Lo ha rimarcato in un recentissimo comizio a Roma il segretario dei Comunisti italiani Sergio Rizzo, pur avendolo preconizzato e smascherato il finanzialista Valerio Malvezzi da oltre un anno: il Recovery Fund e binariamente il Mes, il Sure ed ogni tipologia di finanziamento europeo, consistono in prestiti “condizionati”, ossia elargiti a patto di manovre politiche e non garantiti dalla bce come un tempo faceva la banca d’ Italia, volano di superamento italiano in pil ai danni di Francia, Gran Bretagna e Germania-quest’ultima nel ‘2000 se non avessero intrappolato la nazione in manfrine finanziarie-. Nella fattispecie del Recovery Fund non ancora giunto totalmente nei cassieri dell’Italia in quanto le riforme prescritte dall’Europa non sono state preventivamente attuate, esso prescrive una patrimoniale ulteriore sui conti correnti come riforma, un’aumento dell’iva, una tassa sulla prima casa di per sè anticostituzionale giacchè la casa è un diritto inconfiscabile, intassabile, e tassata già con mutui ed imposte analoghe. Altra imposizione politica europea spacciata come “riforma”, risiede nel prelievo forzoso sui conti correnti nell’arco del prossimo lustro; ancora l’aumento di tasse relativo alle eredità ed una progressiva riduzione dell’apporto finanziario pubblico alla sanità, con soli sedici miliardi: il fabbisogno di sanità pubblica ammonta ad oltre venti miliardi annuali per cui le prospettive da questo punto di vista appaiono fosche: anche perchè i sedici miliardi destinati dalla bce alla sanità pubblica in uno stato di inveterato declino, sono da spalmare in sei anni. Da qui è facile evincere che la flessione verso il privato nella sanità, sarà esosa ma anche ineludibile. Infine l’Europa postula all’Italia una progressiva privatizzazione delle università, ancora fucina di eccellenze inconfutabili per l’Italia, a livello planetario come il resto della didattica. Unico modo per sventare queste prescrizioni sarebbe la sovranità monetaria in cui sia realizzata una unione tra ministero della finanza e banca d’Italia, con la banca centrale e lo stato, a garantire debito, investimenti e reinvestire in sviluppo interno, i proventi delle imposte.
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2021-06-03