I poveri italiani da un milione e settecentomila lire sono ormai diafani.
Si fa un gran vociare del problema delle pensioni alte o dei salari in regola con il mercato-indiano?- omettendo due dati apocalittici:il potere economicamente dissolutivo dell’euro e l’imposizione dell’iva ad ogni transazione commerciale, che aggravia l’esiziale euro, di un 22% a detrimento degli scambi commerciali, del potere d’acquisto ergo della crescita del pil italiano. In tale frangente desidero accennare ad un episodio embematico che mi e’ capitato qualche mese fa al Caf: conobbi un pensionato che, relativamente alla questione dell’euro, mi raccontava di un suo collega che ando’ anticipatamente in pensione nel ‘92 con 1750 lire, per mezzo delle quali, da divorziato viveva dignitosamente pagandosi perfino una piu’ che discreta magione in affitto al prezzo di un milione di lire. Oggi, in seguito all’innesto dell’euro che ha portato la sua pensione a 1750€ ed il suo pigione a 1000€, il povero barbogio versa in uno stato di indigenza perniciosa in cui: ha dovuto abbandonare un appartamento di tre camere in zona discreta lievitato a mille euro, in favore di una stamberga in zona degradata e provinciale, con un unico ambiente a trecento euro e il ricorso alternato alla mensa dei poveri.

Se alla beffa dell’euro si aggiunge il danno dei salari per giovani e meno giovani che mediamente non superano i 1200€ e l’iva che maggiora del 22% il costo di ogni bene gia’ a priori raddoppiato con l’euro, si deduce a quanto oggi sia stata ridotta l’Italia. Tra iva al 22% mediamente che paga per lo piu’ gli interessi sul debito italiano verso fondi di investimento e banche commmerciali oriunde in quanto il debito non e’ garantito dalla banca di Italia, l’euro che ha raddoppiato i prezzi, per gli italiani esiste un aggravio di spesa del 72%! E lo stato contribuisce all’impoverimento cittadino in spregio alla Costituzione, senza nazionalizzare le proprie banche, riprendere la sua moneta e regolare i costi per imprese e lavoratori, teleologici ad un calmieramento dei prezzi, un’innalzamento degli emolumenti ed una consequenziale ripresa del pil italiano. Il che di positivo, avverrebbe recuperando per l’Italia, un potere mondiale deittico della sua tradizione, giacche’ regolerebbe le politiche europee plasmate sulle poliche del terzo mondo, e smussate sui dettami dei finanzieri mondiali. Seguitemi sulla mia pagina Facebook Francesco Tondo ed il mio canale Youtube Francesco Paolo Tondo.

Lascia il tuo commento
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail