Caso Yara, la Corte dice no a Bossetti niente riesame Dna

Il dispositivo è secco: “La Corte rigetta l’istanza diretta a ottenere l’adozione di provvedimenti finalizzati a ottenere l’accesso ai corpi di reato e la loro ricognizione”. La difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potrà accedere ai reperti e prenderne visione. Lo ha stabilito la Corte d’Assise di Bergamo (cui la Cassazione aveva rimandato la questione) con una ordinanza di 19 pagine che ha respinto tutte le istanze dei legali del muratore di Mapello in vista di una possibile richiesta (ora più lontana) di revisione del processo. Per i difensori nessuna presa visione dei corpi di reato, nessun accesso ai Dvd con le foto e le “caratterizzazioni” dei profili del Dna eseguite dal Ris. La Corte presieduta da Donatella Nava ha ritenuto che tutti gli argomenti sollevati fossero stati già valutati nei dibattimenti. Si torna a parlare della “prova regina”. Nell’udienza del 19 maggio era stato confermato che la traccia 31 G20, trovata sugli slip della tredicenne di Brembate, con il Dna attribuito a Ignoto 1 (identificato con Bossetti), era di fatto esaurita. Quindi non era più possibile la ripetizione del test più volte chiesta dalla difesa .

I giudici hanno ritenuto che la decisione dell’Assise che nel novembre 2019 aveva autorizzato l’esame riguardava reperti sotto sequestro. Poi, però, il loro “status” era cambiato in quanto era intervenuto un provvedimento di confisca. La Corte bergamasca, prosegue il dispositivo, “dispone la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia per le valutazioni di competenza”. Significa questo: i giudici hanno accolto la richiesta avanzata in aula dal procuratore Antonio Chiappani e invieranno il verbale del 19 maggio alla Procura di Venezia. Chiappani lo aveva chiesto in aula quando aveva denunciato presunte scorrettezze dei difensori. Alcuni passaggi nei loro interventi erano stati ritenuti calunniosi dal capo della Procura e dal pm Letizia Ruggeri. Saranno i magistrati veneziani a indagare su eventuali reati ai danni di colleghi. Nei mesi scorsi era stato presentato nel capoluogo veneto un esposto firmato da Bossetti perché ipotesi di reato (falsità processuale e depistaggio) potrebbero riguardare magistrati di Bergamo.

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