Suicidi trans: parla vicepresidente Giuristi per la vita

Di Rita Lazzaro

La sinistra continua a sbandierare le problematiche sul fronte dei diritti Lgbtq+. C’è chi come la Schlein ha parlato di diritti Lgbtq+ che “rischiano di essere insidiati” dal nuovo esecutivo.1)Ma è davvero così o c’è dell’altro? 2) In Italia vige realmente una falla giuridica tale da far sì che disabili, donne e appartenenti alla comunità lgbtq+ non siano tutelati? A queste domande risponde l’ avv. Filippo Martini, vicepresidente dei Giuristi per la Vita intervistato da Rita Lazzaro per Adfnews  “Assolutamente no. Non è così. In Italia non vi sono falle nel diritto penale vigente. Il codice Rocco è in auge da circa novant’anni e non presenta crepe o segni di decadimento. E’ uno tra i migliori codici penali al mondo. Il problema italiano, non è il codice penale. Abbiamo menti pensanti, che lo hanno elaborato, come fu per la Carta Costituzionale. Nel tempo, queste menti sono state succedute da altre che non ne hanno certo raccolto i talenti e le risorse. Oggi il nostro problema sono i processi e la certezza della pena da applicare. Un soggetto discriminato, è tutelato da pene e da un sistema di circostanze aggravanti, che copre tutte le possibili fattispecie”.

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L’onorevole Zan aveva puntato il dito contro le richieste della Lega definendole “inaccettabili”. “Togliere il termine “identità di genere” voleva dire far venir meno molte tutele, ad esempio quelle delle persone trans che sono le più discriminate. Quanto aveva proposto la Lega era la trasformazione di una legge da antidiscriminatoria a discriminatoria».

Avvocato concorda con le parole dell’onorevole Zan contro le proposte della Lega?

“Decisamente, non concordo! Anzi, è paradossale che l’Onorevole Zan parli di “mediazioni politiche, ovvero sale della democrazia”, dopo di che letteralmente “bolli” come inaccettabile la proposta della Lega. In mediazione una proposta non è mai inaccettabile. Deve essere vagliata, come tutte le proposte sul tavolo. Io del pari potrei ritenere inaccettabile il concetto di “identità di genere” e chiudere così ogni negoziato, ogni possibile mediazione. Sino a prova contraria, chi mi parla di “identità di genere” pretendendone l’inserimento in un corpus normativo mentre, nel contempo, nega con massima risolutezza – quasi ferocia in certi dialoghi – l’esistenza delle teorie “gender”, non sa quello che chiede e non sa quello che vuole. Già la legge è complessa ed è un meccanismo ancor più complesso studiarla, elaborarla, approvarla. Non si legifera sulla base di presupposti incerti ed indefiniti”. L’onorevole Zan teme anche che con la destra al governo l’Italia finisca come l’Ungheria e la Polonia.

“Infatti l’ Ungheria ha dato vita a una legge considerata anti-lgbt adottata che vieta o limita l’accesso a contenuti LGBT+ rivolti ai minori di 18 anni. Invece in regioni e comuni polacchi sono state institute delle zone c.d. “LGBT free”. Per di più nel febbraio di quest’anno in Polonia è stata approvata la legge anti-lgbt nelle scuole. “Una legge che vieta definitivamente di trattare tematiche Lgbtq+ nelle scuole, imponendo che tutte le attività extracurriculari gestite da organizzazioni non governative negli istituti scolastici dovranno essere approvate da un supervisore nominato dal governo. Tutto questo per bloccare “una minaccia per la moralità dei bambini” a detta del ministro Przemysław Czarnek.

Avvocato, a suo avviso, i provvedimenti adottati in Polonia e Ungheria sono realmente contro la comunità lgbtq+ e quindi da considerarsi omofobi?

“I provvedimenti polacchi e ungheresi, sono certamente duri, netti, decisi. Come duro, netto, deciso, dovrebbe essere l’intervento di un governo che voglia portare avanti un’agenda politica chiara e delineata secondo determinati standard. Il concetto di base che deve sottendere l’operato politico, è la ricerca del bene comune. Secondo le migliori intenzioni perseguite, in maniera netta, i predetti governi hanno voluto arginare e dimostrare al mondo, che si può limitare l’avanzata imperante, incondizionata e senza sconti, di una forma di ideologia globale secondo cui tutto ciò che viene proposto come “Lgbt friendly” è puro e buono a prescindere: anche nei confronti dei bambini. Tutto ormai, tutto: dallo spot televisivo in ogni fascia oraria, dalla serie su Netflix od Amazon, neanche a dirlo, al programma in prima serata, il telegiornale, i fumetti, i cartoons per bambini anche in tenerissima età (5 – 6 anni) se non è dotato di una pennellata arcobaleno, non fa tendenza. Uno tsunami in tal senso.

