Di Rita Lazzaro
Catfishing: alcune fonti fanno risalire il termine al documentario Catfish del 2010, ma in realtà fa parte della lingua inglese già da diversi decenni.
Il catfishing può essere usato nelle truffe romantiche. Secondo Vince Pierce, il marito di Angela Pierce che nel film crea un falso profilo online, il termine catfishing deriva dal fatto che i pescatori mettono i merluzzi pescati in vasche insieme a dei pesci gatto: quest’ultimi infastidiscono i merluzzi mordendo loro la coda e così all’arrivo sulla terraferma il pesce, che si è mantenuto attivo, risulta più fresco.
Dal 2012 il termine è divenuto popolare grazie al programma televisivo che va in onda su MTV chiamato Catfish: false identità, che tratta proprio di questa pratica, attraverso le esperienze di persone che intrattengono relazioni virtuali sui social media senza mai aver visto in modo fisico il proprio partner.
Il termine è cresciuto in popolarità a causa di un episodio che ha visto coinvolto il giocatore di football Manti Te’o della University of Notre Dame football nel 2013.
Numeri ufficiali non ne esistono, ma le stime (suffragate da qualche ricerca condotta a spot, su campioni ristretti) parlano di una percentuale di profili falsi sui social network più diffusi – Facebook, Instagram, Twitter – compresa tra il 60 e l’80%.
Le tecniche di raggiro sono sempre più affinate, le identità si moltiplicano: ai falsi profili si mescolano sempre più spesso quelli contaminati con personaggi più o meno famosi. Una condotta che porta a pescare vittime di relazioni virtuali che per la loro particolare fragilità e sensibilità diventano vere e proprie prede fino ad essere divorate.
Come successo con Daniele, un ragazzo di soli 24 anni, mite e introverso, che si è tolto la vita dopo aver scoperto che la ragazza della quale si era perdutamente innamorato era in realtà un uomo di 64 anni che aveva dato inizio a una relazione virtuale con Daniele, ignaro di ogni cosa.
Il cellulare e il computer del giovane sono pieni di messaggi rivolti ad “Irene”, una ragazza bellissima di 20 anni conosciuta attraverso i social. Daniele s’innamora perdutamente tanto da confessarglielo e inizia così una relazione virtuale con la giovane che sembra ricambiare. Ormai la situazione va avanti da tempo e il ragazzo sente la necessità di concretizzare un amore astratto. Le chiede quindi di vedersi ma ogni volta che sono a un passo dall’incontro Irene cambia idea e con una scusa rimanda. Il 24enne non nutre alcun sospetto perché ha conosciuto anche Braim, il fratello e Claudia, la sua migliore amica. Con loro inizia una corrispondenza lunga tanto da ricostruire l’intera vita dell’amata.
Passano i giorni e Daniele non ce la fa più ad aspettare e non capisce perché tanta smania la provi solo lui e non lei. Accadono poi dei piccoli fatti che messi insieme creano delle crepe in quello che la ragazza racconta di sé. Daniele quindi comincia a fare delle ricerche sul web ed è durante una navigazione che gli crolla il mondo addosso. Le foto di Irene si trovano in un sito ambiguo e la giovane ritratta ha un altro nome. A questo punto prende il telefono in mano e tremando chiede spiegazioni alla sua fidanzata che non reagisce bene alle accuse e tagliando corto lo lascia.
Il 24enne suddetto apre finalmente gli occhi e capisce di essere finito dentro a un catfish, una relazione con una persona che nasconde la sua vera identità. Sono mesi che rincorre una donna inesistente e il suo amore è costruito sulla base di una gigantesca menzogna. A quel punto, per la disperazione e per la vergogna di non aver capito in tempo, Daniele si toglie la vita impiccandosi nella sua casa dopo aver scritto una lunga lettera d’addio ai genitori. I genitori scoprono tutta la verità dopo varie ricerche che li conducono ad un 64enne di Forlimpopoli in provincia di Forlì. I genitori di Daniele vogliono giustizia per il figlio e hanno chiesto aiuto anche al programma Le Iene. L’inviato Matteo Viviani ha trovato il 64enne che, infastidito, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma a telecamere spente ha confessato: “Era uno scherzo – e poi – Non volevo che finisse così”.
