Ciao
se dicessi in pubblico che:
- un bambino nasce solo da un padre e da una madre;
- l’utero in affitto è una pratica disumana;
- un uomo non può essere una donna, anche se si cambia i suoi connotati;
- i bambini non vanno spinti a “cambiare sesso”;
- la famiglia è una realtà naturale (uomo e donna), non un’opinione, e che sono contrario al matrimonio e alle adozioni gay;
- la dottrina cattolica condanna l’atto dell’omosessualità ma non la persona che lo compie e considera l’ideologia gender “uno sbaglio della mente umana”…
… potrei essere accusato di “incitamento all’odio”?
Sembra folle, lo so, ma è la domanda che mi sono posto dopo aver letto l’ultima preoccupante proposta della Commissione Europea: la Strategia LGBTQ 2026-2030, voluta dalla presidente Ursula von der Leyen.
Una strategia che rischia di trasformarsi in un progetto ideologico di rieducazione sociale, in cui chi non si adegua rischia di essere emarginato, censurato, persino punito.
Per questo ti scrivo con urgenza oggi, per chiederti di unirti a me e alzare la voce insieme.
Se anche tu pensi che la libertà di opinione, di espressione e di religione non possa dipendere dall’agenda ideologica del momento, allora non puoi restare in silenzio. Firma ora per dire NO all’imposizione ideologica di Bruxelles e della von der Leyen.
Ecco cosa vorrebbero approvare tramite questa strategia nei prossimi quattro anni:
- L’inserimento dell’ideologia gender e dell’agenda LGBTQ (tra cui matrimonio e adozioni gay) in tutte le politiche pubbliche europee – dalla scuola alla sanità, dai media alla cultura.
- Il divieto di quelle che loro chiamano “terapia di conversione”, ovvero qualunque forma di aiuto per chi soffre di una disforia di genere, cioè un disagio psicologico causato dal non riconoscersi nel proprio sesso biologico.
- L’uso di fondi europei per finanziare solo chi promuove l’agenda LGBTQ, mentre chi difende la famiglia, la vita o la fede non riceverà nulla e verrà escluso da ogni confronto.
- E – ancora più grave – l’estensione del concetto di “crimine d’odio”, con il serio rischio che chi difende la famiglia o afferma semplici verità biologiche venga perseguito.
Non è la prima volta che ci provano, Francesco Paolo.
In Italia lo abbiamo già visto con il DDL Zan.
Quel disegno di legge voleva punire penalmente chi diceva che un bambino ha diritto a una mamma e un papà, o che l’identità sessuale non è un’opinione.
Grazie alla mobilitazione di migliaia di cittadini, è stato fermato.
Ma ora lo stesso progetto arriva da Bruxelles, con più potere, più soldi e meno limiti.
Aiutami a fermarlo!
Chiediamo con forza alle istituzioni europee – alla Commissione, ai Commissari, al Parlamento e al Consiglio – di bloccare questa pericolosa strategia e difendere la libertà di espressione, di opinione e di religione dei cittadini europei.
La cosa che deve preoccuparci fortemente è l’ambiguo concetto di “crimine d’odio”, appositamente non definito.
E senza confini certi, tutto può diventare odio: una predica, un versetto della Bibbia, l’obiezione di un padre o di una madre.
E questo è già accaduto:
- In Finlandia, la parlamentare cristiana Päivi Räsänen è sotto processo per aver citato le lettere di San Paolo.
- In Irlanda, un sacerdote è stato arrestato mentre leggeva la Bibbia in strada.
- Robert Hoogland, un papà del Canada, è finito in carcere per essersi opposto alla transizione della figlia.
- Negli Stati Uniti, i coniugi Cox hanno perso la custodia della loro figlia per aver rifiutato – per motivi religiosi – il “cambio di sesso”.
Se non fermiamo questa strategia ora, casi di questo genere si moltiplicheranno in tutta Europa, e nelle peggiori delle ipotesi, anche in Italia…