Nuovi stimoli e crescita

L’ambizioso progetto “Napoli Futura” in tal senso vuole creare, nell’area dismessa dell’ex industria siderurgica “Italsiter” di Bagnoli, una struttura polifunzionale con l’intento di valorizzare la vocazione culturale della città.

Con l’iniziativa “ritorno al barocco”, arricchita anche attraverso l’omonimo sito web, Napoli ha presentato a Londra il suo piano per l’offerta turistica, che si è svolto tra Natale e marzo 2010. Questo progetto documentava, assieme alle tre mostre rappresentanti Napoli ed organizzate in giro per il mondo tra il 1979 e il 1981,i progressi compiuti dalla sovrintendenza museale partenopea nella contestualizzazione della cultura artistica di Napoli, dall’arrivo del Caravaggio(1606). I piu’ prestigiosi musei della città, tra cui il Palazzo Reale, hanno ospitato le opere secondo un itinerario culturale che svela tutte le influenze costitutive dell’ ”anima” partenopea. Si intuiscono cosi’ le origini del comportamento e della mentalità che fanno la città stessa di Napoli. Dunque il modo di essere del napoletano doc, che vive in quella dolce “entropia” tra sogno e realtà, azione e indolenza, modernità e folklore. Un modus vivendi che affonda le radici molto addietro, tra ombre e miserie, guerre e sole.

Questi ritratti appassionati di Napoli, per lo piu’ inediti alla massa, come viatico per la comprensione della “complessità” della parte intima del napoletano e di Napoli, continuano ad essere tanto vituperati altrove. Città e abitante che si rispecchiano nell’ ”ordine disordinato” che abita le strade trafficate; l’immancabile presenza di quelle “macchiette” indigenti ma dignitose di un tempo, oggi sempre piu’ rare. Oggi però non basta piu’ sopravvivere, bensi’ occorrono a tutti piu’ soldi: è cosi’ che a Napoli si diviene “abusivi” del parcheggio o affiliati della camorra. L’anima barocca della città non è mai scomparsa e, di fianco al quartiere dei grattacieli nel Centro direzionale, si è conservato il centro storico, bello come un tempo e pertanto dichiarato patrimonio dell’Unesco. Basta una pizzeria antica come “Michele” a Forcella per far assaporare tutta la tradizione di un luogo meraviglioso…
Attraverso l’arte è possibile unire napoletani e non almeno nella presa di coscienza di annosi problemi che incastrano la città, si può capire che potrebbe essere la cultura una mirabile chiave di volta per l’agognato “Risorgimento partenopeo”.

L’ambizioso progetto “Napoli Futura” in tal senso vuole creare, nell’area dismessa dell’ex industria siderurgica “Italsiter” di Bagnoli, una struttura polifunzionale con l’intento di valorizzare la vocazione culturale della città. Un progetto per Napoli, affinchè possa divenire un punto di riferimento per lo studio e la ricerca musicale, per l’approfondimento e la vendita nel settore della moda; infine per la quotidiana condivisione di momenti di intrattenimento e relax. La struttura esterna sarà suddivisa in settori armonicamente inseriti in contesti naturali, ognuno dei quali si propone di riprodurre le atmosfere e le caratteristiche tipiche di una delle nazioni europee, in ambienti diversificati che rispecchiano gli usi e i costumi del popolo rappresentato, fino all’esposizione di prodotti tipici.
Nel grande auditorium si esibiranno artisti di fama e ci si potrà intrattenere in bar e ristoranti o ascoltare ed acquistare musica.

Questo progetto, il “M.a.c.”, musica, arte e cultura, potrà realizzare trentamila posti di lavoro e sposare la piccola Napoli della cultura barocca e folkloristica, quella semplice e un po’ povera della pizza, con la globalizzazione culturale, il commercio, la moda e, con quest’ultima, il glamour e la modernità. Questo stimolo a far di Napoli la capitale culturale, se non altro del Mezzogiorno,ci si augura contribuisca a trasformarla in una metropoli veramente cosmopolita. Per poi sconfiggere, magari con la cultura, quell’anticultura e quell’ignoranza che sono concause della stessa delinquenza.

L’ opportunità di far di Napoli una città in espansione anche culturale nell’ Europa unita ben si relaziona con il progetto di “ZONA FRANCA URBANA”, giunto al traguardo con la sottoscrizione dell’intesa con il Ministero per Lo Sviluppo economico. Quest’ultimo, assieme all’ Unione europea, stanzierà fondi per agevolare le imprese che operano o nasceranno nei rioni meno fortunati della città, grazie a particolari agevolazioni fiscali, come il taglio dell’irap e dei contributi previdenziali. Il tutto corredato dalla costruzione di infrastrutture di cui non si può far a meno per la rinascita della città.
Questo iniziale ed insperato connubio tra cultura, imprese, commercio ed infrastrutture ben si adopera per il miglioramento delle condizioni di vita dei napoletani. Solo cosi’ si può sperare di scardinare, alla lunga, fenomeni di malavita organizzata che purtroppo sono ancora imperanti. Cultura anche del lavoro, oltre che sviluppo economico, efficaci alleate nella Napoli che si vuole.

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