Le cento identità di Matteo Messina Denaro

Di Domenico Panetta

Elezioni Regionali Lazio

Matteo Messina Denaro e le sue diverse identità. Nel covo a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, i carabinieri del Ros hanno trovato altri documenti simili alla carta d’identità fornita al latitante da Andrea Bonafede, il geometra finito in carcere per mafia.

Stessa prassi di sempre anche questi documenti intestati a persone realmente esistenti. Su tutti sono apposte le fotografie del capomafia. Mostrano un volto diverso da quello svelato al mondo intero il giorno che i carabinieri del Ros lo hanno arrestato all’esterno della clinica La Maddalena di Palermo. La malattia e il tempo che passa hanno modificato il suo aspetto. 

I cartoncini dei documenti sono originali. Chiaramente qualcuno deve averli fornite al boss. Potrebbe essere una delle tante pedine che hanno coperto e protetto la fuga trentennale dell’ultimo degli stragisti corleonesi ancora in libertà. 

Ad ogni identità sarebbe collegato un reticolo di interessi e affari. Ogni identità ha dei numeri e delle sigle, forse per nascondere gli uomini che hanno consentito al capomafia di restare ricco e potente. 

Il ritrovamento dei documenti sposta l’interesse investigativo ad una fase prima del 2020, anno in cui Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, si è fatto visitare e poi operare all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo e alla clinica La Maddalena di Palermo. 

Al momento l’ ipotesi percorribile che l’identità di Andrea Bonafede serviva al boss esclusivamente per le visite mediche ed essere curato. Con altri documenti invece gestiva potere e soldi.

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