Un film accattivante ed inquietante, “Ritrova te stesso” coniuga la deontologia professionale con la dottrina medica, l’ambizione con la sofferenza da lutto, i desideri materni con la scienza ed il transumanesimo; ma “Ritrova te stesso” fa incrociare anche la probita’ di padre e marito con l’entropia mentale in seguito al coma.
La produzione filmica di matrice hollywoodiana, in “Ritrova te stesso” affronta il terrore delle presenze fosche e funeste, alla stregua dei fantasmi mentali che condizionano la mente e degradano l’operato degli uomini: ad esempio il mostruoso uomo che cammina come un crostaceo diabolico, sottoforma di presenza oscura nella mente del protagonista vittima di coma, abbattuto da un’amnesia, la quale va superata scontrandosi con tale presenza mostruosa, sardonica, per recuperare la memoria. La battaglia tra il redivivo e l’entita’ fosca che lo assale ogni volta egli cerchi di rammentare, si gioca in uno studio sperimentale di superamento del coma. Ma se il redivivo e’ una persona cui si tenta di rubare la vita per mezzo di un crogiolo di elettrostimolazioni, medicina avveniristica, per far incarnare la presenza diabolica che di fatto e’ morta, allora il gioco si fa duro. Una esecrazione dunque, della strumentalizzazione della scienza per brame personali, si deduce in “Ritrova te stesso” allorche’ il personaggio diabolico che si aggrappa ai ricordi del protagonista, figura figlio della dottoressa che attua tali tecniche di ripresa dal coma; un figlio maligno che maltrattava la famiglia e si reincarna in un corpo non suo, ossia quello del protagonista “smemorato”, il quale risulta tale proprio dalla reincarnazione in questione.
Spirito contro anima, bene attaccato dal male, in un agone di vita a scapito di una minore, che vede il padre confuso ed assente, ignaro della battaglia endogena di suo padre. Cosi’, in quest’opera artistica che rende verosimile l’utopia ed emblematica la post-morte e la battaglia tra bene e male, l’invettiva al transumanesimo incipiente di oggi, ai felloni presenti in ogni campo, sfocia in un quadro inquietante ma risolvibile, che attanaglia il presente cosi’ pregno di sofferenza, malvagita’ e disorientamento.