Torna in carcere il nipote di Sandokan, Nicola Schiavone

Secondo l’indagine svolta della Dda di Napoli, Francesco Schiavone nipote di “Sandokan” era ed è rimasto lo storico referente del clan dei Casalesi nella gestione degli appalti pubblici

Il suo territorio è il casertano ma ora è ritornato di nuovo in carcere Nicola Schiavone, 44 anni, nato a Napoli la sua famiglia nel clan dei Casalesi è ai vertici da tempo: è il nipote di Francesco Schiavone detto “Sandokan”. All’alba uomini della Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Procura. Le accuse nei suoi confronti sono quelle di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e autoriciclaggio aggravati dalle finalità e modalità mafiose.

Manette non solo per Schiavone anche Alessandro Ucciero, 52enne di Villa Literno (CE), presunto complice di Schiavone per il quale il Gip ha disposto una misura cautelare meno pesante. Secondo l’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, il nipote di “Sandokan” Schiavone era ed è rimasto lo storico referente del clan dei Casalesi nella gestione degli appalti pubblici.

Motivi della custodia è una società attiva nel settore dei lavori edili con la pubblica amministrazione la stata ha portato a lui nonostante che ha usufruito di un prestanome. Avevano pensato a tutti gli escamotage per non farsi intercettare: l’azienda nuovo di zecca era priva del certificato Soa,  indispensabile per le imprese che vogliano partecipare alle gare d’appalto pubbliche di importo superiore ai 150mila euro nonostante ciò sarebbe comunque riuscita a entrare nella grande spartizione della torta grazie ad accordi con altri operatori economici (detti contratti di avvalimento) presentati alle stazioni appaltanti. Dietro le montagne di carte e burocrazia volta ad intorbidire le acque c’era sempre lui, Nicola Schiavone.

Schiavone appena uscito dal carcere, oltre a comunicare alla stampa il proprio ritorno, ha subito convocato a se una serie di imprenditori a cui vengono ricordati i favori del passato. Tutti i convocati avevano beneficiato di accordi economici con i Casalesi, ottenendo forniture di materiali per l’edilizia o l’esecuzione di particolari lavorazioni, oppure di altri cui erano stati prestate importanti somme di denaro e per le quali l’erede della famiglia Sandokan chiedeva immediatamente restituzione.

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