Il fatto che solo il cinque per cento dei contribuenti italiani dichiarino un guadagno annuale superiore a cinquantamila euro e’ un indice di inadeguatezza del sistema fiscale italiano, forse il piu’ alto in Europa, e della incapacita’ delle banche di immettere liquidita’ necessaria a creare sviluppo e arricchimento privato.
Oggi per ricevere un finanziamento di qualsiasi genere occorre una fideiussione, il possesso di un bene confiscabile di egual valore o quasi, rispetto all’importo postulato; si pagano interessi pari all’importo elargito e infine se si vogliono togliere i soldi immantinente dalla propria banca, risulta impossibile farlo, nei casi di patrimoni superiori ai cinquantamila euro ed in assenza di mutui.
Il fatto che una fetta crescente di popolazione italiana non disponesse di diecimila euro da spendere improvvisamente e’ l’indice eclatante di quella morsa finanziaria cui l’Italia e’ sottoposta, da parte di istituti di credito privati, i quali hanno inglobato quelli un tempo pubblici e dettano l’agenda giuridica di tutto l’occidente. Da qui lo strozzinaggio bancario dove gli interessi fanno ammontare la cifra data al guadagno della cifra prestata da parte delle banche, la impossibilita’ di prelevare presto i propri soldi magari liquidi, dalla banca, e infine la dispersione delle dichiarazioni reali dei redditi causata dall’imposizione di prelievi fiscali ingenti atti a finanziare il sistema finanzacentrico cui le banche e gli altri poteri forti stazionano. E poi tante gabelle e interessi alti atti a cosa? A sostenere la societa’ che vede la popolazione che in piu’ di un quarto percentuale non arriva a dichiarare e forse a possedere piu’ di duemila euro netti al mese?
Lo stato di diritto si e’ perso, fagocitato nelle sue funzioni di pubblica utilita’ dai soggetti privati che si schermano dietro quelli pubblici, rendendo sommamente piu’ difficili, le vite economiche dei soggetti sganciati dal sistema delinquenziale di potere finanziario e politico.
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