Gas ed elettricita’ si sostanziano come un nocumento irreversibile per l’Italia, nell’attuale congiuntura. Alberto Micalizzi, economista, finanziere ricercatore universitario con trascorsi dirigenziali a Londra e Svizzera, analizza lo scenario contemporaneo che avvince l’Italia con la complicita’ degli addetti alle istituzioni.”Lo spettro di una nuova emergenza economica e sociale prende forma nelle curve dei costi attesi dell’energia elettrica e del gas in tutta Europa. Dove siamo e dove andremo lo vedete dal grafico riportato sotto. E’ il prezzo atteso fra 1 anno dell’energia elettrica per MWh in Francia e Germania. In Francia ha appena superato per la prima volta i €1.000, comportando una decuplicazione rispetto ai prezzi medi degli ultimi 3 anni ed un più che raddoppio rispetto alla prima metà del 2022.
L’Italia segue il prezzo francese. Negli ultimi 20 giorni stiamo pagando attorno a €600/MWh e considerando che siamo ad Agosto, cioè uno dei mesi a più basso consumo dell’anno, non vi è da stupirsi se i prezzi attesi sono in crescita e potrebbero facilmente raddoppiare da qui a fine anno.
Il prezzo del gas è soggetto alla stessa dinamica, ed insieme all’elettricità rappresenta di gran lunga la nuova “pandemia” di cui parleremo nei prossimi mesi. Fate i conti per le prossime bollette.
Possiamo aspettarci qualcosa da parte del Governo o dell’Europa? Non credo proprio. La prima cosa che si poteva fare è difendere il cambio Euro verso resto del mondo, ma l’Euro sta sprofondando nei confronti di tutti, né abbiamo sentito una parola da parte dell’ex-Governatore della BCE sull’urgenza che la banca centrale intervenisse a difesa del cambio. La seconda cosa che si poteva fare era contrastare la speculazione internazionale sulla distribuzione di gas ed elettricità, ma in Italia l’ENI, che continua ad acquistare gas da Gazprom agli stessi prezzi di sempre, è la prima a speculare utilizzando come prezzo di riferimento per la vendita quelli molto più alti battuti dalla Borsa di Amsterdam, che rappresentano solo una piccola percentuale delle forniture all’Italia.
Volendo, si poteva anche detassare l’importazione ed i consumi di gas ed elettricità in ragione di una situazione di emergenza, ma nessun esponente del Governo ne ha minimamente fatto cenno. Infine, potevamo assicurarci approvvigionamenti strategici dai partner che storicamente ci riforniscono di gas ed energia, sia come Italia che come Europa. Ma ad alcuni di essi abbiamo mosso guerra, nel senso militare intendo.
Una gestione disastrosa, insomma, senza una visione del mondo, senza politica energetica, senza alcuna considerazione per le esigenze del tessuto economico e delle famiglie.
Questo macigno che incombe sull’economia italiana – già asfittica da 10 anni – è il lascito più importante del Governo “dei migliori”. Ricordiamocelo il 25 Settembre”.
Sul versante energetico, come afferma l’eurodeputato Rinaldi, in Francia e’ in corso una manovra di rinazionalizzazione dell’omologa dell’Enel, a causa dei costi crescenti per imprese e privati, di un’energia che non viene ottemperata, nella produzione, dalla dovizia di centrali nucleari che tra l’altro stazionano, perniciosamente, a pochi passi dal confine italiano. Il parlamentare europeo romano, economista dal passato dirigenziale all’Eni, ha alluso come contromisura a tutto cio’, ovvero la riapertura delle centinaia di pozzi di gas italiani, possibile con alcuni mesi di manutenzione. Anche perche’ l’Eni e l’Agip, sempre piu’ privatizzate, acquistano gas dai pozzi croati dirimpetti ad un prezzo di rivendita maggiorato, dalle centrali nucleari francesi di quasi mezzo secolo fa, senza rintuzzare la speculazione finanziaria e tutelare il risparmio come da prescrizioni costituzionali.
Impossibile raggiungere un tetto al prezzo del gas in sede europea, a parere di Rinaldi, senza un fermo all’invio di armi in Ucraina ed alle sanzioni alla Russia. Anche perche’ del gas russo e del suo petrolio vi e’ una domanda augusta ed irrefrenabile da parte del binomio Cina-India.
A questo punto si evince l’operato di Mattei a favore dell’Italia recidendo di oltre il trenta per cento il costo del petrolio e del gas, senza trattative con l’estero, nel 1959, il che oggi sarebbe dovuto, per Rinaldi, al fine di accelerare ripresa, produzioni e lavoro. Infatti tutto parte dall’assunto che il prezzo finale di un bene comporta come principale voce di costo, quello dell’energia, per cui le privatizzazioni in auge dei servizi pubblici risultano esiziali per l’Italia e non solo: infatti lo stato, a detta del professore ed europarlamentare, deve riprendersi il controllo nell’erogazione di servizi idrici, ricompresi nelle tasse e pertanto ad ufo verso la collettivita’ un tempo. Ed anche dei servizi energetici odiernamente affidati a fondi d’investimento, banche commerciali e societa’ quotate che ne reclamano guadagni.
Cosi’ si finisce per appoggiare, nell’intervista a Rinaldi, la reimpiantazione nucleare di ultima generazione, effettivamente sicura e con una tempistica di istallazione che non supera i sette anni.