” Era uno scherzo”. Per un uomo, un 64enne, che dovrebbe guidare e proteggere chi potrebbe essere suo figlio, giocare coi sentimenti di un giovane che si affaccia alla vita è solo ” uno scherzo”. “Uno scherzo” di cui lo stesso ne resterà vittima. Infatti dopo il servizio delle Iene il 64enne si è tolto la vita.
Di tutto questo parleremo col professore Carlo Vivaldi Forti, sociologo, psicologo e psicoterapeuta di orientamento umanistico.
1)Dott. Vivaldi come si possono definire questi soggetti? Cosa li spinge a commettere simili atti indegni la cui gravità viene minimizzata o addirittura negata dagli stessi autori, considerandola appunto uno scherzo?
“Si tratta ovviamente di soggetti disturbati e psichicamente deboli. Le motivazioni soggettive dei loro comportamenti sono varie, ma qualcosa di comune c’è in tutti: una fondamentale mancanza di autostima e debolezza di carattere. Soggiogare un’altra persona, soprattutto se vulnerabile, è il modo per riscattarsi da una reale impotenza. Intendiamoci, simili personalità sono sempre esistite. La differenza è che oggi usano l’alta tecnologia”.
2) In che modo si possono prevenire simili crimini e quindi in che modo si possono tutelare menti fragili e sensibili come Daniele?
“Questi crimini si possono limitare in due modi: quello legale, fondato su normative più severe e accurati controlli da parte della Polizia, e quello attinente all’ambiente familiare, ad un’educazione equilibrata , ad un giusto scambio affettivo, ad una scuola più responsabile. Qualcosa di simile vale per le vittime, anch’esse psichicamente fragili e provviste di limitata autostima. La crisi della famiglia è uno dei fattori che maggiormente favorisce tali deviazioni”.
3) Nel Catfish il predatore ha un modus operandi diverso da quello della predatrice?
“Le modalità comportamentali e le cause del disturbo sono le stesse, la differenza è che le donne corrono più rischi degli uomini in queste relazioni malate”.
4) A proposito di distinguo tra i carnefici a seconda del sesso, la stessa domanda la si pone per quanto concerne la vittima: c’ è differenza tra la vittima appartenente all’universo in rosa e non?
“La donna in linea di principio cerca più una soddisfazione affettiva, che per qualche ragione le manca, piuttosto che di potenza”.
5)Che effetti comporta il catfish una volta che la vittima scopre l’inganno, oltre a quanto visto con Daniele? Ma soprattutto come porvi rimedio?
“La scoperta dell’inganno rappresenta il crollo traumatico di tutte le compensazioni e le false sicurezze in gioco, e può avere effetti devastanti. I possibili rimedi oscillano fra l’amore dei familiari e, nei casi più gravi, una buona psicoterapia”.
Una tragedia nella tragedia, che non solo non ci lascia indifferenti, ma che ha colpito tutti noi. Perché, a prescindere dalla lettura che ognuno di noi può fare di questa storia, si sta parlando della vita di un uomo, che a causa di un meccanismo perverso, tipico del catfishing, si era legata a quella di un altro uomo, seguendo lo stesso tragico destino”. Per concludere il suo discorso, il docente intervistato per Adfnews ha aggiunto: “Il catfishing è un fenomeno molto più ampio e pericoloso di quel che si possa immaginare e le vittime sono sempre i soggetti più deboli, quelli che dovrebbero essere maggiormente tutelati”. 6) Attorno a questo problema stiamo vivendo un vuoto normativo? E soprattutto abbiamo gli strumenti per proteggere le persone più a rischio? Perché nel nostro ordinamento è previsto il reato di sostituzione di persona, ma siamo sicuri che sia sufficiente?”.
