CITTÀ DEL VATICANO – Papa Francesco non esclude la possibilità che ci possano essere «forme di benedizioni» per le coppie omosessuali, seppure distinte dal matrimonio tra uomo e donna. Spiega che il «no» alle donne prete formulato da Giovanni Paolo II è una «dichiarazione definitiva» ma non una «definizione dogmatica»  e «può essere oggetto di studio». Spiega che il pentimento è sì necessario per l’assoluzione, ma vi sono «molti modi di esprimere il pentimento», «non c’è matematica»  e «il confessionale non è una dogana». Ma soprattutto risponde ai «dubbi» che cinque cardinali ultraconservatori (Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun), tra gli oppositori più determinati delle sue riforme anche durante i Sinodi sulla Famiglia e sull’Amazzonia, gli avevano mandato in vista del Sinodo sulla «sinodalità» nella Chiesa che inizia mercoledì. 

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È un segnale importante, e anche una mossa per evitare che il Sinodo si spacchi prima di cominciare e lasciare aperto il dibattito al «discernimento». Se i «Dubbi» intendevano chiudere alcune proposte, non raggiungono lo scopo. Ma le risposte di Bergoglio sono un invito al dialogo per tutti. Perché ora Francesco rintuzza le obiezioni dei tradizionalisti e insieme mette in guarda gli ultrariformatori da fughe in avanti. Ha già spiegato tempo fa che «indietrismo» e «progressismo» ideologici sono «prove di infedeltà» e che il Sinodo «non è un parlamento» né «un dibattito televisivo», anche domenica ha pregato perché lo Spirito «purifichi la Chiesa da chiacchiere, ideologie e polarizzazioni».  Comunque il Vaticano riscontra carsici ma attesi atti di contrapposizione alle prescrizioni papali, con spaccature su temi attuali quali la gestione degli sposalizi tra omosessuali, inverosimili ed inopinate.

La formazione di nuovi cardinali di recente inserimento, secondo gli scettici ha una valenza politica per scongiurare un ribaltamento delle norme di papa Francesco, che mal si conciliano con la dottrina vaticana conservatrice. Infatti sempre a detta di giornalisti e fedeli antitetici alla gestione bergogliana della chiesa, i nuovi cardinali provenienti specialmente da fuori Europa, avrebbero una visione progressista della chiesa, e saranno intenti a plasmare l’istituzione ecclesiale sui desiderata della massa dei fedeli e su ipotetici nuovi cultori di Cristo. In tal modo, a parere di molti come don Curzio Nitoglia, la chiesa avveniristica smarrirebbe la propria ontologia smarrendo i fedeli classici ed annacquando le proprie peculiarità. Il chè sarebbe esiziale in quanto la chiesa dovrebbe permanere la stessa senza rincorrere i gusti generali.

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