Polizia e Carabinieri tra richieste ed interviste in incognito

Segreteria Nazionale UGL Autonomie

Via Cialdini 14 – 00185 Roma

Ufficio Stampa

Tel. 3334589827 – Fax. 0835980593

Comunicato stampa.

Polizia Locale, Petillo (Ugl Autonomie): “Più prevenzione e sicurezza per donne e uomini”.

“Per le lavoratrici e i lavoratori della Polizia Locale di tutta Italia si registrano sempre più frequentemente gravi episodi di violenza. Troppo spesso le denunce di violente aggressioni fisiche e verbali, il danneggiamento dei mezzi di servizio rimangono circoscritti nel territorio di competenza e non si impongono come fenomeno da analizzare a livello nazionale e affrontare con strumenti adeguati. Non aiuta la disomogeneità del settore in termini dimensionali dei Corpi di P.L. e di caratteristiche territoriali con problematiche all’interno dei singoli enti completamente differenti tra loro”.

E’ quanto dichiara Ornella Petillo, Segretario Nazionale Ugl Autonomia per la quale, “và aggiunto che non ci sono dati significativi che evidenziano il problema a livello nazionale. Il localismo in cui operano gli agenti municipali non aiuta ad avere un quadro preciso della situazione nel Paese”. “Come Ugl Autonomie attraverso i nostri rappresentanti sindacali stiamo denunciando la lacunosità dei DVR (Documenti di Valutazione del Rischio) adottati dagli Enti Locali che non tengono conto dei rischi correlati al lavoro in strada e a contatto con il pubblico sia in termini di prevenzione che di protezione – dichiara Antonio Musciacchio, Dirigente Nazionale Ugl Polizia Locale -. Gli episodi di aggressione sono spesso ricondotti a incidenti di percorso per la mancanza di una specifica classe di rischio degli operatori della polizia locale contro gli infortuni sul lavoro. Si aggiunge la mancanza di un quadro normativo e contrattuale non adeguato ai compiti svolti dalla P.L. che incide fortemente sull’applicazione delle tutele sulla salute e sicurezza di questa categoria di lavoratori esponendoli maggiormente a rischi di aggressioni e violenze.  Il Gruppo di studio sulla Legge quadro 65/86 (Riforma PL) insediatosi al Viminale dovrebbe considerare che, se da un lato le Amministrazioni Locali possono essere ritenute inadempienti in termini di rispetto ed applicazione della normativa su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nello stesso tempo non hanno adeguati strumenti e le risorse per garantire le adeguate misure e la specifica formazione rispetto alle molteplici attività derivanti dai compiti istituzionali attribuite agli operatori della P.L.”.

“Facciamo appello al Ministro Piantedosi di attenzionare la condizione ibrida in cui si muovono gli operatori della Polizia Locale, sia dal punto di vista giuridico che contrattuale, che per l’Ugl Autonomie, rappresenta la causa principale della scarsità e della inadeguatezza delle misure di prevenzione e protezione, poste in essere dalle Amministrazioni locali“– conclude Petillo.

Roma, 19 settembre 2024

Grazie.

Recentemente Adfnews.it, quotidiano nazionale di approfondimento, ha ricevuto lo sfogo di un poliziotto campano che richiede l’anonimato a causa di mobbyng e minacce giuridiche, in cui esprimeva il suo sgomento e la mortificazione correlati al gramo stipendio che percepisce, ormai prossimo alla pensione: 1500£ netti che, alla luce dell’inflazione irreversibile e del mantenimento dei due figli in seguito al divorzio, vengono erosi nella prima decade del mese. Inoltre sono insufficienti e, per i poliziotti zelanti e perentori nel far rispettare anche le regole spicciole come il sovrascritto, i processi per abuso di potere con conseguenti limitazioni e noie, non vengono assolutamente risparmiati. Dunque l’agente che ha pensato di sfogarsi con Adfnews, spiega che la maggioranza dei suoi colleghi già oberati di lavoro e sottopagati, optano per una condotta che li ripari dagli sforzi eccessivi e da fastidi giuridici e fisici. Ancora il poliziotto campano interpellato da Adfnews.it, esecrava lo strapotere elargito, statalmente, ai vertici militari con repentini aumenti di salario allorchè la situazione politico-economica diviene esiziale per istituzioni e grandi poteri. Così l’arma dei Carabinieri deputata all’effettivo controllo democratico e finanziario, al rispetto della Costituzione congiuntamente all’esercito, vede emolumenti medi di oltre mille Euro superiori al corpo civile della Polizia; e generali come il Vannacci a sua volta capo di Carabinieri, componenenti di Gladio e militari affini, che percepisce trentamila Euro mensili. Pertanto non rientra nelle sue priorità organizzare eventuali golpe o riaffermazione assoluta della Costituzione. Quest’ultima notizia su Vannacci, è stata affidata ad Adfnews esattamente da un suo ex sottoposto, carabiniere pensionato di nome Francesco, già combattente in Iraq ed Afghanistan; nonchè fiero appartenente a Gladio.

Il carabiniere componente di Gladio, ha affermato che i propri colleghi preconizzano guerre civili imminenti con immigrati irregolari declinati in armi terroristiche, nonchè attentati di matrice bancario-finanziaria teleologici alla nebulizzazione o sommo ridimensionamento, dei conti correnti italiani. Di conseguenza i Carabinieri stanno massimizzando le esercitazioni ed è opportuno non lasciare immani capitali nelle banche. Alla domanda del motivo che vede il calpestamento pubblico del comma costituzionale volto a non cedere alcun tipo di sovranità, sopratutto monetaria e finanziaria, ad organi oriundi come oggi si vede in Italia, il militare Francesco ha replicato che tutto ciò rappresenta il volere delle apicali Massonerie internazionali. Aggiungendo che Gladio continua ad operare per scongiurare la trasformazione della democrazia italiana imperniata sull’America e diretta dalla Cia, in un corollario comunista cinese. In quanto quest’ultimo rappresenta attualmente, il rischio principe.

Tornando all’amarezza del poliziotto in procinto di pensionamento, egli descrive i giovani colleghi come bolsi, neghittosi e vanesi, per cui non utili alla nazione ed al corpo di sicurezza cui appartengono. Ancora il suddetto poliziotto biasima la corruzione pubblica che ha disarticolato i giovani deprivandoli delle possibilità di impiego presso aziende ed enti pubblici come in passato; per mezzo della chiusura di una dovizia di aziende statali quali Olivetti di Pozzuoli, Manifattura tabacchi, Alitalia, Avio, Tim come impianti locali. Di conseguenza per i giovani deprivati di opulenza famigliare, non resta che emigrare oppure impiegarsi presso scuole, forze dell’Ordine, Ospedali. Tutto ciò in un contesto sempre più precario, malpagato ed antinazionale.

Lascia il tuo commento
Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail