Pierfrancesco Favino in una conferenza durante il festival di Venezia ha espresso tutta la sua perplessità verso la tendenza delle produzioni internazionali ad affidare i ruoli di grandi icone italiane sul grande schermo ad attori ritenuti “culturalmente distanti” dai personaggi in questione.

Andrea Iervolino, produttore del film Ferrari ha risposto all’attore italiano.

“Caro Favino, negli ultimi trent’anni, il cinema italiano non ha creato uno star system riconoscibile nel mondo. Restando chiuso a collaborazioni internazionali che in un mondo globale ritengo al contrario utili alla crescita del settore. Gli altri Paesi non americani hanno avuto invece un approccio diverso e forse vincente dando vita e luce a: Banderas, Bardem, Cruz, Cassel, Cotillard, Kinnam, Mikkelsen, Schoenaerts, Kruger che sono oggi nomi internazionalmente riconosciuti con un notevole e comunque discreto valore. In Italia al contrario proprio per valorizzare e lanciare talent italiani, bisogna fare film internazionali, inserendo nel cast un mix di attori stranieri e nostrani. Solo così i talenti italiani, che sono tantissimi e non tutti ancora scoperti, possono iniziare ad avere visibilità a livello mondiale per poi essere protagonisti di film che potrebbero costare intorno ai 100.000.000 dollari come Ferrari. Il cinema italiano deve guardare oltre il proprio Paese e mettere in campo sinergie con l’industria internazionale che vuole investire sulle icone del made in Italy. Film come Ferrari che vengono distribuiti in 150 paesi nel mondo promuovono profondamente l’Italia e il genio italiano nel mondo dando lustro e visibilità al nostro Paese. Per rilanciare il cinema italiano, quindi la produzione Made in italy e di conseguenza gli artisti devono realizzare film con storie che parlano a tutto il mondo, con star internazionali che lavorano fianco a fianco con i nostri talenti e con le nostre maestranze locali con l’unica finalità di valorizzare quanto meritano le storie italiane e gli attori italiani. Solo per fare un esempio in linea: nel nostro film Modigliani diretto da Johnny Deep, Riccardo Scamarcio sarà uno dei protagonisti principali, e sarà affiancato da Al Pacino e tanti altri, ma ovviamente non è un film che costa cento milioni, ha un budget molto più modesto e quindi può sperimentare una formula a cast misto che darà molta luce e visibilità a Scamarcio e a tutti gli altri attori non internazionali che faranno parte del cast.”

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Hollywood ad ogni modo stazione in una contingenza di stallo relativo e scioperi incrociati, tra richieste attoriali di tutelare il loro lavoro a scapito dell’ampliamento dell’Intelligenza artificiale, l’abrogazione dei tagli agli investimenti ed agli emolumenti verso il cinema, assicurati dalla tecnologia imperante ma anche dalla propagazione delle tv intelligenti con il corollario di serie, fiction, reality: questi ultimi prodotti, molto deo quali a pagamento, stanno ridimensionando l’armamentario di Los Angeles e plasmando il pubblico verso prodotti artistici divergenti rispetto al cinema tradizionale. Inoltre Amazon ed affini stanno inglobando, assieme a Netflix, i migliori studi di produzioni ed offrendo contratti monstre a grandi attori per traslocare dal cinema al Web, e precisamente, alla televisione Smart detenuta dalle principali piattaforme di Internet; e nella fattispecie dal cinema monofilmico al cinema in serie trasmesso on line e dalle tv connesse in streaming.

Nell’agone in corso tra cinema, tv, Internet e “ciclopi” tra cui Prime video, il cinema italiano e’ inficiato dalla penuria di investimenti pubblici ed italiani, mantenendo semifermi grandi attori dal comprovato carisma ed abortendo progetti estremamente acclamati come “Lo chiamavano Geg robot 2”. Cosi’ le produzioni ed i maggiori interpreti moderni d’Italia, stanno trasmigrando verso la Francia che mantiene elevati, gli investimenti verso l’arte cinematografica. Segue l’Europa, che si accoda a Parigi e vi si erge, con un esemble di centri di produzione nei quali spicca il mirabile cineasta Besson: egli fra i pochi in Europa, riesce a rintuzzare con tali mezzi, lo strapotere del cinema a “stelle e strisce”, garantendo qualita’, tecnologia ed attori di comprovata fama, ai suoi film.

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