Dal manuale celeberrimo di Sun Tsu-L’arte della guerra-citato più volte nella filmografia hollywoodiana, si cela parte, gran parte, della strategia manageriale americana. Quella strategia manageriale che urge replicare a livello Italia, per riprendere il proprio scranno nello scenario geopolitico: l’America guarda molto l’estero, interviene all’estero anche in maniera non belligerante, infatti la mentalità americana è improntata sull’esternazionalizzazione.

L’Italia del benessere, della semplicità e dello stile di vita mediterraneo, viene tacciata di provincialismo a causa della propria benefica ritrosia ad autoesportarsi. Esportare il potenziale economico, politico, sociale, è una linea manageriale che il Belpaese non può esimersi di inculcare nei propri abitanti. Per quanto in Italia si viva sommariamente bene, non è più tempo di arroccarsi in un sistema nazionale che si ritiene soddisfatto di se stesso.

La pratica manageriale della spinta all’estero, anche quando non cruenta, è l’arma che rende le grandi potenze sempre sulla cresta dell’onda; pertanto l’Italia deve esportarsi ed esportare, colonizzare in modo costruttivo in sistemi eterogenei. Questa è la migliore modalità per trarre linfa vitale da iniettare nella società interna, quella oberata da crisi e progressiva finanziarizzazione. E’ questo inoltre, il malcelato mantra statunitense, il quale consiste nel maggior vantaggio che hanno gli Usa, nonchè la principale caratteristica da copiargli, da parte degli italiani.

Se si vuole indagare sulle realta’ nazionali che invece hanno sempre difeso vittoriosamente la propria indipendenza senza ricorrere a politiche belligeranti o di espansionismo industriale e territoriale, si puo’ alludere alla Russia: il paese di Putin ha sconfitto i crucchi dopo Napoleone Bonaparte ed infine gli Americani di Obama ma anche Clinton che odiernamente si rigettano con Biden ad una nuova invasione russa; ebbene la Russia rintuzza ogni assalto oriundo, e per l’Italia copiarla sarebbe vincente, per mezzo del possesso statale di gran parte delle infrastrutture, dei giacimenti minerari e sopratutto della Borsa finanziaria e della Banca centrale: l’Italia in mancanza di spinte esogene dal punto di vista militare e industriale e finanziario, diverrebbe imbattibile solo a patto di una rinazionalizzazione della grand parte di asset finanziari, bancari, infrastrutturali e minerari, e della nazionalizzazione di grand parte delle quote industriali e societarie oggi in mano a fondi di investimento e banche commerciali forestiere. Per concretizzare cio’ e rendere inesougnabile l’Italia, sarebbe d’uopo l’introduzione e la stabilizzazione di una moneta statale a credito e non a debito, ossia moneta Fiat; quella in cui i prestiti ed o sostegni alle industrie ed ai privati sarebbero esenti da strozzinaggio e regolati dal rispetto della Costituzione. Il tutto coadiuvata con la emissione monetaria in redini “pubbliche” anziche’ private.

Lascia il tuo commento
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail