitali e fondi, giacche’ con un’economia della produzione non sarebbero facili le speculazioni attuali che inficiano imprese e privati diminuendone il potere di acquisto e le assunzioni. Malvezzi rimbomba con il biasimo delle banche commerciali e dei fondi di investimento che reclamano interessi sul debito che lo aumentano vanificando ogni sua ipotetica estinzione o diminuzione, esortando, il commercialista fautore di Win the bank, un cambio legislativo che consenta ad imprese e famiglie di acquistare il debito pubblico aprioristicamente rispetto a banche e fondi, e garantendolo con l’egida di una banca pubblica statale. Invece gli aumenti degli interessi sul debito servirebbero a placare l’ansia dei mercati che si aspettano privatizzazioni, aumento di prezzi e tasse per ritornare ad investire.

Paragone ha esortato a spendere il Pnnr per recidere tasse e sostentare imprese e partite iva. Amodeo ha enfatizzato l’intento europeo di commissariare nuovamente l’Italia immettendo Draghi alla presidenza in seguito a Monti. Guido Grossi ex responsabile dei mercati finanziari per Bnl ha focalizzato l’obiettivo di fondi e banche d’affari di inglobare i conti correnti italiani che sono i più pingui d’Europa.

Foto Imago Economica

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