UN MOTIVO PER PRATICARE

Strumenti. Ecco di cosa abbiamo bisogno. La mancanza di una “strumentazione” adeguata per riuscire ad affrontare le periodiche sfide del nostro tempo ci porta a subire le slavine emotive dell’anima senza avere la minima capacità di contenimento, di argine o di canalizzazione ultima.

È, infatti, lo strumento che ci permette, come dice la parola stessa, di “costruire” una strada entro la quale far scorrere il flusso dirompente della vita. Senza strumenti, ovvero senza quel mezzo accordato che ci predispone ad accogliere il limite a noi possibile, l’esperienza del vivere diventa un susseguirsi di compensazioni sproporzionate che, spesso, sono alterazioni, le quali possono anche apparire “normali”, ma, a lungo andare, diventano insopportabili per chiunque.

Allora, qual è lo strumento che più di ogni altro può esserci utile per abbracciare i nostri moti interiori ed indirizzare la forza energetica del torrente divino verso la realizzazione di un vivere che sia meno alienante? All’interno del percorso di Darsi Pace, fin dal primo anno, diciamo che è la Meditazione o, meglio, l’Arte della concentrazione, l’instrumentum regni, sempre a nostra disposizione, preposto a questo compito di regolazione, purificazione, alleggerimento e cura dei turbamenti del cuore. Imparare ad ascoltarsi è, così, imparare a vivere meglio, in armonia.

«La saggezza suprema può essere raggiunta solo attraverso la pratica, che diviene allora una forza motrice possente, un’arte del vivere, una maniera d’essere». Di questo era convito il maestro Zen Taisen Deshimaru. E anche noi sposiamo l’idea che più delle chiacchiere conta il mettersi in cammino e praticare un’arte efficace e ogni giorno verificabile. Se ci priviamo di uno strumento libero e potente, com’è quello della pratica interiore, verso quali strumenti dirigeremo l’attenzione? A quali mezzi, più o meno consci, daremo credito prima di finire ad assecondare la nostra menzogna egoica simboleggiata dalla «mano chiusa e la bottiglia piena»?

Per essere in sintonia con il Suono dell’universo, e quindi tenere la “mano aperta e la bottiglia vuota”, dice Deshimaru, bisogna «stare correttamente seduti» (shikantaza); bisogna cucire nuove relazioni con il silenzio di se stessi, ed entrare in un ordine spirituale delle cose dove ciò che è scontato, come il respiro, diventa un mistero, e ciò che è un mistero, come il vero Me, diventa certezza. Darsi pace propone strumenti precisi ed indispensabili per non soccombere dentro una politica dello sconforto; per non finire, presto o tardi, magari inconsapevolmente, a contribuire alla devastazione psichica dilagante. Partecipiamo perciò a questa opera di rigenerazione! Prendiamo subito questo strumento e impariamo insieme l’arte antica della vita! Tutti, a partire da noi, ne trarremo giovamento: è così è matematico!

Sul sito www.darsipace.it è possibile iscriversi al percorso in diverse modalità, che vanno dalla iscrizione gratuita, alla quota agevolata, fino alla quota piena con possibilità (per i più generosi) di donare la cifra che si desidera. L’8 ottobre, inoltre, alle ore 10:00, si terrà all’Università salesiana di Roma il nostro primo incontro: ingresso libero. Siete tutti invitati a venire. Sarà l’inizio di una nuova stagione entusiasmante, piena di nuove avventure. Vi aspettiamo numerosi!

Davide Sabatino

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