E’ in atto il decimo rialzo consecutivo dei tassi della Bce, che  provoca una serie di effetti sull’economia, i mercati e la vita quotidiana degli europei.

Dai mutui ai conti deposito, agli investimenti ed ai bilanci degli stati, la politica di Francoforte punta a frenare l’inflazione ed i suoi effetti negativi, specie sugli strati più deboli della popolazione; ma provoca anche una serie di impatti di diverso tipo. Interessi che dovrà corrispondere sul debito pubblico. La spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020). Nelle aste di Bot e  Btp i rendimenti medi, come si ricava dall’indice Rendistato calcolato dalla Banca d’Italia, sono arrivati oramai al 3,94%. In calo i rendimenti dei titoli di stato a partire dai Btp (-11,6 punti al 4,32%), con i Bund tedeschi in ribasso di 6,2 punti al 2,58% e lo spread tra i due titoli a 174,1 punti. Si mantiene stabile l’euro a 1,06 dollari, mentre il biglietto verde sale a 0,8 sterline e scende a 147 yen.
    Prosegue la corsa del greggio (Wti +1,53% a 89,88 dollari al barile), salito fino a 90 dollari, mentre segna il passo il gas (-3,22% a 35,63 euro al MWh).
    Corrono i petroliferi Bp (+3,4%), Shell (+2,3%), Eni (+1,83%) e TotalEnergies (+1,63%). Rimbalzano le utility Enel (+3%), maglia rosa in Piazza Affari, Edp (+3,98%) e A2a (-2,85%).
    Acquisti sui bancari Hsbc (+3%), Bnp (+2,74%), Standard Chartered (+2,8%) e NatWest (+2,6%). In Piazza Affari sprint di Mps (+2,98%) e Unicredit (+2,2%). Più caute Bper (+1,16%), Banco Bpm (+0,87%) e Intesa (+0,57%). Pochi i segni meno limitati a Tim (-1,11%), su ipotesi di rinvio del termine del 30 settembre per l’offerta definitiva di Kkr sulla rete, Stellantis (-1,07%), Pirelli (-0,42%), Nexi (-0,35%) e Leonardo (-0,33%. La Borsa di Tokyo avvia l’ultima seduta della settimana in rialzo, seguendo l’accelerazione degli indici azionari statunitensi e in attesa delle nuove indicazioni dalla economia cinese, con i dati dal mercato del lavoro e le vendite al dettaglio.


    In apertura il listino di riferimento Nikkei segna un guadagno dello 0,74% a quota 33.412,37, aggiungendo 244 punti.
    Sul mercato valutario lo yen prosegue la fase di indebolimento sul dollaro, a 147,30, mentre si apprezza a 156,80 sull’euro. L’Eurozona figura sull’orlo di una voragine finanziaria senza precedenti che vedono perfino la Juventus in fase di vendita a causa di indebitamento per poco meno di un miliardo e passivi di bilancio per quasi 300 milioni. Si vocifera sul venturo declino di Mediaset anche se i suoi documenti finanziari sciorinano ricavi in attivo per l’ultimo lustro. Meloni giace sotto un crivello di invettive per l’impotenza nel calmierare i prezzi dei carburanti che hanno sforato i 2€ a detrimento delle imprese, dei lavoratori e dei privati. Ancora al primo ministro italiano si affibia la responsabilita’ sull’abolizione del reddito di cittadinanza e binariamente la incapacita’ di recidere le bollette energetiche per la classe media ed il tessuto delle medie e piccole imprese italiane.

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 Sul fronte dei finanziamenti europei figura un decreto di finanziamento dei progetti” Pnrr dei Comuni “che non è stato in alcun modo toccato. E’ una discussione abbastanza surreale” quella sui progetti depennati dal Pnrr “perché è una discussione che non tiene conto né del termine di giugno 2026 entro il quale se gli interventi non sono completati al 100% vengono revocati, sia perché non tiene conto che ci sono criteri di ammissibilità di questi progetti a livello europeo che sono molto rigidi”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione ef il Pnrr Raffaele Fitto, partecipando  a ‘Bolina 23’, a Giovinazzo, nel Barese.
    “Tutti questi interventi – ha spiegato – erano stati previsti prima dell’approvazione del Pnrr, stiamo lavorando per evitare che accada quello che è accaduto per lo stadio di Firenze e di Venezia. Tutto va avanti regolarmente, si crea allarmismo inutile. Invece mi aspetterei che tutti gli amministratori preoccupati esprimessero un ringraziamento per il lavoro che il governo sta facendo. Perché la nostra proposta salvaguardia questi interventi utilizzando altre fonti di finanziamento e non mettendo a rischio nessuno di questi progetti”.

Monta in tutta Italia acredine verso l’Europa a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse e del debito pubblico che causa aggravi diretti ed indiretti per imposte e prezzi, ma anche per l’ostinazione e perpetuare la guerra in Ucraina che viene finanziata dai prelievi sul bilancio comune europeo, a detta di molteplici periti di economia.

In questa situazione che vede lo stallo della Germania, le difficolta’ della Francia nell’approvvigionamento di materie prime dall’Africa ora sotto l’egida di Mosca e Pechino, affiorano i problemi di crescita e domanda interna ed esogena per l’Italia. Cosi’ l’ipotesi deindustrializzazione e bancarotta de Bel Paese, paventata da Draghi recentemente, si materializza in prospettiva ventura, una deflagrazione dell’Euro e dell’Unione monetaria euroamericana: quest’ultima comporterebbe il collasso dell’Occidente in favore dei Brics, enfatizzati dal fatto che odiernamente gli interscambi mondiali innestati sul Dollaro e l’Euro, manifestano un calo ingente ed apparentemente incontrovertibile.

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