IL RAGAZZO PIÙ INTELLIGENTE DEL MONDO HA PARLATO.
Con un QI da 276 (sì, proprio duecentosettantasei, non un errore di battitura), il giovane sudcoreano YoungHoon Kim, che la scienza riconosce come l’uomo più intelligente vivente, ha dichiarato su X che crede in Dio, che Gesù Cristo è la via, la verità e la vita, e che vuole mettere la sua intelligenza al servizio della fede.
Intanto, in Occidente, c’è ancora chi si pavoneggia del proprio agnosticismo come se fosse una medaglia olimpica del pensiero. “Io sono ateo, perché sono intelligente…” dicono. E magari aggiungono: “La religione è per chi ha bisogno di consolazione”. Ma ecco la sorpresa: l’uomo più intelligente del mondo non ha bisogno di consolarsi, ha scelto di credere.
E a questo punto la domanda sorge spontanea: se il più brillante di tutti ha riconosciuto Cristo come Verità, che figura ci fanno tutti gli altri “maestri del sospetto”, quelli che credono di pensare solo perché negano Dio?
Naturalmente, i puristi faranno notare che “QI 276” è un dato fuori scala. E hanno ragione: è statisticamente impossibile in base ai test classici, e viene da calcoli extrapolati usati da società selettive come la Giga Society o la United Sigma Intelligence Association.
Ma poco importa se il numero è esatto. Resta il fatto concreto: questo giovane genio guida centri di ricerca sull’intelligenza artificiale, ha battuto record cognitivi reali, e ha dichiarato pubblicamente che Cristo è la sua logica.
E allora sì, uno può anche non credere. Ma almeno abbia l’umiltà di riconoscere che credere non è da stupidi. Anzi.
È facile insegnare a un algoritmo a rispondere.
È difficile insegnare a un uomo a dubitare di ciò che gli piace sentirsi dire.
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Fonte Mario Proietti