Di Maio offende Putin

Di Francesco Paolo Tondo

Probabile caso diplomatico quello fomentato ieri su un talk show di rilevanza nazionale dal ministro degli esteri italiano Luigi di Maio, vittima tra l’altro di un calo sesquipedale di consensi nel contesto social che ha investito anche il blog dell’arcinoto Beppe Grillo: in replica ad un quesito sul presidente della Federazione russa Putin relativo la guerra ucraina, l’ex segretario ufficioso del parapartito 5 stelle ha esordito sarcasticamente definendo Putin di molto inferiore ad un cane. Cio’ e’ avvenuto tra lo sgomento degli astanti, comportando un dardeggio da parte dell’omologo Rizzo filorusso, che denigrava il politico e ministro italiano per l’uscita scoptica, antidiplomatica e teoricamente impedita al rappresentante di un ruolo come il suo. Cosi’ un putiferio di critiche ed invettive antidimaio si e’ attivato impazzando, all’interno dei profili virtuali dell’emittente televisiva artefice dell’intervista, della pagina dei comunisti italiani e nella filigrana sul profilo del loro segretario Marco Rizzo. Rizzo che non si esime ormai dal definire il Movimento di Grillo come connubio di pavidi, incapaci e corrotti arrivisti che hanno vitalizzato la peggiore compagine politica della storia d’Italia. E continua rimarcando i nocumenti per l’Italia causati dall’offensiva propugnata da Draghi contro Putin, che causano perdite potenziali di cinquanta milardi di crediti che il Bel Paese vanta nei confronti del Cremlino.

Il segretario dei comunisti italiani ha additato l’inadeguatezza e superficialita’ che contraddistinguono l’operato e le dichiarazioni del ministro degli esteri, nonche’ l’esigenza per l’Italia di tornare a rispettare la costituzione anche nella contingenza del conflitto russo;:in quanto si prescrive che l’Italia rimanga neutrale nelle contese belliche ne’ che fornisca armi in relazione a battaglie in scena non sul proprio suolo.

Beppe Grillo sull’abbrivio del movimento di cui e’ garante sta da qualche tempo riattivando, cercando di ampliarla, l’opera di promozione del proprio blog con articoli peculiari e molto variegati, che effettivamente risultano intriganti e ben fatti, tuttavia ogni mossa del comico genovese scatena una dovizia di critiche e livore nel panorama social, da parte del nocciolo dell’elettorato che inizialmente ne ha premiato mosse e leggi promulgate. Eppure l’artista ligure identificato in modo erroneo con il suo ruolo esclusivo di comico, appare diventato il capro espiatorio di tutta la frustrazione politica ed economica di un popolo scevro di punti di orientamento da parte del Movimento 5 stelle; il quale con il tempo e’ tacciato di rinnegazione di ogni punto programmatico piu’ audace, dall’uscita dall’euro alla restituzione da parte di tutti, della maggioranza della quota di emolumenti percepita dal parlamento.

Rizzo a proposito delle prescrizioni di Draghi, si scaglia contro la negazione pubblica di uscita italiana dalla Nato, cui si contrappone la possibilita’ di distruzione atomica della Sicilia in caso di battaglia con la Russia: infatti in Sicilia staziona il principale arsenale atomico Nato ed il segretario dei comunisti italiani si ostina a rimarcare che l’Italia e’, e continua ad essere in tal modo vista dai russi, amica della nazione capitanata da Putin. Mentre nel silenzio mediatico l’Italia sarebbe gia’ scesa in guerra con Mosca, dal punto di vista militare, economico e dello spionaggio. Il che farebbe in modo che la Russia confluisca direttamente nell’area di interesse e scambio cinese; infine emarginando la patria di Putin dal sistema finanziario e bancario americano “Swift” e’ stato preconizzato un gravoso contraccolpo al dittico America-Europa giacche’ si potrebbe dare adito al consolidamento effettivo della criptovaluta come sistema di scambio alternativo, nonche’ si prefigurerebbe un’esiziale ritorno all’oro come unita’ di opulenza, che deflagrerebbe le principali banche continentali ed americane. Il comunista italiano dal crescente proselitismo infine accusa di inadeguatezza e subordinazione, anche il resto dell’esecutivo politico che continua a combattere una guerra sul proprio suolo per interessi strategici altrui, il che viene definito legalmente inconcepibile.

Lascia il tuo commento
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail