Tennis: la squalifica a Sinner comprova l’esistenza del deep tennis

Il vanto tennistico nazionale nonche’ numero 1 del mondo Sinner, ha scontato una penalizzazione assolutamente ingiusta per presunto doping in base allo spalmaggio, pare, di una crema difforme alle regole generali usata inconsapevolmente da un suo terapista. Una squalifica trimensile giunta pochi mesi dopo il raggiungimento della prima posizione mondiale da parte di un tennista italiano. Sinner che era gia’ entrato nell’alvo delle leggende assolute dell’Atp, per numero di settimane di permanenza al vertice, assieme ad icone come Agassi, Sampras, Borge, Nadal, Federer, Djokovic. Eppure il beniamino di un’intera nazione nonche’ tedoforo dell’Italia alle prossime elezioni, si e’ ritrovato ancora al numero 1 mondiale, al rientro, ed e’ stato quasi unanimemente difeso dal circuito tennistico e dalle personalita’ principali del tennis, come Nadal e Djokovic, per la immeritata punizione e nulla reita’ dell’italiano.

L’attacco a Sinner ha slatentizzato la presenza anche nel tennis, di una fitta ragnatela di controllo economico, mediatico, legislativo, medico, che e’ stata gia’ in precedenza esecrata da Djokovic, Nadal, Alcaraz, tutti appoggiati da Rfk, denominata deep tennis, alla stregua del deep state americano, della deep church e dei deep state internazionali che plasmano tutto su propri vantaggi economici, politici,  mediatici. Un deep state onnipresente in ogni sport che conta e che ha aumentato gli impegni per tennisti e calciatori di alto calibro, destinando tuttavia ai tennisti, una quota esigua dei ricavi che essi assicurano. Quel deep tennis con regolamenti criptico ed assurdi come l’espulsione del tennista piu’ vincente della storia per due anni dai maggiori tornei, a causa del suo diniego ad inocularsi il siero sperimentale che ha accompagnato il Covid come passpartout. Ebbene il deep tennis come il deep state, odia l’Italia che non si e’ mai completamente piegata ai propri diktat, e sembra aver preso di mira esattamente il Bel Paese, il quale per la prima volta nella storia ha un suo esponente a capo dell’Olimpo del tennis. Una posizione occupata sempre da sportivi afferenti alla nazionalita’ ed alla sfera di influenza del deep state che e’ anche deep tennis oltre a deep church. E mai l’Italia da sempre disallineata ai dogma del deep state in ogni sua declinazione, ha potuto avere tale potere, prestigio e visibilita’. Cosi’ Sinner e’ sembrato capro espiatorio di un’intera nazione destinata ad un’egemonia mondiale trasversale se non si cambiano le regole immantinente; come sovente hanno fatto nella storia recente. Ad esempio la mancata accettazione della Borsa di Milano quale vicario permanente alla Londra fautrice di Brexit. O semplicemente il rifiuto europeo, di porre Roma con Milano quali sedi continentali in materia di gestione sanitaria.

L’Italia e’ il cardine dell’Europa ma al contempo del Cristianesimo vero, nella sua conformazione cattolica, e binariamente del Nuovo Ordine Mondiale. Tutti necessitano dell’Italia per rintuzzare l’altro, ma la ontologia ribelle dell’Italia al dominio temporale della grande finanza anglo-sionista, desta sgomento e livore, del vero e grande potere, nei propri confronti. Sinner paga per l’Italia, tanto temuta quanto osteggiata al di fuori dei propri confini. Di conseguenza risulta opportuno riunificare la nazione in un sistema autotutelante, autoarricchente, autosufficiente. Dunque l’Italia deve ripartire da se stesso in un circuito coeso e nazionalista teleologico da un lato, alla autodifesa rispetto attacchi oriundi, ed in seconda istanza di liberazione europea dalla tecnodittatura di matrice comunista ed anticristiana.

Su Sinner, comunque, la stasi forzata di novanta giorni dalle competizioni del sistema Atp, non ha impedito la finale di Roma dopo quasi mezzo secolo e contro il fenomenale ex numero 1 del mondo spagnolo, Alcaraz. Ma quest’ultimo ha nuovamente battuto il campione italico che fino alla fine del primo set ha tenuto in totale equulibrio la partita. Infine ha ceduto palesemente anche per una questione di minore abitudine a tale tipo di sforzi e partite. Cio’ ha contribuito il fermo forzato che si e’ tradotto in minore allenamento e tenuta, di Sinner. Tenuta inferiore, va affermato, rispetto ad un astro tennistico di poco piu’ giovane, di uguale valore, ma con tre mesi di allenamento per grandi scontri, in piu’.

Fa piacere che la mirabile Federazione tennis italiana che quest’anno dispone di un campionario giocatori di assoluto livello, ha deliberato immani lavori di ampliamento del campo centrale a mo’ di stadio del Foro italico, e l’edificazione di un tetto mobile antipioggia. Cosi’ il Master 1000 italiano, disporra’ di una struttura degna al livello aggregato presso Roma, di uno Slam. Roma si e’ sempre contraddistinta per essere un major al livello di Parigi, Londra, New York, Melbourne. Ed e’ tempo che autonomamente lo diventi.