Se lei sapesse che uno tsunami si sta abbattendo, o meglio, sta arrivando un’ondata potente di rilancio dello stesso, si sorprenderebbe di trovare, dalla sera alla mattina, un enorme muro con tanto di strutture di supporto e rafforzamento, a protezione di una bellissima baia caraibica incontaminata ? Faccia conto, che i provvedimenti di Polonia e Ungheria, sono quel muro. I bambini, sono quella baia incontaminata … Se “l’onda” anomala cala di minaccia, ben volentieri si rimuove quel muro ripristinando un panorama”.

A proposito di tutela dei diritti arcobaleno. A fine ottobre Chiara, una transgender, si è tolta la vita. Si sentiva in un “labirinto senza uscita”. Infatti la sua vita era diventata ancora più dura una volta espressa la sua identità femminile, entrando così in contatto con il mondo come donna e non più come uomo. I genitori e le sorelle non avevano accettato questo suo cambiamento, la famiglia in un primo momento infatti l’aveva rifiutata. Per di più, in strada, nel suo quartiere, veniva spesso presa in giro, se non addirittura aggredita. A scuola era ormai da tempo vittima di bullismo, tanto da farla decidere di abbandonare gli studi.

” A volte mi chiedo – così ha scritto Chiara in una lettera – cosa ci sia di sbagliato in me. In fondo sono sempre un essere umano. Io mi sento una donna, vorrei riconoscermi, vestire al femminile e non da maschio, vorrei avere più spazio, essere tranquilla e non avere paura. Mi sento in un labirinto senza uscita”. Una storia di discriminazione, disumanità e solitudine.

Come e quanto il ddl Zan avrebbe potuto prevenire questa tragedia?

“Non sono naturalmente in grado di fare una “prognosi ipotetica” in tal senso. Credo che nessuno, in buona fede, nemmeno il promotore del decreto sarebbe in grado di farla. Del resto sarebbe scorretto lucrare consensi da una tragedia simile. Invece sempre più spesso è divenuto costume farlo. Non lo trovo corretto e assomiglia un poco al “metodo Cappato” che dovrebbe quasi essere coniato sui testi di marketing quale “case study”: sono forme volte ad attrarre consenso su situazioni drammatiche e tragedie. Non credo sinceramente, che un decreto nato e concepito con chiare finalità ideologiche dal suo (dai suoi) promotore/i, al di la di ogni mediazione parlamentare possibile, potesse prevenire un disagio umano grave che, purtroppo, non coinvolge solo la povera Chiara di cui sopra. E’ un dramma e disagio umano, per il quale il compianto e grande don Giussani ebbe a dire in un intervento divenuto icona del suo pensiero: “Se vi fosse un’educazione del popolo, tutti starebbero meglio”. E’ un tema, quello educativo, che non si sostanzia in un “insieme di regole”, ma nel tirare fuori (educare significa tirare fuori) ciò che di buono chiunque di noi possiede. I cosiddetti talenti messi a frutto”.

Si è parlato di tutela dei diritti lgbtq+ ma è anche vero che chi ha “osato” dire “no” al ddl Zan, è stato messo alla gogna dagli stessi. Come successo a Don Maurizio Patriciello o agli appartenenti di Pro Vita & Famiglia, ricordando anche le immagini volgari e blasfeme del Gay pride come la Vergine a forma di vagina o il Cristo gay.

Come si dovrebbe intendere tutto questo sia a livello giuridico che sociale?

“A livello giuridico posso riportare un fatto: alcuni anni fa, come associazione Giuristi per la Vita, querelammo il “Cassero LGBT” di Bologna che fece una festa intitolata “Venerdì Credici”, pubblicizzando molti scatti su instagram e facebook, con tanto di performers travestiti da Madonne e Cristi letteralmente “impalati” (in simulazione, ovvio) da croci, Eucaristie distribuite da iconici e variopinti vescovi, e quant’altro di più sgradevole e trash si possa immaginare: il PM ha archiviato. Ha capito perché il problema in Italia non è il codice penale di cui parlavamo sopra ? Quindi di cosa parliamo: di diritto? di rispetto delle minoranze? Di tolleranza e discriminazione ? Rispetto verso chi e cosa. E da parte di chi presumendo che non sia a senso unico …”

Domande provocatorie verso un’ideologia che provoca costantemente ma che, contestualmente non deve essere provocata. Di conseguenza tanto i quesiti tanto la provocazione dell’avv.Martini si potrebbero definire amare ma legittime.

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