Napoli, vietato accontentarsi

Non vi dovete accontentare! Questa l’esortazione di una dovizia di consulenti e cittadini pasionari agli imprenditori e commercianti partenopei che riscontrano un periodo estremamente florido, nell’ambito del turismo.


Nel suo migliore anno pre-covid Napoli è arrivata a contare poco più di 3 milioni di visitatori. Roma ne conta 30, Milano 12, Venezia e Firenze oltre 10.
Oggi si gongola perchè gli alberghi sono pieni, siamo quasi al tutto esaurito, “meglio di Roma, meglio di Milano” acclamano stampa e politici. Si omette però di ricordare che Napoli, terza città d’Italia, in termini di capacità ricettiva alberghiera (b&b inclusi) è in realtà solo quindicesima. Dietro Roma, Milano, Venezia, Firenze ma anche dietro Torino e Bologna. Anche dietro Albano Terme e Cervia. Che per riempire gli alberghi in città basta un decimo delle presenze della capitale, per intenderci.


Quindi, godiamoci pure il fatto che, sebbene in assenza di una qualsiasi politica del turismo da parte di Comune e Regione, la città sia ancora percepita a livello nazionale ed internazionale come un “must see”, ma smettiamola di dire sciocchezze. Questi numeri, 2/3 milioni di visitatori all’anno, non bastano a far da leva per l’economia cittadina, il rimbalzo è minimo. Occorre moltiplicarli per due, per tre, per quattro e le potenzialità ci sono tutte. Oggi siamo all’80/90% di occupazione delle camere? Bene, immaginate se questi 3 milioni diventassero 6, 8, 10 milioni. Solo allora la città vedrebbe davvero moltiplicarsi il numero di transazioni e di occupati. Sarebbe un’esplosione economica e di benessere.


Cosa deve fare la politica? Anzitutto occuparsi di decoro urbano, di trasporti, di sicurezza. E dovrebbe incentivare con ogni mezzo gli investitori nazionali ed internazionali a credere nel brand Napoli. Dovrebbe proporre ai grandi players mondiali di venire ad investire in città, offrendo loro la possibilità di locare i tanti immobili pubblici di pregio, che versano purtroppo in totale stato di abbandono da decenni. Che ne facciano anzitutto alberghi, e poi anche musei, centri d’arte e di cultura, di svago e di intrattenimento. Si offra loro la possibilità di scomputare gli investimenti di ristrutturazione in canoni di locazione gratuiti per alcuni anni, dopodichè non solo avremo rivalutato il patrimonio immobiliare cittadino, ma il Comune godrebbe anche di entrate cospicue per gli anni a venire. È questo che serve, no? Altro che aumentare ulteriormente le tasse.
Non dovete farvi ingannare, non dovete lusingarvi e compiacervi di piacere ai turisti. Dovete pretendere che facciano qualcosa per cambiare il destino di questa città. Di sicuro pero’, bisogna rammentare che un ulteriore aumento dei prezzi al dettaglio, un eventuale rincaro per locali pubblici affidati ai privati che di fatto e’ gia’ parzialmente avvenuto,probabilmente inficierebbero l’impennata del turismo, oggi sempre piu’ attratto da Napoli anche per mezzo di costi inferiori alle antagoniste urbane, dal punto di vista turistico, di Italia ed Europa.

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