Il canale della droga rende invincibili i talebani.

Tutti convinti che il vincitore sia l’islamismo. Non è affatto così. Difficile affrontare l’argomento, non conviene.  Ha vinto il cartello della droga, dell’eroina. I talebani sono i maggiori importatori di droga, dei veri e propri narcotrafficanti. Basta leggere i report dell’Unodc, non penso di essere smentito. Unodc è l’ufficio droghe e crimine dell’Onu da almeno vent’anni. Leggendolo troverete un dato strabiliante: oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan. Questo significa che i talebani, insieme ai narcos sudamericani, sono i narcotrafficanti più potenti del mondo. Negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish — producono non solo il fumo afgano, ma anche il charas — e la marijuana. Per quanto possa sembrarvi pretestuosa questa affermazione, dell’ Afghanistan perché non dire una volte per tutte le reali cause di questa guerra? L’elemento principale è: l’oppio.

Le parole del generale Franks (amministrazione americana 2002) fortificano la mia analisi. Il generale dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione». Il messaggio era rivolto ai signori dell’oppio, invitandoli a non stare con i talebani, dicendo che gli Stati Uniti avrebbero loro permesso la coltivazione. Lo stesso James Risen, nel 2009, scrisse sul New York Times un articolo dove segnalava che nella lista nera del Pentagono dei trafficanti di eroina da arrestare non venivano inseriti quelli che si erano schierati a favore delle truppe americane. Chiaro che la presenza di truppe militari furono da ostacolo al narcotraffico, le navi spesso venivano fermate e controllate.

L’eroina talebana va oltre, è un vero e proprio business. L’eroina talebana fornisce camorra, ‘ndrangheta e Cosa Nostra, fornisce i cartelli russi, e rifornisce Cosa Nostra americana e tutte le organizzazioni di distribuzione in Usa ad eccezione dei messicani che cercano di rendersi autonomi dall’oppio afgano (a fatica, perché l’eroina di Sinaloa è più costosa di quella afgana). Tramite la rotta Afghanistan—Pakistan—Mombasa (Kenya) i talebani riforniscono anche i cartelli di Johannesburg in Sudafrica, altro immenso mercato. Forniscono eroina ad Hamas, altra organizzazione che si finanzia (anche) con hashish ed eroina e che ha infatti comunicato: «Ci congratuliamo con il popolo islamico afghano per la sconfitta dell’occupazione americana su tutto il territorio dell’Afghanistan e con i talebani e la loro brava leadership per la vittoria che giunge al culmine di una lunga battaglia durata 20 anni». Queste sono apparentemente alleanze politico—ideologiche, in realtà patti criminali. Con ciò che è accaduto in questi giorni si può tranquillamente affermare che l’Afghanistan è diventato in narcostrato. Il petrolio Afghano è la droga.

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