Sono queste le parole con cui ha replicato Matteo Viviani dopo il suicido di Roberto Zaccaria a seguito del servizio condotto dallo stesso Viviani, che vedeva coinvolto Zaccaria in un caso di catfishing. Uno scherzo secondo Zaccaria, che però ha portato al suicidio della vittima di questa goliarata: Daniele di soli 24 anni. Ma non è tardata neanche la risposta di Parenti , storico autore de Le Iene, che ha scritto una lunga lettera, nella quale ha parlato del caso Zaccaria e del ruolo del programma nel suicidio. L’autore televisivo, che da oltre vent’anni guida la redazione de Le iene, ha rotto il silenzio a più di una settimana di distanza dalla morte di Roberto Zaccaria, protagonista del servizio realizzato dal programma sulla morte di Daniele, vittima di catfishing. “In questi giorni tutto il gruppo che lavora a Le iene è stato scosso da un fatto tragico, che ci addolora in modo profondo”, ha esordito Parenti nella lettera aperta scritta a Primaonline.it e pubblicata dal sito nelle scorse ore, nella quale precisa come è nato il servizio di Matteo Viviani: “Dopo il suicidio di Daniele, Roberto ha continuato a fare la stessa cosa con altri quattro ragazzi. È stato allora che siamo andati a chiedergli conto delle sue azioni, incalzandolo”…“Il sabato successivo al servizio, a quattro giorni dalla messa in onda, Roberto si è tolto la vita. Da allora non smettiamo di domandarci qual è il limite, come bilanciare il diritto a fare informazione su fatti importanti ed il diritto alla privacy, anche quella di chi è responsabile di questi fatti”, ha scritto Davide Parenti, parlando del difficile compito dei giornalisti di destreggiarsi in vicende simili, dove carnefice e vittima spesso si invertono. E l’autore non ha contestato le critiche mosse da molti al suo format: “Guido il gruppo de Le iene da ventisei anni e da ventisei anni sono responsabile di ogni singolo minuto che va in onda; e se su altri casi – anche molto controversi – dormo sonni tranquilli, sul servizio di Roberto continuo a interrogarmi, così come le oltre cento persone che lavorano al programma. Con la nostra esperienza avremmo potuto essere più capaci di ‘sentire’ chi avevamo di fronte…Quello che facciamo può non piacere, è migliorabile – siamo esseri umani. La nostra libertà di farlo tuttavia non è negoziabile col gusto di una platea, per quanto ampia. Condividiamo l’affermazione del nostro editore: ‘Dire basta a un certo tipo di giornalismo sarebbe come tornare indietro invece che andare avanti; qualsiasi altro programma di informazione di Mediaset e non (lo pratica). Il servizio sulla morte di Daniele andava fatto meglio, ma andava fatto”.
C’è chi ha parlato di inchieste-spettacolo come il Riformista dell’imprenditore napoletano Romeo.
Una vicenda che ha diviso l’opinione pubblica: da un lato, la gogna mediatica, dall’altro chi si è focalizzato su una falla giuridica del nostro ordinamento per coloro vittime di catfishing come sottolineato dallo stesso Matteo Viviani.
Nel frattempo lo storico autore de Le Iene ha scritto una lunga lettera, nella quale ha parlato.
7)Ma dove sta la ragione tra chi grida alla gogna mediatica e la risposta di Parenti?
“La gogna mediatica può avere effetti molto seri per l’importanza che i mass-media hanno acquistato nella nostra società, recentemente esasperata dalla pandemia e dal distanziamento fisico. Qualche precauzione nei servizi televisivi non guasterebbe. Per esempio si potrebbe evitare di usare i veri nomi dei protagonisti e si potrebbero mascherare i volti”.
8) Cosa sente di rispondere alla domanda di Matteo Viviani concernente l’esistenza o meno di un vuoto normativo su questo problema e soprattutto se si hanno gli strumenti per proteggere le persone più a rischio? Di conseguenza è sufficiente un art 494 cp concernente la sostituzione di persona per combattere questa piaga social sempre più dilagante?
“Quando la tecnologia si complessifica, anche la legislazione si dovrebbe adeguare. L’art. 494 non è certo sufficiente a reprimere questi abusi. Una specifica normativa sarebbe necessaria. Questa però da sola non basta, occorrono pure accurati controlli.
La pena, se adeguata al crimine, ha una funzione educativa, ma occorre inoltre un costante aiuto psicologico”.
9)Come e quanto la pena può rieducare chi si macchia di catfishing?
“La pena, se adeguata al crimine, ha una funzione educativa, ma occorre inoltre un costante aiuto psicologico”.
10) Oltre agli interventi sul piano giuridico, in che modo si possono prevenire queste condotte indegne agendo sul piano scolastico, familiare,sociale, culturale e mediatico?
“La famiglia è in crisi, manca il dialogo, e la scuola è del tutto impreparata ad affrontare simili dinamiche. Quanto alla società, l’istituzione di appositi consultori sarebbe importante , con medici e psicologi a disposizione”.
Catfishing, una truffa romantica che oltre a rubare cuore, speranze e sogni , può portar via la vita stessa della vittima”.
Per questo motivo la lotta contro questo male subdolo e perverso è innanzitutto un dovere morale.