Il giornale Voltaire alludeva aisondaggi mostrano che il presidente Recep Tayyip Erdoğan, che  ha perso contro il leader dell’opposizione unita Kemal Kılıçdaroğlu nelle elezioni presidenziali turche del 14 maggio 2023. Questa possibile svolta interna sta portando il presidente in carica a radicalizzare la sua posizione sulle questioni internazionali. Finora sembrava essere a metà strada tra gli Stati Uniti da una parte e la Russia e la Cina dall’altra. Ora, il suo partito politico lo presenta come il salvatore dell’indipendenza turca di fronte al lato oscuro di Washington. Al contrario, ritrae il suo concorrente come uno scagnozzo yankee, cosa che probabilmente non è. Eppure odiernamente si e’ vista una manifestazione di circa un milione di persone, inneggianti per le strade, il proprio beniamino politico. La Turchia figura un paese dal forte potenziale economico giacche’ inoltre e’ posizionata come porta d’accesso e crocevia tra sud, ovest, est e nord del mondo. Gli Stati Uniti stanno così pagando il prezzo degli attentati al presidente turco, soprattutto quello che ha portato al fallito golpe del 15 luglio 2016, dopo che Ankara ha deciso di costruire un gasdotto con Mosca e da essa ha persino acquistato armi. Inoltre Washington è accusata, a torto od a ragione, nessuno lo sa, di aver causato il recente terremoto che è costato la vita a decine di migliaia di turchi. L’opinione pubblica condivide così un forte sentimento antiamericano in un Paese che ha dato molto agli Stati Uniti fin dalla guerra di Corea (l’esercito turco vi ha vinto e ha combattuto una battaglia decisiva, salvando gli Stati Uniti dal disastro) e ne ha molto sofferto con il dramma curdo (la CIA ha preso il controllo del PKK e ne ha incoraggiato le azioni terroristiche, puntando così una “pistola alla tempia di Ankara”). L’ambasciatore statunitense Jeffrey Flake si è preso la libertà di visitare apparentemente il candidato Kemal Kılıçdaroğlu. Flake è un repubblicano vecchia scuola, amico di John McCain, che come lui viene dall’Arizona, dove sono stati ambe due dei  senatori. Ha urlato contro l’entrismo di Donald Trump e ha lasciato il partito per avvicinarsi a Joe Biden, che lo ha nominato ambasciatore. Presentandosi con Kılıçdaroğlu, pensava di fare la cosa giusta e di fare del bene. Errore: ha dato acqua ad Erdoğan che si è precipitato a dichiarare: “L’ambasciatore di Joe Biden visita Kemal. Vergognati, pensa con la tua testa. Sei un ambasciatore. Il tuo interlocutore è il presidente. Come ti comporterai dopo e chiederai un appuntamento con il presidente? Le nostre porte sono chiuse per lui, non può entrare. Perché no? Ha bisogno di sapere qual è il suo posto. Sulla stessa linea, il ministro dell’Interno e vicepresidente del Partito presidenziale, Süleyman Soylu, ha pubblicamente condannato l’ambasciatore statunitense durante il terremoto, dicendogli di togliere le sue «mani sporche dalla Turchia». Tutti i turchi hanno notato che gli occidentali hanno ritirato i loro ambasciatori dal paese nei due giorni precedenti il disastro, come se lo sapessero prima che accadesse, e che hanno ritardato l’invio di soccorsi. Soylu ha aggiunto: “Ogni ambasciatore statunitense si chiede come possa danneggiare la Turchia. Questa è stata una delle più grandi disgrazie della Turchia per anni. Raccolgono altri ambasciatori e cercano di dare loro consigli. Fanno lo stesso in Europa in modo che le ambasciate statunitensi governino l’Europa. I turchi, che sono molto nazionalisti, approvano. Ma il ministro è pur sempre un mafioso ed un islamista secondo gli avversari ed i critici, denunciato pubblicamente da un altro padrino, Sedat Peker, ora latitante. Quest’ultimo ha rivelato in una serie di video pubblicati su Internet che Süleyman Soylu e il figlio del primo ministro Binali Yıldırım hanno utilizzato i soldati di al-Qaeda per rovesciare i golpisti del 2016. Ha consegnato loro armi tramite una compagnia militare privata, SADAT. Furono loro a sconfiggere i soldati insorti sul ponte sul Bosforo.

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Il presidente Recep Tayyip Erdoğan era per molti  un delinquente di strada entrato in politica nella milizia di Necmettin Erbakan, la Millî Görüş. Si è distinto dalla parte dei Fratelli Musulmani in Afghanistan, poi ha sostenuto gli islamisti in Cecenia. È salito al potere in Turchia con l’aiuto della CIA, contro la quale ora si sta rivoltando. Se nessuno dubita della sincerità del suo rovesciamento, tutti si chiedono se sarà duraturo o meno, se non diventerà un agente di Washington come gli altri. Nel suo nome, Süleyman Soylu spinge oltre la busta. Senza negare il pesante passato di Erdoğan, si tratta di far dimenticare il suo coinvolgimento a fianco di Daesh contro la Siria. Parlando ai giovani del partito il 17 aprile, Süleyman Soylu ha quindi descritto la globalizzazione come un tentativo degli Stati Uniti di utilizzare l’ascesa del commercio internazionale per distruggere tutte le culture ed ottenere il proprio trionfo. Ha poi attaccato l’Unione Europea, di cui ha definito i leader servili, al punto da apostrofarla “il mulo d’America”. Ha continuato osservando che “l’impero americano” sta perdendo la sua reputazione. Gli europei sono gli spadaccini di Washington in Africa. Ecco perché gli africani li odiano. Alla fine, “è il mondo intero che odia l’America”. Kemal Kılıçdaroğlu si è alleato con Washington, ha “troppa fretta” e, senza volerlo, sta mettendo in grave pericolo il futuro della Türchia. Va ricordato che la Turchia è tuttora membro dell’Alleanza Atlantica ed ospita basi militari Nato. Nel bel mezzo della campagna elettorale, giovedì prossimo il presidente Erdoğan inaugurerà il lancio della centrale nucleare di Akkuyu. Si tratta del primo reattore ad acqua pressurizzata di tipo VVER con una capacità unitaria di 1.200 MW, costruito da Rosatom. Per l’occasione è stato invitato alla cerimonia il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, anche se difficilmente parteciperà. Inoltre la Turchia ha presentato la propria industria automobilistica che ha dato i natali ad un suv non economico col quale pianifica, auspicandola, una entrata vincente o quanto meno rispettabile, nel mercato globale dell’auto.

Vocabolario

*Auspicandola: desiderando convintamente.

*Natali: nascita.

*Crocevia: punto al centro di strade diverse.

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