Scheda digitale e fisco su Instagram

C’e’ forte sgomento e terrore, tra correntisti, partite iva ed imprenditori italiani gia’ assediati dalla pressione fiscale monstre che “macchia’ lo stato italiano, riguardo la legittimazione pubblica a far ispezionare dalla agenzia delle entrate, i contenuti social della popolazione. Cosi’ per il governo sara’ possibile ingiungere pagamenti maggiori di gabelle a coloro definiti facoltosi o vicino la prosperita’, in base alle foto che pubblicano su Instagram ed affini. In tal guisa con il corredo di foto, post, localizzazioni pubblicate dagli utenti, il fisco dedurra’ il proprio tenore di vita e la loro aderenza con le prescrizioni fiscali e legali. 

Impazza su questo sistema di legge neonato, l’acredine e la critica del popolo dei social network e dei gruppi di professionisti, artigiani ed imprenditori che lamentano cali di fatturati antecedenti la pandemia ed aggravi di imposta che si ripercuotono sulle assunzioni, sui salari e sui licenziamenti in atto nel settore privato. A cio’ si aggiunge il timore relativo l’impennata dei prezzi delle materie prime, dell’energia, dei trasporti che inficiano le imprese italiche, l’erario medesimo ed il potere di acquisto dei dipendenti alla luce di sciorinati aumenti di salario.

Tutti i cittadini sono raggruppati, a livello globale, in schede digitali che ne detengono conversazioni telefoniche, domestiche registrate dagli elettrodomestici di ultima generazione, azioni fatte su Internet di ogni sorta per farsi una panoramica dell’individuo ed anticipare ogni sua mossa in caso di atti illegali. Anche dal punto di vista commerciale si sa tutto di tutti, sul piano privato degli azionisti delle maggiori infrastrutture informatiche e non, di conseguenza degli stati, con uno scambio lucroso per tutti di informazioni.

Urge assolutamente una pace fiscale indefinita tra contribuenti ed agenzia delle entrate, alla luce di perdite di introiti aziendali ergo fiscali, che prosegue in Italia dal ’92, a detta di esperti del calibro di Guido Grossi o Alberto Micalizzi. Anche il codice Qr ed i dati sul Green Pass risultano allegati alla Agenzia delle Entrate in un connubio di social network, aziende telefoniche, dati dei comuni, scontrini.

Infine sulla questione della privatezza dei cittadini trafugata dal web e’ opportuno sceverare peculiarmente, controllori, controllati, controllori dei controllori ed entita’ nonche’ importo di sanzioni e pene relativi abusi in tal senso.

Foto Imago Economica Srl

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