RIFLETTIAMO LA FESTA DEL CORPUS DOMINI
Perché una processione, perché l’ostensorio dorato, perche i parati solenni, , perché le strade coperte di fiori?
La risposta è brutale nella sua semplicità e immensa nelle sue implicazioni: perché Dio passa.
Sì, proprio così.
Il Creatore stesso dei cieli e della terra, nascosto sotto le sembianze di un pezzo di pane, attraversa le strade di villaggi, città e metropoli come chi visita la sua
. Se la frase suona esagerata alle orecchie moderne, il problema non è della fede cattolica, ma della stupidità contemporanea.
Il Corpus Christi nasce nel XIII secolo, tra lo scetticismo teologico degli eretici che negavano la presenza reale. Non a caso, la festa è stata istituita dopo il famoso
Miracolo di Bolsena, quando un sacerdote, preso dal dubbio durante la Messa, ha visto il sangue di Cristo sgorgare dall’ostia consacrata e macchiare corpo e altare.
Urbano IV, allora Papa, non ha lasciato a meno: ha ordinato di creare la solennità affinché il mondo non dimentichi mai ciò che la Chiesa ha sempre saputo – che l’Eucaristia non è un simbolo, non è una metafora, non è un ricordo. È LUI. Punto.
Ma il mondo moderno e cinico, abituato a rispondere a tutto con meme ed emoticon, guarda il Corpus Christi come un folklore di vecchie devote. Ignora lo scandalo metafisico di un Dio che si umilia fino all’estremo per farsi nutrire. E come al solito quelli che ridono di più della processione sono gli stessi che, in fondo, strisciano per qualsiasi spettacolo di massa, dalla fermata LGBT alla parata della scuola di samba. La differenza? È che al Corpus Christi non si celebra l’ego, ma l’Agnello.
La processione è uno schiaffo alla laicità Un corteo che squarcia il tessuto della storia umana e gli segna un promemoria: Lui è qui.
Passa ora. Chi ha occhi, guardi. Chi ha le ginocchia e può , le pieghi.
Fonte Salvatore Karek