La Sicilia perde oltre 6 miliardi di euro all’anno a causa dell’insularità e dell’assenza del ponte sullo Stretto, come confermato dallo studio di Prometeia e Istituto Bruno Leoni.
🔎 1. COSA SI INTENDE PER INSULARITÀ E PERDITA ECONOMICA
La Sicilia è un’isola, ma non è solo una questione geografica.
L’insularità crea una distanza aggiuntiva rispetto al continente, che si traduce in una barriera logistica, economica e infrastrutturale. Non potendo contare su una connessione stabile e continua con la terraferma, ogni attività economica in Sicilia deve affrontare costi aggiuntivi rispetto a un’analoga in una regione peninsulare.
Secondo i modelli usati, questa condizione penalizza la crescita economica in modo strutturale. L’insularità incide:
• sulla capacità di esportare;
• sulla concorrenza delle imprese locali;
• sulla capacità attrattiva per investimenti produttivi;
• sulla mobilità delle persone (per lavoro, turismo o studio);
• sui costi al consumo (prodotti più cari perché trasportati via mare o con tratte logistiche lunghe).
Il totale di queste penalizzazioni genera una perdita stimata di oltre 6 miliardi di euro l’anno, pari a circa il 7% del PIL siciliano.
⚙️ 2. COME È STATA CALCOLATA LA PERDITA
Metodo 1 – Istituto Bruno Leoni: approccio macroeconometrico
• Ha confrontato la Sicilia con regioni italiane continentali simili per popolazione, struttura economica e dimensione (es. Puglia, Calabria, Campania).
• La differenza di PIL pro capite, di reddito disponibile, di produttività e di occupazione è stata corretta eliminando altri fattori (scuola, età, spesa pubblica ecc.).
• La differenza residua è attribuita all’insularità.
• Risultato: oltre 1.300 euro l’anno persi per ogni abitante siciliano solo per la condizione geografica.
Metodo 2 – Prometeia: modello multisettoriale input-output
• Ha mappato tutti i settori economici siciliani (agricoltura, manifattura, turismo, logistica, servizi, edilizia).
• Ha simulato uno scenario ipotetico in cui la Sicilia fosse connessa direttamente alla rete ferroviaria e autostradale italiana (come se fosse una regione continentale).
• Il modello calcola le variazioni di produttività, di export, di occupazione, di PIL in quello scenario alternativo.
• Risultato: perdita strutturale annuale di almeno 6 miliardi di euro nel contesto reale.
🚢 3. PERCHÉ L’INSULARITÀ GENERA COSTI
A. Trasporti e logistica:
• Un prodotto spedito dalla Sicilia ha bisogno di essere caricato su una nave/traghetto per attraversare lo Stretto, poi ripreso da un altro mezzo per proseguire.
• Questo comporta: costi di imbarco e sbarco, attese, rottura del carico, rischio di ritardi.
• Risultato: costi di trasporto più alti fino al 30% in più rispetto a tratte equivalenti da altre regioni.
B. Accesso ridotto ai mercati:
• Per una PMI siciliana, accedere al mercato del nord Italia o europeo è più costoso e complicato.
• Questo scoraggia l’espansione, l’internazionalizzazione e limita la concorrenza.
C. Imprese meno competitive:
• Le imprese siciliane devono assorbire costi più alti (trasporti, materie prime, energia).
• Risultato: minore redditività, minore propensione agli investimenti.
D. Minore attrattività per investimenti:
• Molti gruppi industriali evitano di insediarsi in Sicilia perché i costi logistici la rendono meno appetibile.
• Gli investimenti pubblici in infrastrutture non compensano questa condizione.
E. Turismo penalizzato:
• Il turismo via terra è frenato dai tempi di attraversamento dello Stretto.
• Anche il turismo internazionale ne risente, per la scarsa interconnessione ferroviaria e aeroportuale.
F. Emigrazione e capitale umano:
• I giovani spesso lasciano la Sicilia per studiare o lavorare altrove, senza possibilità reali di rientro.
• Questo impoverisce il territorio di competenze e forza lavoro qualificata.
🌉 4. IL RUOLO DELL’ASSENZA DEL PONTE SULLO STRETTO
L’assenza del ponte sullo Stretto è il simbolo concreto e funzionale dell’isolamento.
Ecco cosa comporta:
• I traghetti merci richiedono tempi medi di 1,5 ore tra attese, imbarco e attraversamento.
• I costi di questo passaggio vengono pagati da aziende e cittadini (sovrapprezzo sul prezzo finale di beni e servizi).
• In assenza del ponte, la ferrovia non è continua: per attraversare lo Stretto il treno viene caricato su navi speciali, che operano con bassa frequenza e costi elevati.
• Il traffico turistico e pendolare è scoraggiato dalle inefficienze logistiche.
La realizzazione del ponte, secondo i promotori dello studio, potrebbe da sola ridurre almeno il 20-25% del costo dell’insularità, cioè circa 1,5-2 miliardi di euro l’anno.
🧩 5. CONSEGUENZE PIÙ AMPIE
La perdita economica da insularità ha impatti che vanno oltre i numeri:
• Impedisce lo sviluppo di una rete logistica moderna e integrata;
• Aumenta la dipendenza della Sicilia da trasferimenti statali;
• Impedisce la crescita autonoma e competitiva del tessuto imprenditoriale locale;
• Crea un circolo vizioso di spopolamento, disoccupazione e stagnazione;
• Riduce l’efficacia anche degli investimenti pubblici (che spesso non riescono a sbloccare il sistema economico isolano).