Putin estromette i testimoni di Geova

Lo ha deciso la Corte Suprema russa, così lo stato ha interdetto i testimoni di Geova, confiscato i beni delle organizzazioni straniere che li finanziano e impedito loro di agire e fare proselitismo in terra russa.
Sono centosettantacinquemila i testimoni di Geova nella Federazione russa, dall’alto dei suoi centoventi milioni di abitanti ed il loro portavoce si dice esterefatto da tale provvedimento giuridico, nonchè pronto e zelante in una nuova guerra legale. I giudici russi esecrano il radicalismo dei testimoni di Geova, recalcitranti al servizio militare obbligatorio, a donare il sangue in caso di necessità ed all’uso della violenza in determinate situazioni. In tal modo la massima gilda giudiziaria afferente a Putin obbliga i residenti russi a rispettarne le leggi e gli obblighi civici.


Putin ha da meno di un lustro concretizzato in Russia un programma teso a riaffermare la religione cristiana all’interno delle istituzioni di ogni sorta, nelle scuole e organi affini, per ufficialmente “ rintuzzare gli attacchi esogeni tesi a scardinare i principi fondatici della deontologia e della ontologia russe. Nell’ex Unione Sovietica vige anche il divieto di insegnamenti ai bambini dell’ideologia gender nelle scuole, tradotta dal presidente russo in una sorta di non allontanamento culturale dai principi classici e conservatori che hanno edificato tutto il prestigio passato e presente della federazione russa. Putin tuttavia ha ribadito il massimo rispetto nonchè lintoccabilità sul priprio territorio, di ogni cittadino omosessuale o transessuale, a patto di non pretendere l’instaurazione nelle sfere educative, politiche e sociali, di principi inerenti le teorie LgbtQ.

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