Rafforzare gli ospedali? Solite frasi dei politici

Emergenza caldo negli ospedali fiorentini salta l’impianto di aria condizionata ed accade il caos. Le temperature che superano i 30 gradi, alcuni componenti dello staff ospedaliero perdono i sensi. In più come se non bastasse nei reparti ci sono arrivi continui di anziani al pronto soccorso per disidratazione.

La struttura più in difficoltà è il Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri: nel reparto del day hospital oncologico l’impianto dell’aria condizionata si è completamente rotto, l’ipotesi del guasto è riconducibile al sovraccarico, al punto da staccarsi dal soffitto e creare un buco con tubi gocciolanti. Si conseguenza l’ambulatorio si è così allagato e sono stati messi, in uno stile un po’ camperistico,  teli in plastica alle pareti, numerosi secchi a terra nella saletta di attesa, per contenere le perdite dal soffitto. Fortuna che durata la pandemia il mantra dei politici era quello di rafforzare in tutti i sensi le aziende ospedaliere.

Stessa situazione all’ospedale di San Giovanni di Dio (Torregalli): anche qui caldo insopportabile, qualche condizionatore portatile e ventilatori nei reparti come rimedio d’urgenza, ma con pochi risultati. Anche perché l’impianto elettrico non riesce a sopportare troppi condizionatori portatili accesi in contemporanea. E con i ventilatori c’è il problema che non possono essere utilizzati perché diffondono i batteri con più facilità, anche in stanze e corridoi dove ci sono i malati. “La situazione è diventata invivibile – dice Simone Baldacci, coordinatore Cgil Asl Toscana Centro.

Foto Imago Economica ©️

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